Damascus Gear: Tokyo Shisen – la nostra recensione!

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  • Nome completo – Damascus Gear: Tokyo Shisen
  • Piattaforme – Playstation VITA – Playstation TV
  • Producer – Arc Sytstem Works
  • Developer – Arc System Works
  • Distribuzione – Digitale
  • Compatibilità software – Playstation VITA – Playstation TV

Vista la penuria di produzioni occidentali, da alcuni mesi mi sono cimentato nell’esplorazione del mercato giapponese di Playstation VITA.  Un mercato che da sempre mi affascina per la sua maestosità e la comunicazione delle software house, meno ermetiche rispetto ai colossi che siamo abituati a conoscere dalle nostre parti. Per carità, nono mi permetto certamente di criticare ma è piuttosto chiaro ormai come i due settori si muovano su due assi distinte e separate.

Playstation VITA, come anche il suo predecessore PSP, è sempre stata una console portatile ambigua. Mentre in occidente ci ritroviamo con una console che ha all’attivo solo qualche indie, in Giappone invece troviamo numerose software house al lavoro su titoli a prezzo budget, free-to-play e persino ottime produzioni di stampo tripla A.

Di queste produzioni solo l’1% riesce ad arrivare in occidente, questo grazie anche al supporto di publisher esterni come Nis America. Ovviamente però non è tutto oro quel che luccica, difatti ci sono molti titoli che nel nostro paese sono inediti e che per mia sfortuna, sto avendo il piacere di provarli solo nell’ultimo periodo.

Il titolo che tratterò oggi sarà Damascus Gear: Tokyo Shisen, una produzione a basso costo venduta al prezzo di 1800 yen, sviluppato dai bravissimi ragazzi di Arc System Work, conosciuti sopratutto per aver lavorato con la saga di picchiaduro BlazBue e Persona 4: Arena. Non si tratta certamente di un team alle prime armi, il loro tocco artistico e la loro abilità nel realizzare gameplay frenetici e belle storie sono note a quasi tutta la massa di esperti giocatori hardcore.

Damascus Gear: Tokyo Shisen però rientra in una categoria diversa dal solito picchiaduro, parliamo di un genere quasi nuovo per Arc System Work. Per Tokyo Shisen gli sviluppatori hanno deciso di solcare il successo di Diablo 3 per realizzare una piccola produzione RPG candita da due elementi fondamentali: robot personalizzabili e un loot ( armi o oggetti che si trovano in giro per le mappe ) estremamente casuale. Aggiungeteci un mecha design ripreso dagli anime più in voga del momento e automaticamente otterrete Damascus Gear: Tokyo Shisen. Economico, longevo e divertente.

Economico ma bello

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Quando si avvia l’applicazione, il cui peso non supera i 600 Mb, verrete subito introdotti alla schermata iniziale dove potrete selezionare le missioni, il dock per costruire il robot, il negozio dove acquistare nuovi componenti, le statistiche della partita e le classiche opzioni. Il gioco in se non tradisce le aspettative di ogni altro titolo digitale a basso costo, non c’è una trama di fondo ma solo una perenne guerra che ha ridotto Tokyo ad una semplice città in macerie predominata da questi imponenti mecha. Lo scopo sarà quello di portare a termine circa 60 missioni differenti classificate in una serie di ranghi che partono dal più basso fino all’inarrivabile S.

La scalata verso le ultime fasi del gioco non è affatto facile, a confermarlo infatti ci sono quei pochi trofei che richiedono il completamento di ogni rango e l’ottenimento del grado S in ogni missione. A fare da scenario a queste missioni ci saranno vari quartieri di Tokyo e complesse basi militari saldamente ramificate come se fossero lunghi labirinti. Il gameplay richiama subito alla mente la medesima struttura di Diablo, anche se non siamo esattamente a quei livelli, grazie però alla visuale dall’alto e i combattimenti contro orde di nemici, l’ispirazione ci sembra abbastanza lecita.

