Digimon Story – Cyber Sleuth: la nostra recensione

Digimon Story – Cyber Sleuth. Tornano i mostri digitali più amati di sempre!

Digimon-Story-Cyber-Sleuth

  • Nome completo – Digimon Story: Cyber Sleuth
  • Piattaforme – Playstation 4/Playstation VITA
  • Producer – Bandai Namco Games
  • Developer – Media Vision
  • Distribuzione – Digitale/disco
  • Data di uscita – 12 Marzo 2015 (Jap), 2016 (Eur)

In occasione del quindicesimo anniversario del franchise di Digimon che cade a fagiolo proprio in questo 2015, Bandai ha deciso di rivilitalizzare questo storico brand, da sempre considerato una versione fiacca e priva di personalità dei ben più noti Pokémon. Oltre all’annunciata serie animata Digimon Tri, è stato realizzato anche un progetto videoludico legato al sotto-brand Digimon Story, storie parallele ambientate in mondi a se stanti che si dissociano da altri prodotti della serie, contestualizzando le origini dei Digimon e del DigimonWorld in modo sempre differente sfruttando i videogiochi come media di riferimento.

I mostri digitali sono forse molto più noti (manco a dirlo ) sopratutto nell’ambito dei videogiochi, che da sempre cercano di emulare le caratteristiche dei mostriciattoli di Nintendo, sfruttando però la loro diversità per dare vita a prodotti quasi unici, come il primo indimenticabile Digimon World per PSX. Gioco peculiare, in cui i giocatori dovevano prendersi cura del proprio Digimon, allenarlo, fallo evolvere e aiutare le creature di Digiworld portando a termine numerosi incarichi. Poco a poco la serie si è canonizzata assumendo sempre di più le sembianze di un vero e proprio Pokémon made in Bandai, trasformandosi in JRPG classico ma che come già detto, si allontanava dalla concorrenza grazie ad alcune sottilissime differenze.

Con un franchise dei Pokémon che ha ormai abbracciato definitivamente il 3D grazie all’hardware del 3DS, Bandai ha preferito spostare la propria attenzione su una piattaforma portatile ben più performante per creare un prodotto che fosse all’avanguardia dal punto di vista tecnico, e capace di soddisfare i palati dei grandi appassionati dei giochi di ruolo giapponesi. E così che quindi nel 2013 venne annunciato Digimon Story: Cyber Sleuth per Playstation VITA, ambiziosissimo JRPG caratterizzato da un comparto grafico davvero di prima qualità, con oltre 100 Digimon a disposizione e una rosa di protagonisti capaci di dare vita alla storia più originale mai vista nell’intero franchise dei Digimon Story. Si, prima di passare alla recensione vi assicuriamo che il lavoro compiuto da Bandai Namco e gli sviluppatori Media Vision è davvero notevole, forse non un gioco rivoluzionario, ma un titolo capace di fare sue tutte le meccaniche trite e ritrite nel genere degli RPG nipponici, per limarle con qualche stuzzicante aggiunta pokèmoniana.

Social, Cyberspazio e Digimon

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Pur con qualche inciampo qua e là, le varie serie animata di Digimon hanno sempre toccato corde emozionali e temi adolescenziali da non sottovalutare, uno su tutti il valore dell’amicizia, forse l’elemento più ricorrente in tutta la saga. Ecco, Media Vision con il suo Digimon Story Cyber Sleuth ha deciso di “rompere questa magia” cercando di creare qualcosa capace di essere contestualizzato in modo più realistico, e che fungesse anche da sana provocazione all’enorme salto tecnologico visto in questi ultimi 15 anni.

In Digimon Story Cyber Sleuth il mondo e tutta la sua popolazione vivono perennemente connessi alla rete attraverso il Cyberspazio, detto anche EDEN, una sorta di gigantesca città digitale attraverso la quale ognuno è libero di comunicare realizzando delle chat room private. L’evoluzione della tecnologia ha portato tutti a essere dipendenti dalla rete e ciò ha comportato anche la nascita di virus sempre più pericolosi che gli hacker amano chiamare Digital-Monster.

