Batman: Arkham Knight – la nostra recensione!

Batman: Arkham Knight. L’ultima sfida del Cavaliere Oscuro!

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  • Nome completo – Batman: Arkham Knight
  • Piattaforme – Playstation 4/Xbox One/ PC
  • Producer – Warner Bros.
  • Developer – Rocksteady Studios
  • Distribuzione – Digitale/disco

Siamo finalmente giunti al momento tanto atteso. Sei anni fa un gruppetto di timidi sviluppatori denominato Rocksteady si è affacciato sull’industria dei videogiochi, proponendo al mondo il primo vero tie-in tratto da un fumetto che fosse capace di competere con le produzioni tripla A del settore. Affascinante, oscuro e con un gameplay per l’epoca davvero fresco e interessante. Il nome di quel gioco, che da li in poi sarebbe diventata una delle saghe più fruttuose delle ultime due generazioni di console, era Batman: Arkham Asylum.

Sviluppato inizialmente come un semplice tie-in ambientato nell’universo del Cavaliere Oscuro di Gotham, il gioco faceva leva sul carisma di un protagonista arcinoto, ma mai realmente esploso nel mondo dei videogiochi, e ovviamente su un grande antagonista come il Joker, vera punta di diamante del mondo di Batman, e l’unico capace di permettere a Rocksteady di creare un mondo folle, oscuro e senza alcuna regola, il manicomio di Arkham. Grande e lodevole è stata inoltre l’abilità del team di cogliere molte delle sfumature psicologiche viste nella trilogia cinematografica del Batman di Christopher Nolan. Pur essendo molto più aderente al mondo cartaceo della DC Comics, il Batman di Rocksteady è sempre stato influenzato dalle pellicole cinematografiche, e chi segue almeno un minimo il cinema, non potrà certamente astenersi dal notare scelte stilistiche, artistiche e sonore che richiamino al mondo di Hollywood.

I meriti di Rocksteady però non si fermano certamente al rilancio della figura di Batman, ma anche al particolare sistema di combattimento che da circa due generazione è diventato il principale punto di riferimento per gli action game moderni. Stiamo parlando ovviamente del Free-Flow System, un sistema di combattimento che punta alla spettacolarità e anche ai riflessi per parare i colpi, contrattaccare e infine mettere KO i nemici. Dal 2009 a oggi il Free-Flow è diventato anche il principale motore di molti titoli pubblicati da Warner Bros., come l’apprezzatissimo Shadow of Mordor, o l’ancor più recente Mad Max in uscita a Settembre.

Dopo l’ottimo Batman: Arkham City, uscito nel 2011, Rocksteady decise di prendersi una pausa per dedicarsi a qualche progetto per console di nuova generazione, all’epoca ancora non annunciate. Nel mentre che il talentuoso studio britannico lavorava in grande segreto al nuovo Batman per PS4, Xbox One e PC, Warner Bros. non poteva certamente lasciare l’utenza delle vecchie console a bocca asciutta, e fu così che nel 2013 venne rilasciato Batman; Arkham Origins, un prequel della saga sviluppato da Warner Bros. Games Montréal per PS3, Xbox 360 e PC.

Pur non vincendo per le novità, Batman: Arkham Origins si rivelò comunque un prodotto all’altezza delle aspettative, forse anche il migliore della serie dal punto di vista narrativo, grazie a una sceneggiatura capace di sorprendere persino gli appassionati del fumetto.

A sei anni di distanza eccoci finalmente arrivati all’ultimo capitolo della saga Arkham, l’ultima grande notte del paladino di Gotham, la sua più grande prova fisica e psicologica che abbia mai potuto affrontare, Batman: Arkham Knight.

La lunga notte di Gotham

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Prima di entrare nel vivo della recensione, vi avvisiamo che sarà presente qualche spoiler legato alla saga di Batman: Arkham, quindi prestate molta attenzione durante la lettura se volete evitarvi spiacevoli sorprese. Batman Arkham Knight è dirompente nelle battute iniziali, la storia riprende esattamente un anno dopo la fine di Arkham City. Joker è morto, il Commissario Gordono si è personalmente occupato di cremare il suo cadavere per non lasciare più traccia del folle criminale a Gotham, ma la città ben presto si ritroverà a fare i conti con una terribile minaccia, lo Spaventapasseri.
Con un prologo dal grosso impatto scenico, e con una regia davvero di grande qualità e attenta ai dettagli, Batman: Arkham Knight ci getta subito nel bel mezzo di una città in pieno caos, con i criminali, alcuni molto noti come Due Facce e Pinguino, che scuotono brutalmente le strade di Gotham mietendo vittime. Lo scopo di Spaventapasseri è infatti quello di spargere una tossina allucinogena su tutta la città, e per fare ciò si è procurato una milizia personale guidata dal misterioso Arkham Knight, un figuro dall’aspetto e dalle abilità molto simili a quelle di Batman, ma caratterizzato da un’ indole violenta. A l’Arkham Knight non interessa il potere, egli non vuole il controllo della città, il suo unico scopo è uccidere Batman e vendicarsi di un torto. Le premesse si rifanno chiaramente alla trilogia cinematografica di Nolan, in particolar modo proprio all’ultimo dei tre film, Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, ma la forza della sceneggiatura emerge sopratutto sulla costante ricerca della vera identità dell’Arkham Knight, che pur essendo ideato per il gioco, rappresenta l’alter ego di un personaggio già esistente nel mondo della DC Comics.

