Assassin’s Creed IV: Black Flag – la nostra recensione

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Parlare di Assassin’s Creed non è mai un compito facile, io stesso ero abbastanza indeciso sul da farsi: giocare o non giocare ad Assassin’s Creed IV: Black Flag ? So che questa domanda se la sono posti in molti nel corso dei mesi successivi al primo trailer di presentazione del gioco, Ubisoft dal resto ha ormai trovato una gallina dalle uova d’oro ed almeno per qualche anno ancora dovremo farci anima e coraggio, la saga di Assassin’s Creed ha ancora molto da raccontare.

Proprio l’anno scorso recensimmo Assassin’s Creed III, un titolo che a dirla tutta, per quanto si fosse lievemente aggiornato sul fronte del gameplay, peccava di una storia tirata davvero troppo alla lunga, se a questo ci aggiungiamo anche un protagonista noioso e dal carisma pari a 0, affezionarsi a quel gioco diventa un’impresa ardua. Dopo l’esperienza del terzo capitolo, non c’era la minima intenzioni di voler intraprendere una nuova avventura in un conflitto fra Assassini e Templari. Assassin’s Creed IV: Black Flag però potrebbe avere tutte le carte in regola per ridare smalto ad una serie ormai stanca, citare in causa i pirati potrebbe bastare a farvi un punto della situazione ma ci sentiamo di voler approfondire quanto il più possibile. Se tralasceremo qualche dettaglio per strada, le cause principali sono dovute alle dimensioni colossali del mondo di gioco.

Pirati si nasce ?

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Assassin’s Creed IV: Black Flag è un gioco relativamente ambizioso per la sua portata, Ubisoft si è presa responsabilità degli errori commessi nel precedente episodio, limando diversi aspetti che se nel capitolo precedente ne erano i punti deboli, qui sono la sua vera fortuna per il successo. Black Flag potremmo anche definirlo una delle ultime grandi produzioni di terze parti per le console di questa generazione, anche se la release è fissata per questo fine Novembre sulle console dell’attuale generazione, l’impegno di Ubisoft verso il gioco lo si può echeggiare già dai primissimi minuti di partenza della storia. Ricordate il buon vecchio Ezio Auditore ? Beh…il nuovo protagonista ha davvero tanto da dire sia per il suo carisma che per la sua storia, la migliore dopo Assassin’s Creed II.

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Il protagonista è un burbero Edward Kenway, un gallese partito alla volta delle Indie Occidentali per bramare ricchezze e fama, il tutto ad uno scopo che potrebbe anche definirsi nobile. Edward si potrebbe definire tanto un Assassino quanto un Templare, il suo ruolo all’interno del conflitto secolare fra le due fazioni si può delineare come una forzatura della sceneggiatura ma è comunque indelebile il carisma di quest’ultimo nelle situazioni estreme che lo porranno difronte a diverse scelte.

Edward è un pirata, quindi ragiona come tale, il suo carattere impulsivo, la sua costante fame di ricchezza crea un plot lungo, ben scritto e arricchito da alcune delle icone più importanti che hanno solcato i mari dei Caraibi nel 1700. Ubisoft infarcisce la sceneggiatura con il giusto carico di emotività e di spensieratezza. Se Assassin’s Creed III poneva a confronto i contorti ideali degli Assassini e dei Templari a discapito dei propri personaggi, Black Flag si concentra maggiormente sullo sviluppo di essi, ponendo l’accento su Edward Kenway.

Solchiamo i Caraibi !