Il giovane protagonista, a scelta fra sesso femminile o maschile, incuriosito dalle misteriosi voci che circolano sui mostri che popolano il Cyberspazio (EDEN), decide di organizzarsi con un gruppo di amici conosciuti in una chat room per addentrarsi in uno dei piani più bassi della piattaforma e confutarne la veridicità. Assieme all’amica Nokia, il protagonista si imbatterà proprio in alcuni Digimon, e grazie all’aiuto di un misterioso figuro noto come il “fantasma del Cyberspazio”, entrambi entreranno in possesso del Digimon Capture, uno strumento capace di assimilare i dati dei Digimon e poi convertirli in creature vere e proprie da aggiungere al party. A causa di un malfunzionamento al sistema del Cyberspazio però, subito dopo il protagonista verrà semi-rinconvertito in dati e dopo essersi del tutto ripristinato, parte del suo corpo resterà digitalizzata e questo gli permetterà di viaggiare fra il mondo reale e l’EDEN. La prima metà della trama ci vedrà viaggiare proprio fra questi due mondi, portando a termine una serie di incarichi per conto di Kyoko Kuremi, affascinante detective specializzata proprio nella risoluzione di casi legati ai crimini informatici, mentre la seconda parte stravolge le carte in tavola, ma eviteremo di parlarne per evitarvi spiacevoli spoiler, sappiate però che i colpi di scena non mancheranno e approfondiranno tantissimo il lato oscuro del social moderno.

Un mondo digitale nel palmo della mano

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La storia principale si articola in ben 20 capitoli, per un totale di circa trenta ore di gioco, sessanta se consideriamo le quest secondarie e la mini-espansione che aggiunge un nuovo Digimon e una storia da seguire in parallelo. La caratteristica del gioco è quella di essere un JRPG piuttosto tipico, i dungeon rispecchiano i canoni classici del genere, quindi abbiamo a che fare con veri e propri labirinti ben elaborati, e altri invece meno brillanti. Le missioni principali sono quelle più riuscite, si dovrà parlare con NPC specifici. ottenere informazioni e poi passare all’esplorazione, mentre le quest secondarie sono fine a loro stesse, e ci vedono impegnati nella raccolta di vari oggetti o combattimenti contro Digimon specifici. Criticabile ma comunque dovuta ai limiti dell’hardware, è la scelta di implementare ancora una volta gli scontri casuali, anche se in termini di bilanciamento va comunque precisato che non risultano affatto invasivi, ma va anche detto che nel 2015 molti videogiocatori faticano a digerirli.

La gestione del party è piuttosto complessa: abbiamo infatti a che fare con una griglia composta da ben 11 posti liberi, ma inizialmente si dovrà rispettare la Digi-Memory a disposizione, pari a 20 punti capienza. I Digimon si distinguono per stadi e ognuno di essi, avanzando di livello, può variare dal tipo di costo, raggiungendo in alcuni casi costi elevatissimi. Per farvi un piccolo esempio, se all’inizio il vostro costo limite è 20 punti, allora potrete portare con voi ben 10 Digimon neonati, siccome il loro costo base è di 2 punti ciascuno. Progredendo nella storia o completando le varie quest secondarie, si otterranno degli oggetti per ampliare il limite massimo del party, che tra le altre cose è stato pensato con una sorta di “condividi esperienza” perennemente attivo. Solitamente il giocatore può impiegare un massimo di tre Digimon in campo, tuttavia l’esperienza derivata da ogni combattimento sarà comunque condivisa anche ai Digimon presenti nelle retrovie, semplificando di non poco la progressione e le varie evoluzioni, di cui parleremo a breve.

Restando in “tema party”, ci sembra giusto spendere qualche parola anche sul sistema di combattimento, chiaramente ripreso dal sistema ATB (Action-Turn-Based) di Final Fantasy X. Il giocatore potrà quindi impartire ordini di vario tipo: Attaccare, cambiare Digimon, utilizzare oggetti oppure utilizzare specifiche abilità dei Digimon, nulla di particolarmente innovativo quindi. A 15 anni di distanza però, l’ATB resta comunque un sistema particolarmente divertente e assolutamente da non sottovalutare. Come ogni altro gioco a turni infatti, tutto si basa sulle statistiche, più il Digimon è veloce, più possibilità ci sono di poter anticipare le mosse del nemico, e come i Pokémon, anche i Digimon sono classificati per tipologia ed elementi, comportando danni in maggiore o minore quantità su Digimon di tipo opposto. Digimon Story: Cyber Sleuth non predilige un livello di sfida hardcore e i combattimenti vengono per certi versi “alleggeriti” per conquistare la massa, ma non mancano comunque fasi in cui il titolo di Media Vision si lascia a sfide oltre ogni limite possibile, e in particolar modo ci riferiamo ai contenuti post-game in cui sarà possibile ottenere le varie evoluzioni dei Digimon Knight, vero fiore all’occhiello di questa produzione.