L’Arkham Knight è spietato e vendicativo, la vera e propria nemesi definitiva di Batman. Le sue doti militari e la capacità di analizzare il campo di battaglia e prevedere le mosse del pipistrello, lo rendono un nemico sempre imprevedibile. E’ proprio il grosso fascino di questo personaggio a rendere la trama di Batman: Arkham Knight davvero sensazionale e ricca di colpi di scena, forse un po’ prevedibili per gli esperti dei fumetti, ma comunque di grande impatto emotivo sui giocatori, merito anche dell’abilità tenuta dagli sviluppatori nel gestire l’intero comparto narrativo, sempre pronto a sconvolgere. Credete che l’aggressiva campagna marketing sia stata spoilerosa? Tranquilli, Rocksteady non ha mai neanche scalfito quello che è il vero nocciolo della storia alla base di questo trionfale episodio finale, e possiamo assicurarvi che di sorprese c’è ne saranno davvero tantissime.

Anche la Batmobile ha il suo fascino

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Il gameplay del gioco resta più o meno il medesimo, fatta eccezione per la presenza di un mondo sandbox molto più grosso a disposizione del giocatore. Se prima ci muovevamo per una sorta di enorme hub cittadino, ora sarà proprio Gotham il parco divertimenti di Batman: Arkham Knight. Il nostro amichevole pipistrello è libero di spostarsi sui tetti di questa enorme città in piena libertà, e anzi, per l’occasione Rocksteady ha limato parte di quelle legnosità presenti nei movimenti di Batman e la telecamera, rendendo ora il tutto più agevole.

La vera grossa novità è però rappresentata dall’introduzione della Batmobile, qui finalmente presente in ogni sua sfaccettatura dopo le grande richieste dei giocatori. Se prima l’assenza della Batmobile era giustificata da un mondo di gioco davvero ristretto e poco consono a spostamenti in corsa, ora il tutto viene pienamente supportato da una città almeno tre volte più grossa della precedente e pensata sopratutto per l’ambiente urbano.

Guidare la Batmobile fa sicuramente un certo effetto, merito anche del grande lavoro compiuto dagli sviluppatori nel cercare di creare quasi un secondo “personaggio” che vivesse di vita propria all’interno del gioco. E difatti di questo parliamo, la Batmobile è parte integrante della struttura di gioco e per quanto cerchi certe a volte di ritagliarsi davvero fin troppo spazio rubando la scena a Batman, è impossibile non lodare le abilità di un team che ha cercato di creare una vera automobile unica nel suo genere.

Grazie a un sistema di guida, neanche tanto male e virato chiaramente all’arcade, la Batmobile è la protagonista numero uno di numerose sfide e delle gare dell’Enigmista, nelle quali si dovranno superare una serie di ostacoli in mappe realizzate appositamente per l’occasione, e che verranno arricchite da nuove nei prossimi mesi con i DLC.

Ma la Batmobile non è pensata solo per rincorrere i criminali che scorrazzano per la città, ma anche per affrontare i numerosi blindati sparsi dalla milizia dell’Arkham Knight, di cui ne esistono diverse tipologie pronte a mettere KO questo super corazzato guidato da Batman. Come affrontarli direte voi? State pure tranquilli, Batman non guida per le strade di Gotham senza essere equipaggiato a dovere e la Batmobile in questo caso nasconde alcune interessanti “features” che avremo modo di sviluppare nel corso della storia principale. Premendo il tasto L2, l’auto assume una forma da combattimento simile a un vero e proprio carro armato, tuttavia la dotazione è molto più assortita e pensata per ogni situazione, abbiamo infatti delle mitragliatrici, un cannone principale da 60mm, un virus capace di assumere il controllo dei droni nemici e persino delle granate EMP per mandare in tilt i sistemi dei blindati avversari. Non vi basta? Bene, sappiate che guadagnando esperienza potrete persino potenziare ulteriormente le capacità dell’auto, accedendo direttamente dal menù della Wayne Tech, il medesimo che potremmo poi utilizzare anche per potenziare la tuta di Batman. Come abbiamo però citato poco sopra, la Batmobile certe volte tende a essere fin troppo la protagonista, prendendo il posto di Batman nella risoluzione di alcuni puzzle ambientali, e per quanto inizialmente si possa elogiare ciò di cui è capace questo gioiellino, si sente comunque il bisogno di voler ritornare a vestire i panni di Batman. Sia chiaro. non parliamo di veri e propri sbilanciamenti nella gestione del gameplay, ma in alcuni punti l’impiego dell’auto smette di essere funzionale diventando una forzatura chiaramente rivolta ad allungare la longevità del prodotto.

