Remedy Entertainment è sempre stata una software house molto particolare che ama sperimentare con i generi di riferimento, fautrice di titoli ormai diventati dei veri e propri cult come Max Payne o il recentissimo Alan Wake. Quest’ultimo è stato probabilmente uno dei thriller/horror più affascinanti e brillanti degli ultimi anni, ispirato ai racconti di Stephen King e con una struttura ludica da vera e propria serie TV.
Il nuovo esperimento di Remedy in esclusiva per Xbox One e Windows 10 si intitola Quantum Break, in un certo senso rappresenta il naturale passo evolutivo delle ottime idee già sperimentate e apprezzate proprio con Alan Wake, ma i valori produttivi questa volta raggiungono vette davvero stellari, e con la nostra recensione siamo pronti a snocciolarlo per voi.
Presentato per la prima volta nel 2013, Quantum Break si pone come il titolo più ambizioso mai realizzato da Remedy, una storia corale che si dipana su più strati narrativi grazie all’escamotage dei viaggi nel tempo, e alla presenza di una vera e propria serie TV in live-action a fare da contorno all’esperienza principale pensata per approfondire l’universo di gioco e tutti i relativi personaggi che lo abitano. Quantum Break è destinato a far discutere, e non è detto che possa incontrare il favore di tutti, ma per gli appassionati dei TV drama e della fantascienza ci sarà solo da leccarsi i baffi, merito anche di alcuni nomi particolarmente altisonanti provenienti dal panorama televisivo che sono stavi coinvolti nel progetto.
Poiché parliamo di un gioco fortemente basato sulla trama cercheremo di accennare giusto qualche dettaglio in merito all’incipit. La storia vede ben tre protagonisti principali, Jack Joyce(Shawn Ashmore), suo fratello William (Dominic Monaghan), e il migliore amico di sempre, Paul Serene (Aidan Gillian). Quella a cui assistiamo inizialmente sembra una semplice reunion fra amici all’università dell’immaginaria città di Riverport per discutere dell’invenzione del secolo, una macchina del tempo. Gli esiti purtroppo saranno nettamente differenti, e a causa di un malfunzionamento alla macchina Paul e Jack finiranno nel raggio d’azione dell’incidente, ottenendo di conseguenza delle abilità particolari che gli permetteranno di manovrare il tempo. Mentre Paul sembra apparentemente sparito nella macchina del tempo, la Monarch Solutions arriverà all’università con lo scopo di catturare Joyce e suo fratello William, ma si scoprirà ben presto che in realtà a dargli la caccia è proprio lo stesso Paul Serene, 17 anni più vecchio perché rimasto bloccato nel 1999.
Da questo breve incipit si sviluppa una trama piuttosto articolata dove numerosi personaggi incroceranno il cammino di Jack per aiutarlo a fermare la Monarch Solution e il suo vecchio ex-amico. Mentre i cinque atti principali del gioco seguono le vicende di Jack, e Beth Wilder (Courtney Hope), i quattro episodi della serie TV si concentrano sui personaggi secondari, ponendo particolare attenzione alla schiera di antagonisti guidati dal bravissimo Aiden Gilliam (maledetto doppiaggio italiano). Questa formula oltre a risultare un perfetto escamotage per lasciare al gioco il compito di esplorare la psicologia di Jack e tutte le teorie sui viaggi del tempo, risulta funzionale perché concede alla serie TV la possibilità di concentrarsi sui personaggi secondari svelando retroscena e colmando ovviamente gli eventuali buchi di trama. Il risultato è una storia coerente con se stessa e verso il giocatore dall’inizio alla fine, fatta di personaggi scritti bene e interpretati con altrettanta abilità sia fuori che dentro il gioco, merito anche di una realizzazione tecnica di primo livello, che non sfigura affatto dal passaggio live-action a quello digitale. A rendere ulteriormente ambizioso questo esperimento ibrido gioco/serie TV ci pensano poi le scelte morali che saremo chiamati a intraprendere dal punto di vista di Paul Serene alla fine di ogni atto.
Ogni volta che termineremo uno dei cinque atti potremmo giocare una breve sezione nei panni di Paul Serene e dopo i consueti dialoghi d’intermezzo ci verranno proposte due scelte, entrambe anticipate da una preview per farsi un’idea delle possibili influenze che queste avranno sullo svolgimento della trama. Non si tratta di influenze minori, e nonostante il gioco proponga un singolo finale, le varie scelte avranno un gigantesco impatto durante gli eventi nel mezzo della storia, che potrebbero portare all’uscita di scena o meno di determinati personaggi. Ogni episodio della serie è stato inoltre rigirato più volte per sposarsi con le decisioni prese nel gioco. Insomma, la mole di lavoro è davvero incredibile, e i risultati hanno senza dubbio dato positivamente i loro frutti. Da questo punto di vista quindi Quantum Break è davvero un titolo innovativo e spettacolare, e ognuno di questi personaggi vi garantirà sempre delle emozioni miste, alcuni li amerete e altre li odierete, è questo è un dato assolutamente positivo per la sceneggiatura. Per quanto i quattro episodi della serie possono tranquillamente essere saltati, il nostro consiglio è di gustarvi il prodotto in tutta la sua interezza, non solo per dare giustizia all’enorme mole di lavoro, ma anche per seguire tutta la storia nella sua completezza.