Ricordate la famosa frase “Acchiappali tutti”? Bene, in Digimon Story: Cyber Sleuth questa frase iconica di Pokémon assume un significato ben diverso, visto che qui i Digimon possono essere catturati con una certa facilità grazie alla raccolta dati che avviene automaticamente prima di ogni scontro. L’ossatura del titolo la ritroviamo tutta nella progressione evolutiva di ognuna di queste creature: per rendere il prodotto con una longevità alla pari con i titoli della casa di Kyoto, Media Vision ha reso flessibilissima la cattura dei Digimon e molto più complessa tutta la fase che riguarda la loro digievoluzione.

Non tutti i Digimon hanno un level cap identico, per esempio i neonati arrivano massimo a livello 8, la loro evoluzione nello stadio intermedio può arrivare quasi sempre al 15, 30 per quello di tipo campione e 67, 0 massimo 99, per alcuni Digimon di livello Ultimate. Ogni qualvolta un Digimon evolve in una delle cinque possibili evoluzioni, nascoste da una sagoma nera, questo ritorna al primo livello, ma in compenso tutte le sue statistiche e abilità sono molto più potenti, e il level cap aumenta di qualche punto. Le varie digievoluzioni non sono semplici, oltre al grinding per ripotenziare i Digimon appena evoluti, il giocatore deve tenere conto di alcune restrizioni specifiche che la creatura in questione dovrà rispettare: ogni Digimon deve raggiungere un determinato livello prestabilito, delle statistiche equivalenti alle richieste di tale evoluzione, ottenere determinate pietre speciali se richiesto, e in alcuni casi persino raggiungere una certa affinità con il Digimon, magari dandogli da mangiare nella Digi-Farm. Tutti questi elementi messi in piedi da Media Vision cercano di prendere le distanze dalla concorrenza, rendendo a conti fatti la gestione del party sempre fresca e costantemente in evoluzione. Nonostante i Digimon siano ben differenziati fra loro, il livello di difficoltà tarato verso il basso della produzione pecca comunque della profonda personalità che possono vantare i Pokémon di Nintendo, riferendoci in questo caso alle minuziosi cure applicate dalla buon vecchia Game Freaks nel rendere ogni suo mostriciattolo davvero unico. Sarà indubbiamente merito anche del grosso appeal che questi hanno sul pubblico, ma è inutile nascondere alcune superficialità di Cyber Sleuth.

Chiusa con questa digressione, veniamo ora alla Digi-Farm, una sorta di habitat digitale nel quale il giocatore può allenare i Digimon oppure ricercare oggetti specifici come potenziamenti temporanei delle statistiche o le pozioni classiche. Attualmente possono esserci circa cinque Digi-Farm, ognuna di esse può contenere dieci Digimon, e il giocatore può essere libero abbellirle applicando degli oggetti estetici oppure dei punti d’interesse utili a potenziare le abilità degli stessi. La Digi-Farm a dire il vero è risultata uno strumento quasi accessorio all’esperienza di gioco, indubbiamente può essere utile a chi vuole liberare qualche posto nella squadra ma a conti fatti, la fin troppa accessibilità del titolo ha reso il tutto un mero contentino su cui non avrebbe guastato qualche impegno extra. Carina invece l’idea di poter essere sempre in stretto contatto con i vari Digimon presenti nella Digi-Farm, i quali non mancheranno di inviare qualche delizioso commento in merito alle loro pause relax, via e-mail.

Per accedere alla Digi-Farm e allo storage contenente i vari mostriciattoli digitali, il giocatore dovrà recarsi al Digi-Lab, una sorta di HUB centrale che si trova a metà fra il Cyberspazio e il mondo reale, gestito da Mirei Mikagura, che fungerà anche da assistente durante alcune quest, o saprà sorprenderci verso le ultime battute della storia con un colpo di scena niente male ( prestate molta attenzione ai suoi gatti e capirete). Attraverso il Digi-Lab si possono svolgere anche altre azioni, tipo accedere a dungeon già visitati in passato per cercare un Digimon prestabilito, oppure giocare in modalità multiplayer via ad-hoc o online.

