Vi avevamo promesso la recensione di Phantasy Star Nova esattamente un anno fa, quando quel 27 Novembre si palesò in Giappone facendo la felicità di tanti possessori di Playstation VITA. In quel periodo provammo persino la prima delle due demo rilasciate da SEGA, scrivendo le nostre impressioni a caldo in una breve anteprima in cui si discuteva per lo più del sistema di combattimento.
Oggi però ci siamo finalmente decisi a parlare di questo titolo che dai fan più sfegatati del genere è visto con molta attenzione. Avendo fatto nostra qualche mese una copia del gioco crediamo sia giusto dare spazio anche a certi prodotti, che seppur di nicchia meritano comunque un minimo di considerazione, soprattutto se dietro a un progetto del genere si ritrova il talento di una software che porta il nome di Tri-Ace.
Ma prima di tutto facciamo un bel passo indietro e ritorniamo alle origini di tutto. Phantasy Star Nova nasce come una side story single player da affiancare a Phantasy Star Online 2, il fortunato MMO di SEGA approdato su PC e persino Playstation VITA. Il progetto si potrebbe considerare un vero e proprio derivato, quasi una sorta di espansione standalone pensata appositamente per gli utenti che durante le loro gite non possono permettersi di collegarsi ai server di Phantasy Star Online 2. Se a primo sguardo potrà sembrare di avere a che fare con un Phantasy Star classico, ben presto ci si renderà conto quanto questo sia in realtà legato alla controparte online, sia per quanto riguarda il sottilissimo filo narrativo che per le meccaniche vere e proprie.
Phantasy Star Nova è ambientato nello stesso universo di Phantasy Star Online 2. Non sappiamo precisamente in che periodo della storia, ma tutto ciò è assolutamente secondario per noi. La vicenda inizia nello spazio, dopo aver creato il nostro personaggio attraverso il profondo editor di gioco (letteralmente strappato via da Phantasy Star Online 2), i giocatori si ritroveranno all’interno di una nave spaziale arenata su un misterioso pianeta chiamato Machia.
Situato ai margini dello spazio, Machia è un pianeta dove l’energia “Photon” è inutilizzabile. Sulla sua superficie si trovano alcune delle creature più pericolose che si siano mai viste. Fra queste creature spiccano in modo particolare i “Gigantes”, giganteschi mostri caratterizzati da un corpo fatto di tessuto vivente e parti meccaniche dedite all’utilizzo di armi da fuoco a lunga gittata. A questo punto il protagonista e tutta l’allegra troupe di viaggio dovranno sopravvivere su questo pianeta ostile, cercando allo stesso tempo di carpirne anche i segreti più reconditi.
Tutti i menù del gioco, compresa la schermata di combattimento, sono ripresi da Phantasy Star Online 2, in modo da sottolinearne il legame. Le classi disponibili sono quattro, e c’è ne una inedita legata a doppio filo con alcuni elementi studiati appositamente per il gioco:
Quello che differenzia Nova dalla sua controparte online sta tutto negli elementi survival, o presunti tali, che svolgono un ruolo principe nella gestione delle varie risorse, utili praticamente per realizzare tutto ciò che si può ottenere dai vari negozi. E proprio a proposito dei negozi, è impossibile non citare poi la meccanica da housing con cui sarà possibile dare vita alla propria comunità di sopravvissuti investendo denaro nella creazioni di strutture dedicate allo smaltimento di materiali, altre dedite al commercio di abiti, armi o addirittura abitazioni vere e proprie per i propri abitanti. Progredendo nella campagna principale, la cui durata può comodamente raggiungere le 50 ore senza considerare le zone esplorabili opzionali con varie quest secondarie da portare a termine. Le cose da fare sono più o meno tante quindi, se non fosse che alla lunga il gioco tende a ripetersi fin troppo, con una meccanica circolare abbastanza prevedibile che comprende esclusivamente la raccolta di un numero preciso di oggetti, orde di nemici da eliminare, o gli scontri con i coriacei Gigantes.
L’esplorazione dei vari dungeon, tutti più o meno identici fra loro, non regala alcuna soddisfazione e se aggiungiamo anche un livello di difficoltà mediamente basso, vi renderete subito conto come tutto ciò diventi un semplice pretesto per allungare missioni dove magari il Gigantes di turno è l’unico vero boss da sconfiggere. Gli scontri con i Gigantes infatti sono il vero fiore all’occhiello della produzione per due motivi ben precisi:
1- Ogni Gigantes è equipaggiato con armi montate su ogni parte del corpo, quindo l’obbiettivo del giocatore per poter raggiungere il nucleo vitale posto sulla testa, è distruggere le singole parti del corpo.
2- Il secondo punto si ricollega direttamente al primo. Se siete equipaggiati con un Pile, o un membro del vostro team ha a propria disposizione questo potente cannone, ogni proiettile che colpirà il Gigantes ne penetrerà l’armatura in modo tale da facilitare la cattura della creatura attivando l’abilità apposita della classe Buster, l’unica che può essere combinata con tutte le altre abilità di classi differenti.