A spasso per Gotham

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La città di Gotham è bella, e grazie agli giusti escamotage narrativi, Rocksteady ha evitato ancora una volta di dover riempire la città con NPC, creando invece un mondo abitato esclusivamente da criminali e agenti di polizia, con eventi randomici che possono spesso sfociare in lunghi inseguimenti oppure conflitti a fuoco con le forze dell’Arkham Knight. Nel bel mezzo della lunga storyline principale, Batman si ritroverà ad affrontare anche altri criminali in una serie di missioni secondarie a loro dedicate, casi di omicidi da risolvere oppure prove da affrontare.

Parlando del gameplay ci sarebbe tanto da dire, sopratutto sul free-flow, questa volta snocciolato ulteriormente con alcune interessanti trovate che rendono i combattimenti ancora più divertenti. Oltre a nuovi gadget capaci di confondere i nemici hackerando i loro sistemi di comunicazione, Rocksteady ha deciso di rendere gli scontri con i criminali ancora più brutali rispetto al passato, aggiungendo persino l’interazione con l’ambiente circostante oppure utilizzare armi dozzinali come casse, sedie o mazze. Infine troviamo il “Dual Play”, una features molto particolare presente solo in alcuni momenti del gioco e che permette al giocatore di poter utilizzare Robin, Catwoman o Nightwing alternandoli a Batman durante i combattimenti con la sola pressione di un tasto, con annessa la possibilità di creare una combo KO in doppio. Il Dual Play però si mostra solo in pochissimi momenti durante il gioco, e per quanto sia una trovata interessante, avremo preferito magari utilizzare direttamente questi personaggi in maniera assai più approfondita.

Non manca all’appello neanche la visuale da “Detective”, che ancora una volta torna a farci compagnia per risolvere gli enigmi ambientali oppure una serie di missioni secondarie ben specifiche di cui sinceramente vorremo evitare di parlare per evitare troppi spoiler. In queste fasi, mai troppo abusate rispetto al precedente Arkham City, Batman è chiamato a ricostruire le scene del crimine, analizzando ogni dettaglio dell’ambiente circostante in cui è avvenuto il crimine in questione. Per rendere le dinamiche di ogni caso quanto più realistiche possibili e “vivaci”, Rocksteady ha implementato anche un sistema capace di riavvolgere la scena del crimine, oppure, quando possibile, di alterare i video dei sistemi di sorveglianza cercando piccoli dettagli all’interno dei vari frame. La modalità Detective non comporta una rosa di apprendimento molto complessa, ma non nascondiamo di esserci inizialmente ritrovati abbastanza confusi dalla mole di informazioni a schermo. Fortunatamente la situazione cambia drasticamente dopo aver familiarizzato con le novità, e in più di qualche occasione siamo letteralmente rimasti a bocca aperta per la cura maniacale riposta nella realizzazione di queste fasi, sicuramente quelle più riuscite del gioco.

I gadget, che sono una delle caratteristiche principale di ogni Batman che si rispetti, non potevano certamente saltare anche questa avventura, e fra questi spiccano anche alcuni gioiellini nuovi e molto stuzzicanti da utilizzare. Abbiamo infatti un dispositivo capace di penetrare alcuni sistemi informatici come i droni volanti, torrette dispiegate o persino elementi dello scenario volti confondere i gruppi di nemici, cercando magari di disperderli e coglierli impreparati con un bel KO Silenzioso. Altri due gadget molto interessanti, che vanno a far compagnia a quelli già visti in passato, sono: un disturbatore remoto in grado di mettere fuori uso le armi da fuoco oppure per creare dei segnalatori da seguire, utili durante alcune missioni secondarie; e poi troviamo un riproduttore vocale, capace di riprodurre, attraverso un semplice minigioco, la voce di alcuni personaggi chiave per impartire ordini ai criminali.

