[adsense]
Il movimento effettuato a cavallo tra il rock, una certa dose di punk, l’elettronica più atmosferica e la sua variabile di stampo maggiormente dance nell’avventura con gli Jolaurlo deve essere servito molto ad un personaggio come Marzia Stano, non solo per quanto riguarda il lato artistico, ma anche per confermare l’imperante logica pirandelliana che la caratterizza e ne fa da enorme pregio. “Una Nessuna Centomila“, appunto. Dietro la prima fatica solista della nostra, ulteriormente marcata dall’apposito articolo determinativo usato come monicker, c’è il bisogno di respirare aria nuova, là dove ad entrare in ballo è il linguaggio cantautoriale, per nulla caratterizzato da cliché triti e ritriti, ma fatto principalmente di ballate dove ad emergere è la parte maggiormente seducente, mai scontata, della voce della nostra, che sia espressa attraverso l’intensità di Qui ed ora, la malinconia di Molto bello, l’urlo nel buio di Non è colpa delle rose, il carillon che anima Farfalle, il confronto tra generazioni di Lezione di storia dell’arte oppure una Stiamo bruciando che non sarebbe dispiaciuta al Moltheni degli esordi. Non da meno i momenti in cui quello stesso rock che le ha fatto da input torna prepotentemente in auge, come nel proclama individualista di Contraria, con una spinta di matrice 60’s/70’s, o nella chiusura di Oggi è un bel giorno, per non parlare del retrogusto blues di Fuori di testa. I contributi di musicisti di tutto rispetto come il compagno di passate avventure Gianni Masci, Giacomo Fiorenza ed Andrea Mancin aggiungono un pizzico di forza in più ad un ritorno in scena indubbiamente ottimo, che conferma le vaste qualità della Stano.
Gustavo Tagliaferri
[adsense]
0 comments