I Gunpla, termine con il quale si indicano i model kit provenienti dal mondo di Gundam, sono da sempre un fenomeno di massa in Giappone e anche in occidente. Nel corso di un solo anno il fatturato di Bandai Namco può raggiungere le stelle ed era solo questione di tempi prima che il colosso nipponico trovasse un nuovo escamotage per far fiorire la propria cassa sfruttando indirettamente il marchio di Gundam e dei Gunpla anche in altri media.
Lo scorso anno abbiamo recensito sulle nostre pagine Gundam Breaker, un titolo “hack and slash” molto sperimentale che traeva forte spunto dal genere Musou di Koei ma che permetteva di creare il proprio Mobile Suit/Gunpla unendo i componenti di vari modelli tratti dalle saghe più importanti dell’universo di Gundam. Il gioco concettualmente funzionava, ma era afflitto da una tremenda ripetitività e da un pesante sbilanciamento nella progressione, che obbligava i giocatori a dover finire il gioco solo sfruttando la discreta componente online.
Il titolo era chiaramente una strategia marketing molto furba, e si piazzava di diritto nella top 3 delle mosse commerciali più riuscite degli ultimi anni, seguito a ruota da Skylanders e dal recente Disney Infinity. I due giochi citati fanno ampio uso di statuette da comprare a parte mentre Gundam Breaker è molto più astuto, offre già tutti i modelli nel gioco senza dover acquistare elementi esterni ma in compenso trascina in un vortice di divertimento e spensieratezza tutti gli appassionati di gunpla e non solo. Il primo Gundam Breaker è stato un successo inaspettato, un progetto nato dal nulla, poco più di una scommessa per Bandai Namco se non fosse che poi ad affiancarlo c’è stata una serie animata di grandissimo successo chiamata Gundam Build Fighters, dove anche qui si ripeteva la medesima formula di marketing per vendere qualche Gunpla in più. Il 2013 ha sicuramente insegnato a Bandai che i Gunpla, se ben contestualizzati, possono essere davvero una gallina dalle uova d’oro anche in media videoludici e televisivi.
L’annuncio di Gundam Breaker 2 al Tokyo Games Show non è stato poi tanto una sorpresa inaspettata, anzi, a dire il vero eravamo molto scettici prima di metterci le mani sopra. Le prime immagini non brillavano e dal primo trailer sembrava di avere a che fare con una sorta di mega-espansione del primo Gundam Breaker. Qualche mese dopo la prima presentazione al Tokyo Games Show si sono susseguite diverse anteprime di Dengeki Online e Famitsu che ci hanno schiarito un pò le idee, e onestamente non vedevamo l’ora di metterci le mani sopra per provare direttamente le novità introdotte da Bandai per questo ambiziosissimo sequel.
Per la nostra recensione abbiamo giocato Gundam Breaker 2 su una Playstation VITA e una Playstation TV, il gioco non differenzia nei contenuti da quella Playstation 3, se non per qualche effetto grafico in più.
I trailer di Gundam Breaker 2 evidenziavano spesso e volentieri il numero spropositato di gunpla presenti in questo episodio, circa 200 se dividiamo i modelli nelle due categorie High Grade (HG) e Master Grade (MG), quindi le nostre aspettative erano molto elevate in merito ai contenuti, visto che il primo episodio era composto solo da una trentina di modelli. Possiamo dirvi già da ora che quanto sventolato nei vari video promozionali è vero al 100% e nonostante abbiamo giocato per ben tre giorni di fila, ci mancano ancora alcuni modelli da scovare. I Gunpla però sono solo la punta dell’iceberg di Gundam Breaker 2, a sorprenderci davvero in positivo sono stati tutti i numerosissimi perfezionamenti apportati alla struttura del gameplay e alla già citata progressione, che finalmente abbandona l’esasperante grinding per un sistema più ordinato e capace di assecondare i gusti di tutti i palati.
Diversamente dal primo episodio, Gundam Breaker 2 non è più un progetto sperimentale, e questo si nota sin dalla primo avvio. Questa volta gli sviluppatori hanno voluto seguire un pò il filone della serie animata Gundam Build Fighters, introducendo il giocatore nella Gunpla World Festa 2024, una manifestazione nipponica dove i builder si riuniscono per partecipare a vari eventi interamente dedicati al mondo dei gunpla. Una sorta di arena virtuale che ha permesso agli sviluppatori di creare una storia completamente originale dove vengono riscritte le origini di tutti i Mobile Suit e i relativi piloti, creati appositamente per il gioco. Come si potrebbe immaginare però, la storia non è altro che un contorno a tutto il resto, i pochi filmati realizzati con il motore di gioco fanno il loro effetto, sopratutto in alcune occasioni ma si tratta di un semplice collante per legare le varie missioni e dare un senso logico ai boss presenti alla fine di ogni zona.
