UFO Robot Goldrake: Il Banchetto dei Lupi – La recensione

UFO Robot Goldrake irrompe nei mondo dei videogiochi. Ecco la nostra recensione di UFO Robot Goldrake: Il Banchetto dei Lupi

  • Titolo:  UFO Robot Goldrake: Il Banchetto dei Lupi
  • Piattaforme: Playstation 5, Xbox One, PS4, Xbox Series, PC, Switch
  • Developer: Microids
  • Publisher: Microids
  • Distribuzione: Digitale/Fisica
  • Data d’uscita: 14/10/2023

Goldrake, l’iconico super robot giapponese creato da Go Nagai e capitolo conclusivo della trilogia animata dei Mazinger, non ha mai goduto di molta fortuna nel sol levante dove anzi, si è dileguato abbastanza velocemente.

La storia del robot venuto dallo spazio, guidato dal romantico Duke Fleed, ha avuto però un riverbero molto importante proprio nei paesi lontani dal Giappone, in particolare in Europa (Francia e Italia) e negli Emirati Arabi.

In Italia Goldrake è diventato un fenomeno di costume quando quel 4 aprile 1978 il robot di Go Nagai si affacciava sui piccoli schermi dello stivale, diventando un cult sopravvissuto alla prova del tempo, complici delle riedizioni in home video pubblicate in epoca recente che hanno ridato lustro all’opera anche per le nuove generazioni.

Discorso analogo vale anche per la Francia, dove l’opera di Go Nagai n0n è solo oggetto di nostalgia e intrattenimento, ma anche un fenomeno culturale legato a doppio filo con le tendenze di un paese che da sempre accoglie a braccia aperte l’animazione nipponica e i manga. Ne è la dimostrazione lampante il fatto che un gruppo di autori francesi si siano rimboccati le maniche per realizzare “Goldorak“, un fumetto ideato come un sequel della serie animata originale di Goldrake.

Con una nuova serie reboot in arrivo nel 2024, intitolata Goldrake U, e le celebrazioni ancora in corso per il 45° anniversario, i francesi hanno colpito ancora, questa volta con un videogioco destinato a console e PC, prodotto e distribuito da Microids.

Intitolato UFO Robot Goldrake: Il Banchetto dei Lupi, il gioco nasce come un piccolo omaggio volto a celebrare l’iconico robot giapponese, ma anche un tentativo di dare dignità alla creazione di Go Nagai che, a eccezione di qualche comparsata nei Super Robot Wars, non ha mai ricevuto grandi attenzioni nel mondo dei videogiochi.

La vera domanda è, sarà riuscita Microids a realizzare un buon videogioco dedicato a Goldrake? Scopritelo nella nostra recensione!

Il ritorno di Actarus e Goldrake

La prima grande difficoltà che si ha nel recensire un gioco come Il banchetto dei lupi è quella di scindere la nostalgia dall’analisi, questo perché il gioco di Microids ha tanti problemi, che vanno a colpire ogni aspetto del prodotto, ma fanno da contraltare anche degli evidenti atti d’amore nei confronto dell’iconico robot giapponese che non meritano affatto di passare in secondo piano.

Le premesse del progetto poi sono abbastanza semplici: ripercorrere la prima parte della serie animata originale, partendo da un nuovo antefatto inedito e mai visto in TV: la fuga di Duke Fleed dal suo pianeta, durante il devastante attacco di Vega.

Il prologo sintetizza quelle che saranno poi le inevitabili meccaniche del gioco e la sua struttura. Parliamo di un titolo molto semplice, forse anche troppo, dove Goldrake ha la libertà di esplorare cinque diverse mappe dalla struttura aperta, pregne di collezionabili e qualche attività secondaria, con una cornice da action game con combo basilari e un livello di difficoltà sempre tarato verso il basso. Le fasi da action tradizionali sono poi intervallate da brevi sezioni da sparatutto a scorrimento, dove si alterna il controllo di Goldrake in modalità Spacer, o Alcor ai comandi del disco TFO.

