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Gli Enabler sono tornati a pompare gli animi degli appassionati dell’hardcore con un EP violento e instancabilmente frenetico. In realtà, questi 12 minuti di guerra fonica sono molto più di ciò che ci si aspetta. La considerazione, che nasce in modo automatico, è che in queste quattro tracce di furia e dedizione vi sia l’immagine più profonda del quartetto di Milwaukee. Stili e impressioni sulla musica contemporanea si mescolano con gusto destinando al famelico ascoltatore più di una prospettiva musicale.
Hardcore, punk, trash scaraventati a gran velocità nei nostri timpani, provati ma felici, iniettano una gran dose di adrenalina ed elettricità. Dave Mann, alla batteria, ci tramortisce senza pietà, celebrando un vero rito orfico in onore del dio Chronos con grande precisione e velocità. La strofa “Fuck you, fuck you, fuck you forever“, incipit della riuscita Live Show, non ha la pretesa di rappresentare un inno generazionale ma semplicemente il quadro della genuina vitalità di Jeff Lohrber, orgoglioso membro di quella stirpe, ormai in estinzione, la cui sincerità espressiva si canalizza nel potente “fuck you“. E per farci sapere che il suo “fuck you” non sia come quello ammicchevole di Katy Perry, ce lo grida con la bava alla bocca, maledicendo il pop a suon d’interviste e riff sparati a colpi di mitra.
L’ascoltatore non può che apprezzare annuendo, perché quando un artista inquieto impugna come un’ascia queste fatidiche otto lettere, in esse iniziano a danzare i germi della ribellione e della creatività: da questi è nato l’ottimo e devastante “Shift of Redemption“.
Bisogna aprire una parentesi per la traccia conclusiva, Fallselflessly, che, con la sua caratura doom e introspettiva, tende la mano a chi necessita di rifiatare dopo tanta furia.
Dodici minuti improrogabili per chiunque ami la violenza sonica.
Adrian Nadir Petrachi
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