I Gigates sono un pò come i Pokémon, si differenziano per livello, abilità e attributi. Durante il nostro lungo test ne abbiamo catturati una decina, e ognuno di essi può produrre effetti differenti in battaglia. Ogni Gigantes può essere portato in battaglia aggiungendo l’icona designata al pannello verticale/orizzontale delle abilità da combattimento, il medesimo già visto in Phantasy Star Online 2. Anche se si possono portare con se 10 Gigantes, per controbilanciare la loro potenza Tri-Ace ha creato un solo contatore di ricarica che andrà a coprire tutti gli altri. Qualora quindi si decidesse di evocare anche un solo Gigantes, non si potrà effettuare subito una seconda evocazione.
La scelta ha un suo perché a livello di bilanciamento, ma sinceramente sono state davvero pochissime le volte in cui abbiamo sentito il bisogno di invocare l’aiuto di questi giganteschi mostri, colpa di una difficoltà davvero bassina per un titolo che vorrebbe fare chiaramente il verso agli hunting game come Monster Hunter o Toukiden. Se i precedenti Phantasy Star usciti sull’ormai pensionata PSP potevano vantare anche una discreta componente online, da questo punto di vista Nova fa un discutibilissimo passo indietro per lasciare il passo all’anonima modalità co-op locale, quasi come se non volesse provare rubare il trono al fratello maggiore. Per quanto si volesse ironizzare sulla questione una scelta simile probabilmente è davvero dovuta alle intenzioni di SEGA di obbligare comunque l’utenza PSvita a sfruttare Phantasy Star Online 2 per la componente online.
E visto che ci troviamo anche in tema, il vostro avatar di Phantasy Star Online 2 potrà essere trasferito su Phantasy Star Nova come membro aggiuntivo del party. Una scelta estremamente commerciale per le ragioni già elencate poco sopra, ma utile per aver una mano extra durante la progressione.
Dal punto di vista artistico Phantasy Star Nova riconferma alcune delle migliori scelte stilistiche già adoperate dal fratello maggiore, se non fosse per la caratterizzazione tutt’altro che eccellente dei pochi dungeon presenti nel gioco. Trattandosi di un singolo pianeta rispetto ai numerosi presenti nell’MMO, non potevamo certamente aspettarci una varietà incredibile dalla flora e la fauna, e quindi il tutto si riduce a un level design più o meno classico del genere, senza quindi spiccare in qualche particolarità. Più caratterizzati invece i Gigantes, ognuno delineato da uno stile unico tutto suo ispirato a draghi, unicorni, vermi o addirittura ragni.
La colonna sonora resta più o meno la solita, con suoi e musiche riprese dal passato o dall’ormai onnipresente Phantasy Star Online 2. Sul fronte tecnico invece il gioco ci è sembrato più o meno curato. L’engine grafico è stato completamente ereditato dalla controparte online, ma in questo caso è stato ulteriormente potenziato con dei piccoli tool aggiuntivi dedicati all’animazione e alla fisica degli abiti, più definitivi e curati nei dettagli. Avendo a disposizione un codice rimodellato sulla base dell’MMO e pensato con un solo pianeta da esplorare, Tri-Ace ha fatto buon uso delle risorse hardware di PSvita per cercare una migliore stabilità nel framerate rispetto al porting dell’MMO di SEGA.
Il lavoro è tutto sommato riuscito, e anche quando sul piccolo schermo di VITA spesso vengono generati particellari di ogni genere, la console riesce a reggere il tutto con grande fluidità.
Phantasy Star Nova è un RPG che non tradisce affatto le sue origini, e anche se abbiamo davvero adorato poter affrontare i Gigantes in scontri epici e all’ultimo sangue, la sensazione è che il tutto sia una mera estensione venduta a prezzo pieno di Phantasy Star Online 2. Sia chiaro, apprezziamo la scelta di voler rendere entrambi i titoli complementari, ma la decisione di tagliare via una componente online che al giorno d’oggi risulta davvero essenziale non ci permette di andare oltre il nostro giudizio che troverete più in basso. Lodevoli invece gli accorgimenti di Tri-Ace apportati al gameplay, se non fosse però che la velocità e la dinamica degli scontri venga minata da un livello di difficoltà più “user friendly”.
Se siete amanti del genere troverete in Phantasy Star Nova un gioco a suo modo comunque profondo che saprà intrattenervi per ore, se invece siete grandi appassionati di Phantasy Star Online e disponete persino di una memory card dedicata su PSvita, allora acquistatelo pure a occhi chiusi. Avere nelle proprie mani tutta l’esperienza dell’MMO anche quando si è in treno non ha prezzo.
🙂
-Combattimenti più veloci e dinamici-
-Gli elementi “survival” funzionano-
-I Gigantes aggiungono pepe al gameplay-
-Si respira tutta l’atmosfera dell’MMO-
-Tanta personalizzazione-
🙁
-Alcuni “guizzi” inediti nel gameplay sono poco sfruttati-
-Difficoltà tarata un pò verso il basso-
-Pochi dungeon, e per di più anonimi-
-Manca il multiplayer online-
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