Sono segmenti altrettanto tarati verso il basso in termini di difficoltà, concepiti chiaramente per offrire un po’ di varietà all’interno di un pacchetto complessivo dalla durata esigua e da un ritmo non proprio eccelso. Per completare Il banchetto dei lupi e ottenere tutti i potenziamenti di Goldrake ci vogliono infatti solo dalle 5 alle 6 ore.

Open map, ma non troppo

Come dicevamo, le cinque zone esplorabili del gioco sono pensate come delle open map ambientate in Giappone e in queste fasi il controllo di Goldrake è totale e c’è persino la possibilità di cimentarsi in alcune missioni secondarie, a volte di difesa o di scorta, ma nulla che creerà veramente dei grattacapi al giocatore. Anche gli scontri con i dischi di Vega si limitano a combo essenziali dove il robot può attingere al suo arsenale iconico, come il maglio perforante, l’Alabarda Spaziale o il potentissimo Tuono Spaziale che permette di eliminare in un colpo solo tutti gli avversari a schermo. Il problema sta tutto nella ripetitività assordate degli incarichi e la ricerca dei collezionabili, quest’ultima resa volutamente più difficile dalla mancanza di una mappa a schermo. Vi sono poi anche problemi di natura tecnica: il framerate singhiozza continuamente su PlayStation 5 e gli impatti dei colpi sui nemici sono pressoché inesistenti, con un feeling che da la sensazione di colpire dei sacchi di gomma.

E’ pur vero che il banchetto dei lupi nasce da presupposti semplici e di conseguenza si porta dietro un budget altrettanto basso. Qui non parliamo di un tripla A e neanche di un doppia A, ma di una produzione che ha l’esigenza di voler fare breccia nel cuore dei nostalgici che vogliono rivivere, pad alla mano, le stesse emozioni con cui da piccoli si intrattenevano, tra un succo di frutta e una girella.

E l’effetto nostalgia si fa prepotente proprio quando ci si rende conto dell’enorme attenzione spesa nella realizzazione delle musiche e l’ottimo doppiaggio italiano, La colonna sonora infatti attinge a piene mani da quella originale, ma con alcuni remix che propongono un sound alternativo, ma altrettanto efficace; analogo anche il doppiaggio in Italiano che si avvale di Gianfranco Miranda per la voce di Actarus/Duke Fleed, che ha fatto veramente un gran lavoro nel replicare il timbro dello storico Romano Malaspina, sia nei “momenti di calma” che durante l’attivazione delle armi.

Sulla localizzazione si potrebbero aprire diversi dibattiti, dato che nel pieno spirito dell’effetto nostalgia che permea tutta la produzione, sono stati commessi alcuni passi indietro discutibili legati alla traduzione dei nomi e in generale a un testo scritto quasi sempre disallineato dal doppiaggio. La sensazione è che ci sia stata la volontà di accontentare i nostalgici della pessima localizzazione italiana della serie animata originale, e i puristi desiderosi di avere qualcosa di più coerente con l’opera. La traduzione stessa del nome Alcor (Koji Kabuto in originale) crea una fastidiosa dissonanza in quella che dovrebbe essere la continuità narrativa  di Goldrake all’interno della trilogia dei Mazinger di Go Nagai. Ma come dicevamo, sui problemi di localizzazione di queste opere si potrebbero creare dei lunghi dibattiti, anche legati alla mentà esageratamente conservatrice di certi appassionati, ma non è questa la sede opportuna.

Commento finale

UFO Robot Goldrake: Il Banchetto dei Lupi è un prodotto mediocre, ma allo stesso tempo non ha neanche chissà quali pretese. Vuole arrivare agli appassionati e celebrare l’iconico robot spaziale di Go Nagai, nella maniera più dignitosa possibile. Preso in questa ottica, complice il grandioso doppiaggio italiano, l’opera di Microids fa della nostalgia il suo più grande punto di forza ed è un fattore assolutamente da non sottovalutare.

VOTO: 6.0

Pro

  • Il doppiaggio italiano e le musiche
  • Avere il pieno controllo s Goldrake è un piccolo sogno

Contro

  • Struttura di gioco troppo semplice
  • Difficoltà tarata verso il basso
  • Localizzazione contorta
  • Dura molto poco
  • Problemi di framerate su PS5

 

 

 

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