Toukiden – The Age of Demons: la nostra recensione

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Dopo qualche mese di ritardo passato all’insegna della next gen, oggi ho finalmente la possibilità di pubblicare la recensione di Toukiden: The Age of Demons, RPG/Action Survival sviluppato per la prima volta da una insolita Tecmo Koei per Playstation VITA.

Spesso ho avuto la possibilità di parlare del genere “hunter game”, tra anteprime e recensioni il materiale di discussione è notevole, ma Toukiden merita un discorso ancora più esaustivo e meritevole. Si tratta di un prodotto davvero molto interessante, non è un capolavoro ma neanche un titolo mediocre, anzi.

Solitamente quando si cita un nome come Tecmo Koei la nostra mente si ricollega immediatamente al brand dei Musou, un genere abbastanza bistrattato qui in occidente ma molto amato nel Sol Levante. Direte voi, perchè citare in causa i Musou quando l’argomento è un titolo che tratta un genere all’80% ripreso da Monster Hunter? Come anticipato poc’anzi, il discorso è ben più complesso di quello che ci si potrebbe aspettare da un titolo di questo calibro. Toukiden: The Age of Demons è in realtà una sorta di ibrido che potrebbe definirsi uno spin-off molto alla lontana dei vari Dynasty Warriors.

Anche se il fulcro del titolo è la caccia di creature demoniache, alcuni elementi del gameplay sono frutto di una mente che ha voluto arginare parte dei numerosi difetti che da sempre si possono evidenziare all’interno di un Monster Hunter.

L’era dei Demoni

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Tecmo Koei e Omega Force hanno sviluppato Toukiden basandosi sugli Oni, mitologiche creature demoniache appartenenti alla cultura folcloristica giapponese, venerati per lo più nella letteratura fantasy e nelle opere teatrali. Traendo spunto dalla storia di queste creature fantastiche, il team capeggiato da Ogasawara ha dato vita a un prodotto versatile, divertente e mai ripetitivo come ci si potrebbe attendere.

La storia di Toukiden è ambientata in una versione alternativa del Giappone feudale in cui i possenti Oni hanno letteralmente preso il sopravvento sulla razza umana, cibandosi delle loro anime. Il plot, apparentemente semplicistico si è rivelato invece una vera sorpresa, in parte anche sorprendente per come la sceneggiatura riesca ad articolarsi nel corso dei cinque capitoli principali.

Il protagonista della vicenda potrà essere creato tramite uno scarno editor. Dopo un tutorial di grande impatto il giocatore avrà modo di instaurarsi nell’ultima roccaforte di sopravvivenza del Giappone, il villaggio di Nakatsu Kuni. Giunti in quello che sarà l’hub principale di tutto il gioco, si potrà fare la conoscenza dei vari comprimari, vero fiore all’occhiello dell’esperienza single player e della sua sostanziosa narrazione. Diversamente dal comune eroe tipico di turno, il giocatore dovrà ricoprire il ruolo di uno Slayer, possenti guerrieri appartenenti a una secolare dinastia di cacciatori, ormai anche loro sull’orlo dell’estinzione.

Fatte le dovute presentazioni di tutto il cast,il plot narrativo introduce elementi attualmente inediti nella produzioni di Capcom, ogni compagno di caccia sarà tutt’altro che un mero abbellimento alla trama, anzi, fungerà da vero e proprio filo conduttore, tanto che finiremo per affezionarci. A rendere i personaggi anche più credibili nei momenti più toccanti ci pensa un doppiaggio in lingua nipponica davvero ben fatto e curato. La trama di Toukiden è quindi tutto, tranne che banale e abbozzata. Non sarà ai livelli di un Soul Sacrifice, ma è certamente l’ennesimo passo avanti per un genere fin troppo ancorato alle proprie origini

Clone, ma non troppo

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Tralasciando un fattore narrativo riuscito ma non certamente ciò che farà scattare il vostro istinto d’acquisto, parliamo ora del vero cuore di Toukiden, il gameplay!

Non ci penserò duo volta a dirlo, Toukiden è un chiaro esempio che spesso e volentieri i cloni possono superare sotto tanti aspetti il titolo originale. Per quanto Monster Hunter sia diventato un franchise milionario per Capcom, non rammento definirlo un gioco con qualche anno di troppo sulle spalle. L’enorme longevità di questa serie continua ad arricchire Capcom da molti anni tuttavia è impossibile non notare una certa ripetitività di fondo fra un capitolo e l’altro, diciamocelo, il tasso di innovazione è ridotto quasi all’osso.

Simile a un qualsiasi capitolo di Monster Hunter o al recente Soul Sacrifice, Toukiden è stato realizzato con una struttura a missioni suddivisa in capitoli. La maggior parte di esse richiederà l’eliminazione di determinati Oni mentre alcune ci getteranno in arene preimpostate nelle quali saremo chiamati a eliminare 100 demoni entro il tempo limite. La varietà delle quest viene certamente meno, fortunatamente però, è supportata da un gameplay ben variegato e ricco di spunti interessanti.

