Fire Emblem Fates – Retaggio: recensione!

Fire Emblem Fates approda finalmente in occidente. Ecco la nostra recensione dell’ultima fatica di Intelligent System!

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  • Nome completo – Fire Emblem Fates: Retaggio
  • Piattaforme – Nintendo 3DS/2DS
  • Producer – Nintendo
  • Developer – Intelligent System
  • Distribuzione – Digitale/Cartuccia
  • Data di uscita – 20 Maggio 2016

Dopo il grande successo di critica e pubblico ottenuto con l’ottimo Fire Emblem: Awakening i ragazzi di Intelligent System ritornano sulla loro creatura dopo una pausa durata circa quattro anni. Per il nuovo progetto il team nipponico ha deciso di puntare al grande blockbuster portatile e solcare di conseguenza l’ottimo successo di Awakening, visto che fino a qualche anno fa la serie è stata commercialmente sempre messa in disparte, ma nella sua nicchia è sempre stata la migliore nel genere di riferimento, gli strategici RPG.

Il nuovo capitolo della saga intitolato Fire Emblem Fates rappresenta un progetto colossale per il team e questo sarà sicuramente evidente a coloro che hanno speso oltre 100 ore nel precedente episodio. Percorrendo un sentiero non tanto dissimile da Game Freaks Intelligent System ha deciso di realizzare ben tre diverse versioni del gioco: nelle prime due rispettivamente intitolate Retaggio e Conquista, il giocatore dovrà schierarsi con una delle due fazioni del gioco e seguire così due percorsi narrativi differenti, mentre la terza versione sarà un DLC intitolato Rivelazione, il quale sarà disponibile ufficialmente a tutti a Giugno(fatta eccezione per chi ha acquistato la limited) e permetterà di affrontare una terza campagna dove le due fazioni si uniranno per affrontare una minaccia comune. Ma bando alle ciance, ecco la nostra recensione di Fire Emblem Fates: Retaggio!

Due imperi in lotta

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Le due fazioni protagoniste sono la famiglia degli Hoshido (Retaggio) e l’impero dei Nohr (Conquista). La scelta delle due fazioni sarà anticipata da un lungo prologo che si articola in circa sei capitoli nei quali verranno sviscerate attraverso dei tutorial ben mascherati le principali meccaniche del gioco ed eventualmente dare la possibilità all’utente di simpatizzare per una delle due fazioni. Di primo acchito verrà ovvio entrare da subito in empatia con i valorosi guerrieri di Hoshido, e sarà altrettanto facile bollare i Nohr come degli spietati soldati guidati da un re sanguinario. Non è tutto così semplice però, il protagonista Corrin (nome e aspetto sono modificabili) è infatti cresciuto proprio fra le fila dei Nohr assieme ai quattro figli del Re Garon, tuttavia con una serie di sotterfugi quanto mai prevedibili si scoprirà entro la fine del sesto capitolo  che questo è stato strappato in tenera età agli Hoshidesi.

Acquistando Retaggio la scelta di Corrin ricadrà ovviamente sulla fazione di Hoshido, forse quella più buonista e narrativamente semplicistica fra le due versioni, ma sicuramente quella più stuzzicante dal punto di vista espressamente stilistico. I guerrieri hoshidesi non sono dei comuni soldati, ma guerrieri fedeli e solidali con un forte senso del dovere, il cui ecosistema sociopolitico si fonda su una fiducia reciproca fra cittadini e regnanti. Questi valorosi guerrieri sono l’ennesima rienterpretazione in salsa fantasy del Giappone feudale e questo implica anche l’introduzione nel gioco di classi completamente inedite come samurai, ninja, arcieri e ovviamente anche un pizzico di cultura nipponica come la tanto amata Volpe a nove code. In Retaggio si avrà dunque a che fare con uno stile narrativo molto vivo e colorato, dove i personaggi da contorno alla vicenda vengono presi a piene mani dagli anime giapponesi risultando forse fin troppo eroici nelle loro gesta, e sinceramente privi di mordente rispetto invece alla controparte nohriana, dove emerge forse la componente più matura di questa gigantesca produzione.

Un gameplay appagante

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Ma le differenze fra le due versioni non si fermano esclusivamente alla narrazione e i suoi personaggi, anche il gameplay ha subito delle pesanti variazioni. Retaggio per esempio è stato pensato per essere un vero e proprio punto di partenza per ogni neofita del genere e questo lo dimostrano anche i numerosi tutorial presenti in ogni stage. Gli strategici giapponesi dopotutto vivono da anni all’ombra di quelli più occidentali, forse proprio a causa di un livello di difficoltà tarato decisamente verso l’alto, dove è necessario ragionare su ogni singola azione per evitare spiacevoli esiti. Retaggio da questo punto di vista funziona davvero molto bene e introduce passo per passo tutti gli elementi necessari per apprendere le profonde meccaniche del titolo. Innanzitutto è presente un nuovo livello di difficoltà chiamato Fenice, quello più basilare che rappresenta l’anti-permadeath per eccellenza, che permetterà alle unità cadute in battaglia di tornare in vita nel turno successivo, mentre la gestione tanto attenta delle risorse adesso diventa del tutto opzionale grazie alla presenza di sfide secondarie o eventi sulla mappa del mondo di gioco, presenti  in grandi quantità e altrettanto utili anche per far salire velocemente di livello le varie unità. Quanto al gameplay però si segnalano delle grosse new entry che includono nuove armi da lancio, magie inedite e persino la capacità di alcuni personaggi di assumere temporaneamente altre forme durante gli scontri. Il gameplay vero e proprio invece ha subito delle interessanti modifiche che vanno a legarsi a doppio filo con la struttura da “simulatore d’appuntamento” già visto all’opera nel precedente Awakening, qui praticamente riproposta nella sua massima espressione.

