Monster Hunter Generations: recensione!

Monster Hunter Generations, arriva finalmente in Europa. Ecco la nostra recensione del Monster Hunter definitivo!

MonsterHunterGenerations

Nome completo – Monster Hunter Generations
Piattaforme – Nintendo 3DS
Producer – Nintendo/Capcom
Developer – Capcom
Distribuzione – Digitale/cartuccia
Data di uscita – 15 Luglio 2016

Negli ultimi mesi sulle nostre pagine abbiamo avuto modo di recensire alcuni titoli di Capcom come Street Fighter V o il recentessimo, e non tanto bello, Umbrella Corps. In tutte le occasioni durante la nostra analisi il nome di Monster Hunter finiva per diventare oggetto di pesanti critiche verso una società che ormai sembra diventata solo l’ombra di un colosso che per anni ci ha fatto divertire con titoli illustri. La situazione in Giappone non brilla, le aziende come Capcom, Konami e Bandai stanno vivendo un periodo di grossa crisi, più che mai dovuta all’esigenza di creare nuovi prodotti capaci di affermarsi, o quantomeno di ripuntare di nuovo i riflettori verso una parte del mercato che un tempo brillava di  vita propria. Nel 2016 molte cose sono cambiate, e i tempi d’oro per l’industria nipponica sembrano ormai solo un lontano ricordo, manca il genio di reinventarsi, e c’è chi tenta a tutti i costi di emulare l’occidente, con risultati spesso disastrosi. Capcom probabilmente è quella messa peggio di tutte, ma c’è un brand in particolare che continua a portargli avanti le finanze, e si chiama proprio Monster Hunter.

Sono passati esattamente dieci anni dall’esordio del primo Monster Hunter su Playstation 2. Da ormai diversi anni a questa parte il fenomeno per il simulatore di caccia made in Capcom sembra essere esploso, e da quella piccola nicchia di fan è nata una vera e propria fanbase sparsa per tutto il globo, anche se lo zoccolo duro da il meglio di se soprattutto in patria. Ogni capitolo del franchise, sin dall’era PSP (dove è davvero esploso il fenomeno) è stato riproposto con una certa frequenza fino a diventare una delle tante certezze videoludiche annuali su 3DS come Fifa,Call of Duty o Assassin’s Creed. Rispetto ai titoli sopracitati però Capcom ha dovuto fare i conti anche con l’hardware di riferimento, quale il Nintendo 3DS, molto limitato e per questo poco prestante per poter rivoluzionare davvero le basi della serie, ormai decisamente troppo stantia. Nonostante delle chiari limitazioni però Capcom ha voluto comunque tentare un colpaccio con Monster Hunter Generations, una vera e propria summa di tutto il brand che manco a farlo apposta in Giappone gode proprio del titolo di Monster Hunter Cross, un suffisso nato soprattutto per rafforzare i legami con i precedenti episodi. Abbandonata quindi la numerazione ufficiale, al momento ferma al numero 4, Monster Hunter Generations rappresenta il capitolo più grande di sempre dell’intera serie, pensato sia per i neofiti che per i giocatori storici. Ecco la nostra recensione!

Cacciatori in azione

Generations2

Approdato lo scorso anno in Giappone su Nintendo 3DS, Monster Hunter Generations arriva finalmente anche in Europa pronto a celebrare il successo del brand strizzando tantissimo l’occhio ai fan storici ma anche alle nuove reclute. Il gioco è esattamente identico al precedente Monster Hunter 4: Ultimate, ma presenta una serie di novità piuttosto vitali che cercano finalmente di svecchiare una formula che iniziava a sentire il peso degli anni. Innanzitutto il sottotitolo Generations come riportato sopra oltre a legare spiritualmente tutti i vari episodi precedenti, rappresenta anche la possibilità data al giocatore di rivisitare tutti i precedenti villaggi che abbiamo avuto modo di esplorare nelle incarnazioni passate. Oltre al villaggio principale di Bherna ritroveremo anche il primissimo villaggio di Kokoto (Monster Hunter), il freddo e sempre affascinante Pokke (Monster Hunter 2) e per finire la meta più orientale della serie, Yakumo (Monster Hunter 3rd). Spese le prime ore di gioco a familiarizzare con le basi della caccia ormai fin troppo ripetute in altre occasioni, al giocatore viene data quasi subito la possibilità di familiarizzare con i vari villaggi a disposizione, ognuno caratterizzato da missioni dedicate, ma anche da un fortissimo riciclo di texture, scenari e modelli.

