InFamous: First Light – la nostra recensione!

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  • Nome completo – inFamous: First Light
  • Piattaforme – Playstation 4
  • Producer – Sony Computer Entertainment
  • Developer – Sucker Punch
  • Distribuzione – Digitale/disco
  • Compatibilità software – Playstation 4

Dopo diversi mesi sono finalmente tornato per le piovose strade di Seattle, colto di nuovo dall’affascinante mondo dei Conduit. Si avete capito bene, parlo di InFamous, ma non Second Son uscito lo scorso Febbraio su Playstation 4 ma del suo diretto prequel intitolato First Light. A suo tempo Second Son si rivelò un buon prodotto d’intrattenimento ma con una storyline a tratti un pò debole e che sapeva di già visto, sarà riuscito a fare di meglio First Light?

Mentre il gioco approdava nei negozi ponendosi come un benchmark grafico di punta per Playstation 4, i ragazzi di Sucker Punch si erano già messi al lavoro su questa nuova espansione standalone pensata anche per coloro che non hanno la possibilità di acquistare il gioco base. Una mossa non molto dissimile da InFamous: Festival of Blood, anche se qui c’è da dire che il team si è concentrato davvero tanto nella realizzazione di un prodotto che potesse in qualche modo superare il capitolo madre dal punto di vista narrativo.

Una scia di luce nell’oscurità

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Iniziamo partendo subito col dire che InFamous: First Light è una storia breve ma molto triste, i cui risvolti, già professati nel capitolo principale, toccheranno sicuramente il cuore di molti videogiocatori. La protagonista della vicenda, manco a dirlo, è proprio Fetch, uno dei comprimari di Delsin in Second Son, forse quello che più ci colpì già all’epoca per il lavoro di caratterizzazione. Una scelta probabilmente già preventivata proprio in vista di questo gioco  dedicato a lei. First Light infatti è una storia ambienta due anni prima degli eventi che hanno coinvolto Delsin e il DUP.

La storia vede l’alternarsi di eventi fra passato e presente, attraverso una serie di ricordi che la giovane Fetch rivive nel centro detenzione di Curdun Cay del DUP. Durante questo suo viaggio alla ricerca del suo io, troviamo una Brooke Augustine leggermente diversa da come l’abbiamo conosciuta in Second Son. Qui più che villain la si potrebbe definire quasi una sorta di psicologo.

Ed è proprio attraverso questi dialoghi e flashback che riviviamo tutti i momenti più importanti della vita di Fetch, costretta a scappare di casa già molto giovane assieme al fratello a causa della sua abilità di controllare il neon. Fetch è una ragazza spaventata, disprezzata da chiunque, con la dipendenza della droga ma legata da un forte amore fraterno con suo fratello Brent, vero e proprio punto di saturazione ed equilibrio fra la calma e la collera che affligge la sua anima. La figura di Brent è infatti il punto focale di tutta la storia di First Light, anche se chi ha terminato Second Son saprà già alcuni dei possibili risvolti finali di questo breve, ma intenso viaggio.

Più narrazione ma anche stesso gameplay

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Il gameplay di InFamous: First Light è come se fosse spezzato in due fasi ben distinte, da un lato troviamo l’esplorazione classica free roaming nella città di Seattle mentre dall’altra ci ritroviamo a dover fare i conti con delle sfida a cui Augustin sottopone Fetch per conoscere ogni suo potere legato al neon. Purtroppo in questo frangente iniziano a trasparire le prime perplessità di questa produzione, di cui buona parte sono un derivato di InFamous: Second Son. Si perchè va specificato che First Light non tradisce la sua natura da espansione, e come tale non migliora i difetti già denotati nella campagna principale, anzi per certi versi le problematiche che andremo ad analizzare sono ancora più evidenti del passato.

Le parti ambientate nella città di Seattle sono piuttosto varie e brevi, e gli sviluppatori purtroppo hanno cozzato nel caratterizzare meglio l’ambiente circostante, tanto da essere ancora più spoglio rispetto a Second Son. Per motivi narrativi qui il DUP non si è ancora instaurato, tanto che i nemici più pericolosi finiranno per essere dei semplici poliziotti. Dato anche un maggiore accento sui poteri di Fetch, essendo gli unici utilizzabili, il Neon viene rifinito con ulteriori abilità che il più delle volte facilitano davvero tanto i compiti da portare a termine in ogni missione. Ciò quindi influisce negativamente sulla difficoltà generale del titolo, ridotta all’osso proprio dalla mancanza di nemici cospicui contro cui confrontarsi. Le attività cittadine, già criticabili in Second Son, qui vengono introdotte giusto per compensare il progresso dell’albero delle abilità di Fetch. Le attività secondarie, relativamente poche, comprendono corse, graffiti al neon e l’abbattimento delle telecamere di sicurezza della polizia. Nulla di particolarmente faticoso tanto che impiegherete pochissimo tempo per terminarle tutte, almeno compensano la fatica con i punti SP da spendere per migliorare i poteri.