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Assassin’s Creed IV: Black Flag non innova in alcun modo il proprio gameplay, fra rimpianti e continue incertezze resta sempre ancorato ad una formula ormai vecchia, trita e ritrita dai suoi predecessori. Fortunatamente il setting della storia permette di contestualizzare finalmente in un videogioco le imprese piratesche che abbiamo sempre desiderato,di questo però parleremo approfonditamente dopo. Continuando il discorso del gameplay, l’IA dei nemici continua a non brillare e nei combattimenti a “piedi” troviamo per l’ennesima volta gli odiatissimi scontri simil-turni, con nemici pronti a fare la pelle del protagonista alternando i propri colpi. Questo ormai è un marchio di fabbrica ma se la saga di Batman Arhkam è riuscita a superare questo inciampo, perchè Assassin’s Creed no ? Sperando di trovare una risposta nell’immediato futuro con un capitolo next gen, per ora dovremo accontentarci di questo neo. Il combattimento è quindi dinamico ma ancorato come sempre ad una gestione poco brillante dei nemici. Ascoltando le richieste della nutrita schiera di fans, gli sviluppatori hanno impostato le varie missioni del gioco tentando un tipo di approccio ancorato più alla furtività che all’azione nuda e cruda.

Uno dei nuovi gingilli ripreso di pari passo da Assassin’s Creed Liberation è la cerbottana, il principale elemento con cui si potrà affrontare il gioco nella più totale furtività. Eliminare i nemici dai cespugli o dalle alture diviene un compito molto più semplificato, se poi la strategia non fa per voi, Edward potrà contare anche sul comodissimo arsenale bellico composto da quattro pistole e dalle doppie spade, così facendo andrete a viso aperto. Visto l’orientamento del gioco ad una formula più stealth, spesso e volentieri i nemici sono sembrati davvero numerosi allo scattare dell’allarme, offrendo quindi un livello di sfida molto più consistente. A rompere l’azione di gioco ci pensano come sempre le missioni di pedinamento, questa volta davvero in gran numero. Assassin’s Creed IV : Black Flag però ha saputo far parlare molto di se grazie alla sua natura piratesca, ed è quindi il momento di chiamare in causa il vero pezzo forte del gioco, la Jackdaw.

Essendo un gioco di pirati, vi sembra giusto che manchi proprio una nave per poter solcare i fitti mari delle Indie Occidentali ? Ubisoft ha provveduto anche a questo ed ha inserito proprio la Jackdaw, la nave di cui Edward farà uso per poter esplorare o spostarsi nelle varie città che popolano la cartina dei Caraibi. Essendo un pirata, la Corona Inglese e gli spagnoli non daranno vita facile alle scorrazzate in mare di Edward, spesso e volentieri l’incontro con i galeoni o addirittura le fregate, portano a spettacolari battaglie in mare dove tutta la potenza di calcolo delle console viene portata indubbiamente al limite.

I mari dei Caraibi sono caratterizzati da una forte pressione da parte degli spagnoli e gli inglesi, quindi durante un viaggio ci si potrebbe imbattere in zone severamente sorvegliate che richiederanno potenziamenti per la nave e una buona dose di pazienza per annoverarsi fra i vascelli “guardiani”.

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La nave occupa quasi il 65% dell’intera economia di gioco, avremo una ciurma da gestire, una flotta personale da far rifiorire catturando le navi nemiche e mercantili da espatriare nelle indie occidentali per poter commerciare materiali vari e risorse di caccia accumulate nel corso dell’avventura. La gestione della flotta avviene in modo semplice : si sceglie la rotta in base al grado di difficoltà e si invia in “missione” uno dei propri mercantili per poter provvedere alla vendita dei prodotti. Se si vuole creare un vero e proprio investimento virtuale, impiegare le navi nemiche in battaglia con la propria nave diventa quindi un vero e proprio obbligo da perseguire nelle lunghe ore di attesa per i titoli di coda.

Ogni combattimento navale è un tripudio di effettistica, spettacolarità e dinamicità che purtroppo a causa dell’hardware “limitato” si lasciano spesso a bug fisici che compromettono a loro volta le animazioni dei vari personaggi a schermo. Tutto questo diventa ovviamente solo un ricordo se si prova la versione next gen, munita tra l’altro di texture migliorate e di effetti inediti non presenti sulle console attuali. A questo rivoluzionario fattore esplorativo vanno poi ad aggiungersi un numero di incarichi secondari letteralmente sproporzionati, fra chiavi templari e steli Maya si avrà un bel  da fare se si vogliono sbloccare i costumi segreti.