L’hub centrale è l’Hangar, il luogo principale dove potremmo cambiare l’abito al nostro avatar virtuale, modificare il nostro Gunpla, accedere alle missioni Single Player/ Multiplayer e al negozio per acquistare nuovi kit, divise e oggetti da portare in battaglia. Tutto assume finalmente una forma e bastano i primi minuti per capire quanto Bandai Namco abbia commercialmente puntato su questo nuovo episodio. L’Hangar infatti rappresenta esteticamente una sorta di arena dove sugli enormi schermi posti ai suoi margini vengono puntualmente trasmessi i classici spot promozionali distribuiti realmente da Bandai Namco per promuovere i Gunpla.
Questa volta le missioni Single Player e Multiplayer sono state raggruppate in varie regioni della terra e dello spazio: Space, Moon Base, Great Canyon, Panama Base, Africa Tower, Orbital Ring, Frontier-I e Island Iffish. Ognuno di questi set offre una serie di missioni da portare a termine e un boss finale da battere. Ognuna di queste missioni ha un bottino preimpostato che si ottiene in base al rango ottenuto, maggiore sarà la valutazione finale e migliore sarà ovviamente ciò che ci porteremo a casa.
Ecco le varie missioni presenti nel gioco:
Team Vs: il team del giocatore dovrà affrontare un team avversario controllato dall’IA. I team saranno evidenziati da una barra di energia, se il giocatore riuscirà ad azzerarla si aggiudicherà la vittoria
Survival: In queste missioni si dovrà completare uno stage affrontando HG, MG e PG. I giocatori avranno a disposizione una barra di energia limitata che dopo un determinato numero di morti si esaurirà con il consecutivo game over.
Capture the Flag: in questa missioni due squadre lottano per la conquista di tre settori.
Tower Defense: missioni di tipo “orda” dove si è chiamati a difendere da uno a quattro pilastri energetici
Boss Battle: queste missioni, identificate con tre pentagoni rossi, rappresentano il boss di fine settore. Ci sono una decina di boss ben diversificati, tutti di taglia molto generosa e caratterizzati da pattern di combattimento davvero variegati.
Oltre alle missioni legate alla storia principale ci sono anche le “Challenge Mission”, stage particolari ambientati in alcuni luoghi iconici come il Gundam Cafè di Tokyo, riprodotto fedelmente in ogni suo particolare.
Bandai Namco si è rimboccata le maniche e ha ascoltato tutti i feedback dei giocatori. Fra le prime apprezzatissime novità che troviamo nel gameplay c’è sicuramente il “loot system” totalmente rivisto alla base. Ora tutti i componenti non sono identificati da un numero basso o alto di stelle ma bensì dal livello, i pezzi si otterranno una sola volta e il gioco provvederà automaticamente ad eliminare le copie degli stessi già ottenuti. Questa piccola grande introduzione ribilancia tutto il gameplay dando quindi la possibilità al giocatore di poter creare il proprio Gunpla e potenziarlo nel corso del tempo dall’apposito menù Scratch, che qui funge anche come crafting per creare veri e propri pezzi nuova di zecca, sfruttando i materiali ricavati dal bottino di ogni missione. I materiali a dire il vero non sono altro che i Polycaps dei Gunpla, qui trattati come elementi utili a sintetizzare armi o semplicemente per potenziarne le statistiche. Ogni componente però è dotato anche di abilità uniche oppure di specializzazioni in determinate classi di armi: mitragliatrici, fucili di precisione, beam rifle, beam saber, lance, lanciamissili oppure melee. Grazie a degli appositi strumenti chiamati “Converter” si potranno cambiare queste specializzazioni per dare quindi uno stile unico al proprio gunpla. Possono esserci milioni di varianti differenti ed ognuna di esse porta sempre alla scoperta di letali combinazioni per rendere il gameplay sempre diversificato.
Giusto per farvi un piccolo esempio, durante una sessione online abbiamo realizzato una sorta di S Gundam combinato con le parti del Rozen Zulu e le braccia de Perfect Zeong. Unendo le peculiarità di queste tre unità è nato una sorta di Mobile Suit di tipo “disturbatore” capace di sfruttare ben tre tipi di armi remote per mettere in crisi i nemici e danneggiarli: le braccia del Perfect Zeong e l’Incom del S Gundam sono di tipo offensivo mentre gli Incom del Rozen sono capaci di bloccare gli avversari in una sorta di beam net. Gundam Breaker 2 pone tantissimo l’accento sulla personalizzazione rispetto al passato e sono momenti come questi che si realizza il vero potenziale di questo nuovo franchise videoludico. Ad aumentare ulteriormente la longevità del prodotto ci pensa il “Build Breaker Rank”, un level system classico che ci permette di accedere sempre a nuovi gunpla guadagnando esperienza nelle missioni o craftando armi e pezzi.
Per la grande gioia dei giocatori più perfezionisti, Bandai ha introdotto anche la possibilità di personalizzare i propri modelli utilizzando oltre 100 decal diverse, ognuna applicabile sui vari pezzi del Mobile Suit. A questo va poi ad aggiungersi un painting più profondo, ora libero da qualsiasi vincolo e la modalità “Foto”, dove possiamo esporre il nostro modello in varie pose e scattare uno screenshot da caricare sul sito di Gundam Perfect Games per partecipare a vari contest o mostrarlo semplicemente agli amici.