In modo molto simile ai recenti episodi di Super Robot Taisen adesso due unità potranno formare un duo sulla stessa griglia d’azione, sferrando quando possibile potenti attacchi combinati oppure difendersi a vicenda in base al loro posizionamento. Le mappe della campagna principale oltre a presentare una struttura come sempre all’avanguardia per questo genere, adesso diventano ancora più strategiche grazie alle Vene del Drago, delle zone prestabilite dove alcune unità potranno utilizzare il proprio potere per mutare la formazione dell’intero livello o generare danni ad area a tutte le unità nemiche per agevolarsi poi negli scontri diretti. La libertà d’azione offerta da Retaggio si riflette anche sulla gestione delle proprie unità, tutte comodamente livellabili completando le relative quest sparse per la mappa. Tutta la faticaccia spesa nel loro livellamento potrà poi essere trasmessa anche ai relativi figli, i quali adotteranno le abilità paterne e materne. Anche i sigilli per l’evoluzione o il cambiamento della classe fanno il loro ritorno, e potranno essere acquistati in cospicue quantità oppure ottenibile randomicamente durante le sfide. Fra questi spiccano anche i sigilli legati all’affinità, utili per permettere a una coppia di personaggi di scambiarsi la classe. In retaggio le opportunità strategiche sono davvero numerose ma lo stesso non può dirsi per la qualità generale delle varie missioni principali, tutte fin troppo simili fra di loro e afflitte da una ripetitività di fondo che rimarca il desiderio di Intelligent System di colpire un pubblico giovane e neofita, obbligando i giocatori storici a puntare invece l’interesse verso Conquista. Neanche la storia purtroppo vince per originalità e sembra quasi un castello di carte pronto a crollare su se stesso, le cui basi reggono un plot davvero banale e con dialoghi certe volte al limite dell’imbarazzante.

A chiudere le novità di questo capitolo ci pensa il castello di Corrin, una fortezza situata in un mondo parallelo dove il nostro protagonista potrà gestire tutte le sue unità e rafforzare i propri rapporti con i personaggi in modo del tutto simile a quello di un JRPG. Il castello potrà essere adornato a proprio piacimento con una struttura di base e poi riempito con una serie di edifici dedicati all’acquisto di rifornimenti, statue per migliorare il morale delle unità, campi agricoli o pozze per ricavare materiali. Il castello oltre a fungere da hub principale è anche l’elemento portante del comparto social/multiplayer di Fire Emblem Fates. Ogni giocatore potrà infatti visitare o attaccare altri castelli scambiando le proprie tessere di registrazione richiamando alla mente una struttura bidimensionale in salsa strategica della Mother Base vista in Metal Gear Solid V. Sia chiaro, il tutto è un mero orpello extra di cui il giocatore potrà fare a meno per tutto il resto del gioco, ma si tratta comunque di una nuova aggiunta assolutamente gradita e utile a concedere ulteriore personalità e varietà alla produzione.

Per chi non lo sapesse Fire Emblem Fates supporta anche gli Amiibo di Marth, Ike, Lucina e Robin. Queste personaggi non solo porteranno nuovi oggetti al giocatore ma diventeranno proprio delle unità giocabili da impiegare in battaglia, e secondo la nostra analisi rappresentano anche i personaggi con i valori iniziali più alti dell’intero gioco, e a conti fatti quelli più potenti del fitto roster da cui attinge Retaggio.

Un comparto tecnico eccellente

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Visto l’hardware ormai anziano del 3DS con Fire Emblem Fates la piccola console di Nintendo raggiunge probabilmente il suo più grande apice grazie all’ottimo rendering degli scontri tridimensionali, ulteriormente perfezionati per dare maggiore risalto anche ai modelli dei personaggi ( si, ci sono anche i piedini questa volta). Ma dove Retaggio e Conquista raggiungono vette qualitative eccellenti è nelle bellissime sequenze animate in CG. Anche se la psicologia dei personaggi difficilmente vi catturerà, la maniacale cura riposta nella loro realizzazione del design è invece brillante e variegata, come anche la scelta di differenziare i due schieramenti con l’utilizzo di uno schema di colori completamente opposti. Come se non bastasse per avvalorare la resa visiva del gioco Intelligent Systema ha implementato anche una gestione delle visuali durante gli scontri e la possibilità di impostare la telecamera alle spalle del protagonista nel castello, in modo tale da apprezzare maggiormente i vari modelli poligonali.

Chiude infine il comparto sonoro, che alterna brani molto emotivi e altri più adrenalinici, con uno stampo più epico. Semplicemente splendido invece il tema principale del gioco intitolato “The End of All Roads” presente nello stage finale, le cui parole variano in base alle tre versioni Retaggio, Conquista e Rivelazione.

Commento finale

Fire Emblem Fates: Retaggio è la versione più user friendly fra le tre a disposizione. Nonostante l’alleggerimento della difficoltà e una trama assai dimenticabile, Fates riconferma il grande talento di Intelligent System, i quali centrano ancora una volta il bersaglio con quello che si può considerare il miglior capitolo dell’intera saga, ritoccato a dovere per conquistare anche il pubblico più giovane e meno avvezzo al genere degli strategici. Se siete sempre stati spaventati dalla difficoltà della serie questo è il momento giusto per farsi catturare da un gameplay capace di intrattenervi per centinaia di ore.

VOTO: 8.5

🙂

-Adatto anche ai neofiti-

-Gameplay perfezionato-

-Tanta varietà di classi e personalizzazione-

-Tecnicamente ottimo-

🙁

-Le missioni sono un po’ ripetitive-

-Storia e dialoghi davvero pessimi-

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