Molti di questi gadget vengono quasi solo presentati nel corso delle missioni principali, ma scavando nelle varie sotto trame sparse per Gotham, Rocksteady ha cercato di dare quanto più spazio possibile a ognuno di essi. Uno dei grossi pregi di Batman: Arkham Knight è dato proprio dal dosaggio di ogni situazione presente nella storia principale, che nelle sue ben 15 ore di longevità, cerca sempre di offrire situazioni fresche, fra i quali spicca sicuramente l’ improbabile inseguimento nei tunnel di Gotham con una gigantesca trivella, o ancora, le brevi fasi stealth a piedi dove non bisogna essere individuati dai blindati dell’Arkham Knight.

Il rischio che si possano ripetere determinate situazioni è sempre tarato verso il basso, rendendo quindi la campagna di Batman; Arkham Knight sempre ben variegata e con tempi morti ridotti quasi all’osso.

Gotham City non è mai stata così bella

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Una delle particolarità legate allo sviluppo di Batman: Arkham Knight sta proprio nel motore grafico impiegato da Rocksteady, una versione assolutamente irriconoscibile dell’Unreal Engine 3 che tanto ha spopolato durante la passata generazione di console. Pur trattandosi effettivamente di un motore molto antiquato per i tempi che corrono, il team l’ha pesantemente personalizzato per contestualizzarlo sui nuovi hardware di PS4 e Xbox One, ottenendo probabilmente uno dei migliori comparti visivi dopo Assassin’s Creed: Unity.

Alla base dell’engine di Batman: Arkham Knight si trovano infatti numerosi giochi di luce e ombre che oseremmo definire quasi fotorealistici in certi casi, mentre lascia senza parole la perenne pioggia che ricopre le strade e i tetti di Gotham. Oltre a essere scenicamente perfetta e adagiata al contesto di “città oscura”, in realtà gode anche di una fisica propria, e l’occhio più attento non potrà certamente evitare di notare il picchiettio dell’acqua sulla dettagliatissima armatura di Batman. Quanto alla modellazione poligonale, i personaggi principali come Batman, Robin e i vari antagonisti vantano un numero di texture davvero elevatissimo, con animazioni facciali che fanno sentire a suo agio anche il giocatore/spettatore dei momenti cardine della narrazione. Lo stacco dei modelli fra i principali e secondari non è molto vistoso, ma in certi casi si nota comunque che abbiamo a che fare con un motore grafico di vecchia generazione. Altra grande nota di merito è l’enorme lavoro di ottimizzazione compiuto sul codice, ulteriormente limato da alcune patch post-lancio. Per le quasi 20 ore di giocato non siamo mai inciampati in qualche bug, ma ben più interessante è sopratutto il framerate, che nonostante una città grossa come Gotham, è nella maggior parte dei casi bloccato sempre a 30 fotogrammi al secondo.

Chiude infine un comparto sonoro di altissima qualità, con una colonna sonora composta dal duo Nick Arundel & David Buckley. Attraverso gli inserti, i due compositori hanno dimostrato una grande passione per la figura di Batman, delineandone i suoi tratti oscuri, i suoi fantasmi personali e sopratutto il suo ergersi paladino verso una città perennemente in degrado, ricoperta dal manto della criminalità organizzata.

Commento finale

Batman: Arkham Knight è la maestosa conclusione di una trilogia che ha inevitabilmente plasmato il mercato quando circa sei anni fa si avvicendò sulle nostre console e PC. Ma la saga di Arkham è stata anche determinante per la maturazione di Rocksteady nel mondo dei videogiochi, che dopo ben due capitoli molto apprezzati, chiude in bellezza le vicende del crociato di Gotham regalandoci un titolo narrativamente profondo, che tocca le giuste corde emozionali e sopratutto diverte i giocatori offrendo un numero spropositato di ore di gioco. Consigliamo Batman: Arkham Knight sostanzialmente a tutti i videogiocatori che sanno di ritenersi tali, ma ovviamente è inutile non strizzare l’occhio agli appassionati del personaggio, che ritroveranno in questo capitolo tantissimi riferimenti all’universo cartaceo DC Comics, ma sopratutto avranno il piacere di vivere in prima persona una delle storie più intime del personaggio che siano mai approdate sugli schermi, e che trae tanta ispirazione dalla trilogia cinematografica recentemente vista al cinema.

VOTO: 9.5

🙂

– Picchi narrativi altissimi –

– Tecnicamente maestoso –

– Numerosi riferimenti all’universo di Batman –

– Tante minuziose aggiunte al gameplay –

– Comparto sonoro sensazionale –

-La Batmobile è una gradita introduzione…

🙁

… ma certe volte la sua utilità viene abusata –

 

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