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“Sospesi nel vuoto bruceremo in un attimo e il cerchio sarà chiuso”, ultima fatica degli Storm{O} con un titolo lungo almeno quanto la sfilza di etichette che collaborano a questa produzione (per fortuna). Le coordinate qui sono un math-core schizofrenico infarcito dalle più varie influenze: il blackened-hardcore di scuola The Secret, le sfuriate alla Converge, il liquame doom-sludge. Il tutto condito da una vena nichilistica-autodistruttiva evidente in un songwriting in stato di grazia.
Il cantato rigorosamente in italiano colpisce al petto e lascia ferite profonde: “[…] i muscoli esausti non sorreggono il peso dei pensieri […]” è il rassegnato cantico contenuto in una magistrale Supernova mentre “ […] Tempo e attimi, sfuggono fra le dita. Cerco di afferrarli, stringo la presa, stringo la presa […]” è il frammento contenuto in Perché la bambina cade, che proietta gli Storm{O} oltre i limiti ormai triti e ritriti (ma soprattutto stringenti) di un genere che, molto spesso, è solo finta e ostentata sofferenza. Il combo di Feltre la sofferenza la conosce bene invece, lo si capisce dalla perfetta e catartica fusione fra testo (immensamente vivido ed evocativo anche nel trittico Meditazione sulle eterne massime) e musica. Quest’ultima non è mai ingabbiata, mai domata, sempre sull’orlo della cacofonia, e al contempo sempre precisa, sempre impeccabile anche se frammentata, lacerata dalle nevrosi e dai monolitici muri di suono del combo.
Parliamoci chiaro, le caratteriste fondanti di un gruppo come gli Storm{O} sono già state decodificate da un pezzo, di fatto non c’è nulla di nuovo. Attenzione però, la capacità che i nostri hanno di veicolare il loro distruttivo messaggio attraverso le ben 15 perle contenute nel disco, unita a una dote tecnica diverse spanne sopra la media, ha sicuramente del mistico, se non del rivelatorio.
Uno dei dischi dell’anno. Fidatevi.
Fabio Fior
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