Se la narrazione apre nuovi spunti innovati per il mondo dei videogiochi, lo stesso non può dirsi per il gameplay. Quantum Break è a tutti gli effetti uno shooter in terza persona molto frenetico, con una visuale posta alle spalle del protagonista ma completamente libera in alcuni punti. Purtroppo però il sistema di shooting non ci ha convinti fino alla fine, colpa anche di meccaniche davvero basilari che si affidano a una copertura automatica non sempre efficiente. Jack però può contare anche sulle sua abilità legate al tempo, come gli scatti rapidi, barriere temporali per recuperare le energie oppure la capacità di creare campi stasi dove bloccare per un breve lasso di tempo i nemici. La grande spettacolarità dei combattimenti viene assecondata da una più che discreta varietà di nemici che contribuiscono a rendere gli scontri molto movimentati e comunque ragionati grazie all’ottima intelligenza artificiale.
A spezzare questi momenti action ci pensano poi delle fase esplorative che richiamano palesemente i platforming più classici del genere dove sarà necessario riavvolgere il tempo per ricostruire piattaforme, attivare leve in determinati punti dello scenario oppure la ricerca di collezionabili e punti Chronos per potenziare le proprie abilità.
Insomma, un titolo ambiziosissimo dal punto di vista dello storytelling, ma dallo stampo classico quando si tratti di mettere in scena il gameplay vero e proprio. La cosa non crea disturbi, anche perché una volta assimilate le intenzioni degli sviluppatori tutto diventa più semplice. Non si tratta neanche di un titolo facilissimo, basta infatti già la difficoltà Normale per assistere a numerosi Game Over.
Dal punto di vista tecnico Quantum Break è davvero eccellente, forse il migliore dopo Uncharted 4 per quanto concerne l’impatto grafico. Oltre a dei particellari incredibilmente spettacolari, la modellazione poligonale dei personaggi e le relative animazioni si sposano perfettamente con il termine “next gen”, e questo si riflette anche sull’ottimizzazione del codice, capace di reggere con costanza i 30 fotogrammi al secondo.
Ovviamente non parliamo di un titolo perfetto, e visto il notevole impegno del team impiegato nella realizzazione degli scenari e una transizione tra motore in-game e cutscene praticamente impercettibile, le sbavature dovute ai limiti dell’hardware sono dietro l’angolo. Ci riferiamo in particolar modo all’onnipresente pop in delle texture e alla scelta di adottare una risoluzione variabile fra i 720p e i 900p. Nulla di trascendentale sia chiaro, si tratta davvero di piccolezze per i giocatori, ma con cui Remedy ha dovuto fare i conti durante la fase di ottimizzazione del codice.
Riuscita anche la serie TV, sia per la soddisfacente recitazione del cast che per la resa generale del prodotto. Non ci sono particolari picchi registici, tuttavia è una produzione che non si risparmia quando si tratta di mettere in scena delle buone sequenze d’azione e dei discreti effetti speciali. Riportiamo inoltre che la serie non sarà presente direttamente sul disco del gioco, ma dovrà essere scaricata separatamente dal marketplace di Xbox One sacrificando la bellezza di 75 Gb sul disco fisso. Se poi il download per voi è davvero troppo, in alternativa è possibile seguire gli episodi in streaming da Xbox live ogni qualvolta si finirà uno degli Atti principali della campagna. Proprio come Netflix la qualità video scalerà in base alla velocità della connessione internet.
Con Quantum Break i ragazzi di Remedy Entertainment giocano con il fascino dei viaggi del tempo affidandosi a un cast di attori di primo livello per narrare una storia profonda e matura, mai prevedibile, e caratterizzata da un folto roster di personaggi a cui sarà davvero impossibile non affezionarsi. Quantum Break è una delle opere videoludiche più ambiziose degli ultimi anni che riesce a differenziarsi da tutte le altre avventure proposte da alcuni grandi del settore, spianando al contempo anche la strada a nuovi modi di affrontare le storie nei videogiochi adottando un linguaggio cinematografico senza compromessi. Se i videogiochi non sono ancora considerati l’ottava arte, con Quantum Break probabilmente molti saranno destinati a ricredersi.
🙂
-Una storia matura e profonda-
-Un cast di primissimo livello-
-Una narrazione senza compromessi grazie alla serie TV-
-Ottima longevità-
-Gameplay frenetico, spettacolare e ragionato…
🙁
… ma le coperture non funzionano-
-La storia smistata fra gioco e serie TV potrebbe non piacere a tutti-
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