Parlando sempre di attività collaterali,troviamo poi le sezioni marine che verranno integrate nel corso della storia principale, non abbiamo avuto modo di approfondirle abbastanza ma se si vuole fare cassa alla svelta basterà trovare il punto d’interesse sulla mappa e provvedere all’immersione con la campana subacquea e trovare i vari tesori sparsi per i fondali. Assassin’s Creed IV: Black Flag è quindi un gioco ricco di varietà, composto da una campagna cucita a corredo dalle attività secondarie. Ubisoft è riuscita nel duro compito di creare un prodotto coeso ed equilibrato. A peccare invece è ancora una volta la sezione ambientata nel “mondo reale”, oltre ad essere scriptata nel migliore dei modi lascia presagire comunque ulteriori sviluppi nei futuri episodi. Lo stacco dalla storia di Desmond è stato abbastanza brusco e la narrazione al di fuori dell’Animus è blanda.

Aspetto tecnico

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Sul fronte estetico, Assassin’s Creed IV : Black Flag non apporta migliorie di sorta ma su Playstation 3 soffre comunque di diversi difetti, animazioni spesso fuori sincro e di un frame rate tutt’altro che ancorato ai 30 frame al secondo. Nonostante ciò, il gioco riesce comunque a spremere come si deve gli hardware di Playstation 3 e Xbox 360. Vincono su tutte le meravigliose navigazioni marittime, accompagnate da una generazione randomica di uragani, temporali e onde anomale. Non sappiamo come se la cava il titolo sulle due console Microsoft ma almeno su Playstation 3 a parte qualche leggera sporcizia e un pò di Aliasing, le texture non hanno quei problemi di caricamento che spesso e volentieri affliggono titoli di questo calibro. Sul fronte sonoro si annoverano diverse perplessità, il doppiaggio italiano non brilla affatto, a parte l’ottima interpretazione di Francesco Pannofino per Barbanera, il restante si dimostra ancora una volta anonimo e privo di mordente nell’interpretazione dei personaggi. Per quanto concerne la colonna sonora, Assassin’s Creed IV: Black Flag vanta una campionatura realizzata direttamente da Brian Tyler, ottima, anche se trae diversi spunti dai brani celebri di Pirati dei Caraibi.

Commento finale

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Tirando le somme,  Assassin’s Creed IV : Black Flag è un esperienza del tutto inedita per i giocatori della serie, il conflitto fra Assassini e Templari viene vissuto da un punto di vista differente dalle precedenti produzioni e questo rende onore alla scelta di Ubisoft. Il carisma di Edward rende la storia di Black Flag coinvolgente e ricca di sfaccettature, le sezioni marittime segnano un gran passo in avanti per il 50% del gameplay  mentre il restante va urgentemente migliorato in un prossimo capitolo. La qualità tecnica è di alto livello ma l’occhio più vigile ed attento noterà sicuramente i numerosi compromessi alla quale sono dovuti sottostare gli sviluppatori. Prendendo in esame tutti questi elementi, Assassin’s Creed IV: Black Flag resta il miglior capitolo della serie grazie alle piccole novità apportate alla formula di gioco. Per quanto vorremo premiare davvero a pieni voti lo sforzo di Ubisoft nel cercare di offrire contenuti inediti, manca per la sesta volta quel qualcosa che spinga davvero ad elogiare questo capitolo come fu con Assassin’s Creed II.

VOTO : 8

🙂

-Edward Kenway ricorda molto il giovane Ezio Auditore-

-Storia lunga e coinvolgente per come viene narrata-

– Tutti i Caraibi sono a nostra disposizione-

-Navigare per i mari, abbordare navi ed esplorare i fondali marini non ha prezzo-

-Ottima colonna sonora-

-Motore grafico ottimizzato bene ma…

🙁

…con diversi problemi dovuti ai limiti delle console attuali-

-Il gameplay “a piedi”  va urgentemente aggiornato-

-Le missioni di pedinamento sono  distribuite male e alla lunga annoiano-

-La storia e il gameplay ambientati nel presente sono noiosi-

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