Il comparto multiplayer regala qualche interessante soddisfazione, sarà infatti possibile affrontare altri giocatori in partire classificate oppure libere, e senza vincoli riguardanti la squadra da impiegare in campo. Come le produzioni più recenti di Pokémon uscite su Nintendo 3DS, anche in questo caso non sarà possibile prendere visione della squadra avversaria prima della partita. con la conseguente di non poter modificare la propria, costringendo entrambi i giocatori a essere fiduciosi delle proprie creature portate in battaglia. Battaglie che si possono considerare il vero nocciolo hardcore della produzione, con scontri che a volte possono durano persino oltre i 30 minuti se tutti i Digimon hanno raggiunto la loro forma massima. Questo si riflette dunque sulla sfida “all’ultimo sangue” dove una buona strategia diventa l’unico asso nella manica per potersi portare a casa una sana vittoria, e grazie alla stabilità dei server, non c’è nulla di meglio che giocare contro qualche amico sul proprio divano di casa.

Bello come i Royal Knight

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Il titolo di questo paragrafo non è messo li tanto per, ma ha un suo perché. Digimon Story: Cyber Sleuth è un titolo che fa della sua carta vincente un comparto tecnico davvero all’avanguardia, ma anche una scelte stilistica e artistica ben congegnata, che si sposa altrettanto bene con la visione dell’artista Suzuhito Yasuda, mangaka di grande successo che qui ritroviamo in veste di character designer. Non è la prima volta che Yasuda lavora al design dei protagonisti di un gioco, diversi suoi contributi possiamo già ritrovarli in alcuni capitoli della serie Shin Megami Tensei e in Digimon Word Re: Digitize.

“Bello come i Royal Knight” è un riferimento ai Cavalieri Reali presenti nel gioco, belli e scintillati, proprio come il gioco in sé. Digimon Story Cyber Sleuth esprime al meglio, anche se con qualche compromesso, la potenza di Playstation VITA, ottenendo risultati notevoli in alcuni casi, uno su tutti la modellazione 3D di tutti i Digimon presenti nel gioco e la cura riposta nei vari dungeon dell’EDEN. Anche Tokyo però può essere un bel vedere, e non a caso il quartiere che più frequenteremo sarà proprio Akihabara, pieno zeppo di rimandi alla moda locale giapponese con sale giochi adornate a tema SEGA e Bandai Namco, con tanto di cabinati arcade dedicati a Tekken. Tutta questa meraviglia portatile gestita da un motore in cell shading viene meno quando ci si rende conto di non avere un vero contatto con l’ambiente, che tolta qualche animazione è sostanzialmente spento, statico oseremmo dire. Un discorso analogo anche per i dungeons, scenicamente ben realizzati, con qualche strizzatina d’occhio anche a Super Mario in alcuni casi, ma privi di un vero succo.

Discretamente orecchiabile anche la colonna sonora, composta da Masafumi Takada, e completamente strumentata. I vari brani riprendono alcuni stilemi della musica cyberpunk, altri invece alternano suoni più solari o in certi casi drammatici, senza però mai esagerare, adattandosi quindi bene al contesto.

Commento finale

Digimon Story: Cyber Sleuth è un JRPG piuttosto classico, ben adattato in un contesto portatile, che cerca solo in alcune occasioni dei punti di contatto con i Pokémon di mamma Nintendo. Pur non facendosi carico di un livello di sfida alto e una profondità pari alla concorrenza, Media Vision ha riportato finalmente in auge un franchise che oltre a farci rispolverare Playstation VITA, cerca di sfruttarne anche molte caratteristiche hardware per creare un prodotto comunque unico a suo modo, mischiando elementi ruolistici inediti ad altri ben più noti. Un miscuglio di idee molto interessanti che regalano alla produzione anche una certa personalità e una trama comunque nel suo piccolo ricercata, ma non centrale ai fini dell’esperienza. La caratterizzazione riposta nella gestione delle varie evoluzioni potrà non piacere a tutti, ma il trucco di Media Vision sta tutto nella curiosità di cosa si nasconde dietro la sagoma delle varie ramificazioni di ogni evoluzione. Pur lasciando il fianco a qualche compromesso, Digimon Story: Cyber Sleuth si piazza di diritto nell’olimpo dei migliori JRPG attualmente presenti nel parco titoli di Playstation VITA e per la redazione di cartoonMag è impossibile non consigliarlo agli amanti del genere e del franchise in questione.

VOTO: 8.5

🙂

-Storia e personaggi discretamente interessanti-

-Combat system moderatamente classico-

-Le evoluzioni rappresentano il cuore pulsante del gioco-

-Grande attenzione alla gestione del party-

-Stilisticamente molto ricercato, con un grande occhio alla cultura pop giapponese-

-Multiplayer divertente-

-Tecnicamente splendido…

🙁

…ma con qualche compromesso-

-Scontri casuali-

-Grinding a volte disarmante-

-Forse un pò troppo facile-

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