Il primo Gundam Breaker soffriva di molti problemi, anzi tantissimi, uno su tutti la sua progressione spalmata malissimo per tutto il gioco. Il livello di difficoltà era calibrato male, obbligando i giocatori a dover per forza giocare online per poter finire tutto il gioco. Questa volta tutto è cambiato, merito anche delle numerose modifiche apportate al combat syatem, più frenetico, veloce e mappato molto meglio sui comandi, anche se su Playstation VITA permangono alcune perplessità con i tasti dorsali L e R. I combattimenti ad arma bianca ora sono legati esclusivamente ai tasti quadrato e triangolo, rispettivamente combo base e combo potente mentre le armi da fuoco sono state direttamente relegate al tasto dorsale L, meno reattivo e scomodo ma molto più efficace quando si gioca su PS3 o PS TV con i Dualshock 3 e 4. Il Gaios System ora vanta una EX-Skill tutta sua molto potente, differenziata in base al tipo di arma equipaggiata. Le armi di tipo sniper ora sono molto più comode e quando sono impiegate la telecamera si pone sulla spalla del Mobile Suit per migliorare la stabilità di tiro. Fatiscenti e degne di nota sono le armi bianche, chiaramente l’arma principale sulla quale gli sviluppatori hanno concentrato il meglio del lavoro per caratterizzarle e renderle uniche. Fra lance, doppie spade e persino spadoni, la quantità e varietà non manca. Pregevole, e fortunatamente meno esuberante di quanto ci potessimo aspettare è stata l’interazione con alcuni elementi dei vari stage. Capita infatti di poter utilizzare i noti base jabber per spostarsi più velocemente, fare fuoco da torrette o addirittura pilotare i Mega Rider. Queste armi “usa e getta” sono generate proceduralmente nei vari scenari e sono un buon accessorio per allungare il divertimento nelle lunghe missioni.
I passi in avanti sono tanti quindi e grazie ai nuovi bilanciamenti e alla possibilità di potenziare il Gunpla, spariscono definitivamente tutti gli esasperanti game over inutili visti nel primo capitolo. Il gioco resta comunque difficile in alcuni frangenti, e nella maggior parte dei casi l’IA dei compagni ci è parsa alquanto inutile, nonostante il loro vano tentativo di rianimarci.
Dal punto di vista tecnico Gundam Breaker 2 è un vero gioiello per Playstation VITA e Bandai Namco ha già dimostrato in passato di essere molto brava a sviluppare prodotti cross-platform per PS3 e PSvita. Il primo Gundam Breaker ci fece storcere un pò il naso su VITA per alcuni bizzarri downgrade effettuati su certi Mobile Suit, questa volta invece il porting in chiave portatile si è dimostrato davvero grandioso, senza aver sminuito in alcun modo gli scenari e i modelli poligonali dei Mobile Suit presenti su Playstation 3. Le texture dei modelli sono di pregevole fattura, curate e rifinite per renderli quanto più fatiscenti possibili sullo splendido schermo OLED di Playstation VITA. Gli scenari, che questa volta si spostano anche nello spazio, sono molto curati ma è sicuramente il Gundam Cafè quello con il level design più impreziosito.
Quanto a fluidità il gioco non è sicuramente perfetto, sopratutto online ci sono spesso alcuni cali di framerate capaci di mandare crisi la console durante i momenti più caotici. Ovviamente durante il gioco in singolo il framerate si attesta su livelli molto stabili, inciampando solo in alcune occasioni. Anche il comparto sonoro è stato quasi rivisitato con colonne sonore meno anonime e più epiche, mentre i Perfect Grade e i Master Grade vengono accompagnati da un brano della loro serie principale quando appaiono nelle missioni.
Gundam Breaker 2 si riconferma un franchise nascente dal futuro molto roseo davanti a se. Se il primo ero poco più di un semplice esperimento per far emergere la fan base videoludica del Robot Bianco, questo sequel ne evolve in positivo tutti gli aspetti negativi e perfeziona quanto di buono già funzionava, la personalizzazione e il gameplay sono gli esempi più evidenti. Il gioco resta consigliato esclusivamente ai fan di Gundam e sopratutto dei Gunpla. Se non avete spazio per i vostri Gunpla a casa, Gundam Breaker 2 si pone come una valida alternativa, sopratutto se giocato su Playstation VITA. Suvvia, chi è che non darebbe una piccola ritoccatina al proprio Gunpla in treno?
Voto: 8
🙂
– Circa 200 Gunpla –
– Personalizzazione molto profonda –
– Gameplay rivisitato al meglio –
– Missioni più variegate –
– Longevità alle stelle –
– Tecnicamente molto buono –
– Difficoltà ben bilanciata –
-I nuovi Boss sono ben contestualizzati –
🙁
– Qualche piccola imperfezione nei comandi –
-Il framerate non è mai stabile online –
– Storia insulsa –
-IA Inutile –
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