Ogni mappa sarà suddivisa in piccole zone numerate dove sarà possibile incrociare la strada con i piccoli nemici, ma sarà possibile reperire anche materiali e ingredienti vari per forgiare armi e armature di svariate tipologie. Le armi sono molto variegate, ognuna di essere vanterà pregi e difetti come velocità, danno e alterazioni di status elementali. Fra quelle più interessanti si annoverano la lancia e lo spadone, particolarmente potenti ma scarsi nella rapidità dei colpi.

Spiriti guerrieri

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Se le armi e le armature giocano un ruolo fondamentale ben più importanti saranno i Mitama, ovvero ciò che rende davvero unico Toukiden dagli altri congeneri. Questi esseri spiritici non sono altro che le anime di leggendari guerrieri ( alcuni tratti da Samurai Warriors), divorate dalla furia degli Oni. Come anche i materiali, i Mitama potranno essere solo acquisiti sul campo e in particolar modo dagli Oni giganti. Ottenerli non è affatto facile,nel mio lungo test ho avuto modo di trovarne una cinquantina, ma è possibile che c’è ne siano molti di più.

Per il gameplay i Mitama sono un buon modo per Tecmo di espiare i difetti, ormai palesi a tutti, della serie di Monster Hunter. Diversamente dall’hunter game di Capcom, i Mitama sostituiscono e per certi versi abbreviano anche l’estenuante preparazione pre-missione a cui tutti siamo abituati. Il giocatore potrà infondere il potere di ben tre Mitama all’interno della propria arma, sfruttandone le skill attive e passive. Combinare i poteri di tre Mitama differenti permette di creare una vera e propria classe, come per esempio un tank oppure il più comune degli healer( guaritore ), quest’ultimo davvero molto utile nelle sessioni online. L’implementazione di questi spiriti non solo semplifica ed evolve un gameplay, offre anche un pizzico di personalizzazione extra al proprio personaggio, che come sappiamo, è da sempre la peculiarità di questo genere. Su questo fronte Omega Force e Tecmo meritano senza dubbio un plauso per aver, FINALMENTE, spezzato quella monotonia ormai divenuta assordante in ogni hunter game.

Un Giappone pittoresco

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Sul profilo espressamente tecnico Toukiden si lascia guardare con grande apprezzamento. Gli scenari sono molto pittoreschi e richiamano la fauna nipponica di quel tempo, con alcuni scorci davvero ben realizzati. Per il motore grafico Tecmo e Omega Force hanno ben pensato di riutilizzare e modificare quello tipico della serie di Dynasty Warriors, i modelli poligonali fanno quindi sfoggio di ottime texture ma stonano un pò con lo sfondo, meno dettagliato. Dove va davvero ricercato il lavoro artistico è direttamente nei possenti Oni, ognuno di essi tratto dalla mitologia giapponese. Oltre ai variegati pattern d’attacco, queste creature sono dotate anche di una seconda forma,raggiungibile una volta che gli arti saranno del tutto amputati.

Il design è artisticamente riuscito e convincente in quasi tutti i frangenti, accompagnato sopratutto da una più che discreta colonna sonora, tipica per enfatizzare gli scontri contro altri nemici. Ad alimentare alcuni dubbi è invece la penuria del bestiario, meno consistente rispetto alla concorrenza.

In conclusione

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Toukiden: The Age of Demons è un clone perfettamente riuscito del principale concorrente, accompagnato però da forti peculiarità e da una storyline apprezzabile, anche se non all’altezza di Soul Sacrifice. La creatura di Inafune resta superiore sotto tanti aspetti, ma Tecmo si è impegnata a creare un prodotto godibile, frenetico e originale per quanto riguarda tutta la gestione del proprio alter ego virtuale, in particolar modo quella legata ai Mitama. Le ore da passare in compagnia di Toukiden possono raggiungere persino il centinaio, superato il quinto capitolo vi renderete subito conto come i titoli di coda siano una semplice beffa. Se amate il genere e le lunghe sessioni, Toukiden è un prodotto solido e convincente che non vi farà affatto rimpiangere Monster Hunter su Playstation VITA. In vista di un periodo estivo occidentale privo di uscite interessanti, vi consigliamo di fare vostra questa fatica di Omega Force.

Voto: 8,5

🙂

– Storia e personaggi convincenti –

– Meno stressante di Monster Hunter –

– Gameplay frenetico e divertente –

– Crescita del personaggio profonda grazie ai Mitama –

– Ottimo doppiaggio giapponese –

– Ricorda molto Dynasty Warriors –

🙁

– non è localizzato in italiano –

– non ci sono missioni secondarie –

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