Ogni villaggio sarà esattamente come lo ricordavamo, persino certe linee di testo sono le medesime, musiche annesse. Si avrà quindi la sensazione di avere nel palmo della vostra mano tutti i precedenti Monster Hunter, tuttavia per esigenze chiaramente tecniche il team ha dovuto sacrificare alcuni elementi, fra le quali spicca sicuramente la storia. In Generations infatti non c’è una vera storia a fare da sfondo alle battute di caccia, la parte narrativa questa volta è appena abbozzata, e di conseguenza sarà facile smarrirsi fra le numerose questa da portare a termine. In compenso l’urgano di novità portato da Generations ci ha fatto presto dimenticare questa mancanza, lasciandoci invece delle grandi soddisfazioni per quanto concerne le rivisitazioni applicate al gameplay e al tentativo di conquistare anche i videogiocatori meno esperti che ancora oggi trovano nella difficoltà una barriera invalicabile. Grazie a un genuino lavoro di game design gli sviluppatori hanno infatti ideato una modalità chiamata Cacciamiao, nella quale i videogiocatori possono finalmente vestire per la prima volta i panni dei fidatissimi Felyne e di conseguenza provare l’ebrezza della caccia nei panni di questi adorabili felini armati come sempre di tutto punto.

Ma la peculiarità della modalità Cacciamiao è data dal fatto che il livello di difficoltà si abbassa considerevolmente e questo si denota dalle animazioni più rapide, raccolta pressoché illimitata anche senza strumenti, e infine l’assenza di una barra per la resistenza e l’immunità agli status alterati. Come se non bastasse ogni Felyne può guadagnare sempre esperienza per salire di livello e apprendere nuove abilità passive e attive. Tutta la gestione di questi fidati partner diventa ulteriormente parte integrante del gioco, e nonostante la modalità Cacciamiao sia opzionale, i giocatori già avvezzi potranno comunque contare su di loro come spalle durante le sessioni di caccia più intense. Insomma, coloro che sono sempre stati spaventati dal complesso e strategico approccio alla serie potranno finalmente muovere i primi passi con tutta la tranquillità del caso e apprendere poi tutte le basi utili per passare al “livello superiore”.

La seconda novità più succulenta riguarda invece l’introduzione degli Stili di caccia e le Arti di caccia. Queste due new entry nella serie non vanno assolutamente sottovalutate poiché rappresentano il primo passo verso una rivisitazione al sistema di combattimento che Capcom potrebbe progressivamente rivedere con i prossimi episodi. Oltre all’equipaggiamento classico fatto di armi e armature il giocatore potrà selezionare anche uno dei quattro Stili di caccia a disposizione: Gilda, Offensivo, Aereo e Ombra. Gli Arti invece sono delle tecniche particolari che si caricano infliggendo o subendo i danni.