Anche il combattimento non è stato alterato e come ho anticipato sopra, tutto viene reso più facile. Molto più interessante è tutta la caratterizzazione data ai poteri al Neon di Fetch. Già durante la recensione di Second Son avevo espresso qualche perplessità nei confronti dei troppi poteri dati a Delsin, e di come alcuni fossero davvero sottotono. In First Light torna quindi un solo potere, e bisogna dire che qui il Neon funziona anche meglio della sua controparte maschile presente in Second Son, forse proprio perchè si tratta di abilità native con cui Fetch ha fatto i conti sin da giovane età. Inoltre non tutti i potenziamenti saranno disponibili fin da subito, solo al completamento della prima avventura saranno sbloccati altri rami per sviluppare i poteri.

Ma veniamo al vero cuore, almeno a mio parere, di questa espansione, ovvero la modalità Arena. Durante l’alternasi della storia fra passato e presente, Fetch affronterà delle prove di Augustine dove le sfide richiederanno abilità e coordinazione. Queste non brillano per varietà, gli obbiettivi principali si rifanno alla sopravvivenza contro orde di nemici o la difesa di civili dagli ologrammi nemici. La particolarità di queste arene, rigiocabili a gioco terminato, è data da un punteggio in classifica e vari trofei da sbloccare. Se possedete anche inFamous; Second Son c’è persino la possibilità di cimentarsi in queste arene giocando nei panni di Delsin e sfruttare i suoi diversi poteri.

Splendore tecnico

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Da un punto di vista tecnico inFamous: First Light è un vero splendore per gli occhi. Seattle è una città bellissima, visivamente impressionante e costellata da un paesaggio diurno che si fonde alla perfezione con gli spettacolari effetti particellari generati dalle scie al neon di Fetct. Un tripudio di effettistica che si riconferma possibile esclusivamente su hardware complessi come quelli di Playstation 4 o Xbox One. Inoltre è ancora lodevole il motion capture, qui ancora più funzionale e comprimario alla sceneggiatura della storia. l’intera vicenda gioca con  le emozioni della protagonista e come tale risulta incredibile come certe animazioni vengano espresse con tanta scioltezza dai personaggi. Qualche compromesso non manca, come per esempio la piattezza dello scenario, dove i protagonisti sembrano quasi un mero abbellimento sullo sfondo a causa dell’interazione ridotta ai minimi termini.

Inoltre anche in First Light è presente l’opzione per bloccare a 30 frame fissi il gioco, pagando il tutto con qualche effetto in meno a schermo. Opzione sempre utile per i puristi del genere che cercano fluidità e azione senza sosta. Infine si segnala anche un comparto audio discreto, con alcune melodie riprese dal Second Son e altre più in linea con la vicenda, dallo stampo assai più malinconico.

Commento finale

InFamous: First Light è un prodotto discreto, che fa bene il suo lavoro nell’espandere la storia di InFamous; Second Son ma che mostra in modo assai più evidente alcuni difetti già riscontrati nel capitolo principale. Ineccepibile invece il lavoro svolto sulla narrazione, anche se forse leggermente breve per coinvolgere fino alla fine il giocatore. Le poche attività secondarie rendono tutto il concentrato videoludico molto lineare, lasciando come unico vero contentino le tre arene. Ci sentiamo di consigliare First Light sopratutto ai fan della saga, anche se la natura da espansione standalone apre a diverse opportunità di acquisto. Se avete acquistato da poco una Playstation 4 e siete alla ricerca di qualcosa di economico con cui testare la propria console, il prezzo competitivo di First Light potrebbe essere un buon compromesso.

VOTO: 7.0

🙂

 Storia matura e molto drammatica –

– Il potere del Neon è stato approfondito tantissimo –

– Le Arene stuzzicano la rigiocabilità –

-La natura del prodotto apre a tante opportunità di acquisto –

– Tecnicamente sempre eccellente…

🙁

…ma i compromessi sono più che mai evidenti –

– Seattle è sostanzialmente “vuota” –

– Dove sono i nemici? –

-Poco longevo se giocato a difficoltà “normale” –

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