La struttura generale di ogni missione richiede la maggior parte delle volte l’abbattimento di determinati boss che variano, dalle piccole fino alle grandi dimensioni, altre invece giocano molto sul fattore della sopravvivenza estrema per ben 6 minuti. Non mancano anche missioni dove saremo richiamati a scortare i compagni di squadra verso punti prestabiliti sulla mappa. All’inizio tutto potrà sembrare molto facile, ma come ben sappiamo è meglio non farsi illusioni con certi giochi. Posso infatti confermare ampiamente che le prime 5/6 ore di gioco mi hanno visto costretto a ripiegare spesso su missioni già completate solo per cercare di scovare componenti molto più rari e potenti per proseguire agevolmente.

Like Diablo, like Armored Core

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La seconda parte del gameplay mostra tutto il proprio lato RPG. Accedendo al garage si potranno modificare i vari componenti in possesso, il colore e persino il nome del proprio mecha. Ogni pezzo viene suddiviso con una rarità identificabile attraverso i colori: bianco, rosso, giallo, viola e azzurro, quest’ultimo rappresenta i pezzi più difficili da trovare all’interno di tutto il gioco.

Il mecha, che purtroppo dovrà esser continuamente modificato, vanta numerose statistiche che si riflettono sulla velocità, forza, vitalità, difesa, propulsione e peso. Prima di impostare tutti i componenti desiderati si dovrà porre una certa attenzione al peso complessivo, che può aumentare o diminuire di capienza in base all’unità centrale del corpo equipaggiata. Si possono equipaggiare ben tre armi, una per ogni braccio e una terza di diverso tipo posta sulle spalle del robot. Quelle per le braccia si suddividono in varie categorie: spade, motoseghe elettriche, fucili d’assalto, gatling, armi laser, doppiette e spadoni fisici. Le armi speciali sono quelle più potenti ma soffrono di lunghissimi temi di ricarica, fra questi troviamo: cannoni laser a colpo singolo, lanciafiamme, lanciamissili, cannoni, mine e una sorta di congegno capace di spingere oltre il limite le statistiche fisiche del mech per un periodo limitato di tempo. Si, è una sorta di Trans-Am.

Se il gameplay si dimostra all’altezza delle aspettative rispettando con i dovuti limiti un colosso come Diablo e altri titoli che hanno tentato di plagiarlo, dall’altro troviamo una Tokyo troppo labirintica e fine a se stessa per essere apprezzata seriamente. Il level design rappresenta a tutti gli effetti il compromesso di Arc System per dare più spazio alla quantità di componenti presenti nel gioco. Anche l’aspetto tecnico generale di tutta la produzione non è il massimo, mancano voci e  la colonna sonora è abbastanza dimenticabile. A risplendere invece troviamo il design dei robot curato in ogni minimo dettaglio e 30 frame quasi sempre stabili.

Commento finale

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In sostanza Damascus Gear: Tokyo Shisen è un buon titolo che rispecchia alla perfezione le aspettative di un prodotto realizzato con un budget modestamente basso. Non è una produzione ai livelli a cui ci ha abituato Arc System Work ma il prezzo di 1800 yen è molto abbordabile, specie se siete interessati anche ad ottenere tutti i vari trofei del gioco. Ideale per brevi sessioni, lo consigliamo agli appassionati di Diablo ma anche a coloro che ambiscono a giocare qualche titolo diverso dal solito con i robot. Semplice ma ben congegnato nonostante alcuni limiti tecnici, peccato per la mancanza di una modalità online di stampo competitivo o cooperativo.

VOTO: 7,0

🙂

– Il gameplay di Diablo più semplificato e adeguato ai canoni portatili –

– Mecha design di buon livello –

– Molte missioni e tante variabili per la personalizzazione del mech –

– Ottimo prezzo –

🙁

– Tecnicamente mediocre –

– Level design sottotono –

-Una modalità online non sarebbe stata male –

 

 

 

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