Lo stile Gilda è prevalentemente bilanciato, e permette di equipaggiare fino a due Arti di caccia che possono offrire abilità sia d’attacco che evasive. Lo Stile Offensivo invece permette di equipaggiare ben tre Arti di caccia, e come il nome stesso dice funziona per coloro che cercano l’approccio diretto e attacchi pesanti. Non a caso lo Stile Offensivo è l’unico dei quattro che permette di caricare più velocemente la barra degli Arti. Lo Stile Aereo invece è quello più divertente siccome aggiunge pepe agli scontri  rendendoli prevalentemente verticali grazie alla presenza di Arti capaci di rendere i mostri dei perfetti trampolini di lancio per eseguire spettacolari acrobazie in volo con le armi, e ovviamente infliggere pesanti danni critici. L’ultimo Stile denominato Ombra è quello più complesso dell’intero gioco, ma che una volta padroneggiato è capace di regalare grandissime soddisfazioni. Con questo Stile il giocatore ha la capacità di schivare e contrattacare al momento giusto i nemici con dei possenti fendenti, ma ovviamente richiede anche una grande consapevolezza e studio dei pattern avversari. Quindi tutto ciò sbilancia davvero quanto di buono fatto da Capcom in questi anni? La risposta è un secco e diretto “NO”, Stili e Arti non solo vengono integranti perfettamente nell’ecosistema di gioco, ma rendono le sessioni di caccia sempre dinamiche grazie alla presenza di numerose tecniche da cui attingere e provare. Monster Hunter Generations offre un livello di personalizzazione del proprio stile di gioco senza precedenti, e questo senza sminuire l’enorme lavoro di bilanciamento costruito nel corso di questi anni. Come tutti i capitoli precedenti però è un titolo che si basa sulla pianificazione prima di ogni sessione di caccia, ogni armatura e arma può rivelarsi utile o meno contro determinati tipi di mostri. Persino l’ambiente può giocare a favore o meno, come sempre sta al giocatore scegliere attentamente il proprio equipaggiamento, e questo richiede come da prassi tempi decisamente lunghi da dedicare al gioco a causa della raccolta dei materiali. Il fiore all’occhiello di Generations però è senza dubbio il gigantesco parco mostri, composto da ben 150 creature, di cui quattro inedite, mentre le restanti sono tutte vecchie conoscenze che i fan storici apprezzeranno.

Comparto tecnico

Dal punto di vista tecnico Monster Hunter Generations non propone alcuna novità, questo perché si basa sul medesimo engine già visto all’opera in Monster Hunter 4: Ultimate, e ciò non sorprende visto che i lavori sul gioco erano iniziati praticamente in contemporanea. Modelli poligonali e scenari purtroppo continuano a mostrare i limiti di una console che ormai sembra aver detto praticamente tutto già diversi anni fa, c’è da dire invece che su New Nintendo 3DS il framerate si presenta stabile, e i caricamenti son e altrettanto brevi. Sul Nintendo 3DS/2DS il discorso si complica, il framerate, soprattutto durante le sessioni di caccia online tende a scattare mentre la giocabilità è come sempre minata dall’assenza di un secondo stick analogico.

Molto positivo il netcode invece, che su entrambe le console di Nintendo si dimostra solidissimo anche con le connessioni più lente. Di contro  c’è che su Nintendo 2DS e Nintendo 3DS la messaggistica testuale arriva con qualche secondo di ritardo, portando con se anche qualche scatto. Per il resto possiamo dirci soddisfatti, davvero in pochissime occasioni ci siamo ritrovati esclusi improvvisamente dalla partita, e quando capitava fortunatamente il gioco non chiudeva istantaneamente il gioco, permettendo così di proseguire la sessione anche in solitario.

Commento finale

Monster Hunter Generations è la summa di tutta la serie, capace finalmente di assecondare i videogiocatori neofiti senza intaccare l’esperienza di chi ormai ha reso questa serie una parte integrante della propria vita da gamer. Non ci sono grosse rivoluzioni, ma sono state gettate delle ottime basi per il futuro della serie, e con un sesto capitolo già semi-confermato per il prossimo anno siamo curiosi di scoprire fino a che punto Capcom vorrà spingersi. C’è la necessità di rivedere completamente la serie? Con tutta onesta si, ma sinceramente per ora possiamo ancora accontentarci, un lavoro tanto certosino per rendere un gameplay così bilanciato e perfetto cercando di avvicinare anche i neofiti si è visto davvero in pochissime occasioni nel mondo dei videogiochi. E’ il Monster Hunter che ci piace, e forse anche quello che finalmente piacerà agli avventurieri della Domenica. 

VOTO: 8,5

🙂

– La Modalità Cacciamiao è perfetta per i neofiti-

-Arti e Stili rinfrescano un combat system ormai stantio-

-Il gameplay rasenta come sempre la perfezione-

-Numero spropositato di mostri e contenuti-

🙁

-Tecnicamente appena sufficiente-

-Scenari, musiche e villaggi completamente riciclati-

-Un po’ di disorientamento iniziale-

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