A.O.T Wings of Freedom: Recensione

I giganti arrivano in Europa. Ecco la nostra recensione di A.O.T: Wings of Freedom!

AOT

  • Nome completo – A.O.T: Wings of Freedom
  • Piattaforme – Playstation 4/Xbox One/PC/PSvita/PS3
  • Producer – Koei Tecmo
  • Developer – Omega Force
  • Distribuzione – Digitale/disco
  • Data di uscita – 26 Agosto 2016
  • Versione testataXbox One

Il manga di Shingeki no Kyojin, o anche semplicemente L’Attacco dei Giganti, ha iniziato la propria corsa nel 2009 sulle pagine di Bessatsu Shōnen Magazine, diventando in poco tempo una delle opere nipponiche più acclamate degli ultimi anni, ottenendo la sua definitiva consacrazione con l’adattamento animato. Il manga di Hajime Isayama ha saputo farsi amare grazie alle sue incredibili atmosfere horror/fantasy, diventando da subito un traino per diversi critici che hanno trovato nell’opera diverse interpretazioni, tra le quali la mancanza di fiducia da parte dei giovani nella società contemporanea in cui viviamo, ma anche un viaggio di maturazione dall’adolescenza all’età adulta.

Ambientato in un medioevo alternativo, la razza umana è stata completamente decimata dai Giganti, misteriose creature dalle fattezze simili all’uomo alte più di 15 metri che vivono al solo scopo di divorare ogni essere umano sul loro cammino. L’ultima roccaforte di sopravvivenza per gli uomini sono delle mura concentriche alte 50 metri divise in più distretti: il Wall Maria, il Wall Rose , e quello centrale, il Wall Sina. Un giorno però un Gigante alto 60 metri con un calcio crea una breccia nelle mura, e così facendo numerosi giganti irrompono al suo interno divorando ogni essere umano.  I tre giovani protagonisti Eren Jaeger, Mikasa Ackermann e Armin Arelet sopravvivono all’assalto delle creature, giurando vendetta nei confronti dei giganti. Dopo cinque anni trascorsi in accademia per entrare a far parte dell’esercito, il loro destino si incrocerà ancora una volta con quello dei Giganti quando questi tenteranno ancora di assaltare le Mura.

Il successo dell’opera è stato talmente devastante che in poco tempo ha dato vita persino a un live action, e quindi sembrava davvero scontato anche l’arrivo di un videogioco fatto finalmente come si deve dopo il triste tie-in approdato su Nintendo 3DS a opera di Spike Chunsoft.

Quel giorno…

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Questa volta siamo davanti a un progetto molto più ambizioso, e possiamo considerarlo senza troppi fronzoli anche migliore, considerando che le piattaforme coinvolte sono hardware decisamente più avanzati rispetto alla piccola console di Nintendo. Sviluppato da Omega Force e pubblicato da Koei Tecmo, A.O.T: Wings of Freedom esula dall’abusatissima formula dei Musou classici, e data la peculiarità dell’opera da cui attinge, il team nipponico si è dovuto rimboccare le maniche per studiare un gameplay completamente inedito che replicasse con assoluta fedeltà Il Dispositivo per la Manovra Tridimensionale, un particolare equipaggiamento indossato dall’esercito dentro e fuori le Mura per combattere i Titani, il cui punto debole è riposto sotto la nuca. Questo sostanzialmente permette di spostarsi tramite l’ausilio di rampini riposti ai fianchi, una serie di spade intercambiabili che si usurano molto facilmente, e infine il gas che permette di aumentare la velocità in volo per fronteggiare adeguatamente i Giganti. Scriverne in dettaglio non è cosa semplice, ma per farla breve, Omega Force ha cercato di replicare con esattezza la manovra 3D anche nel videogioco, creando un gameplay piuttosto frenetico e assolutamente spettacolare, di cui però ne parleremo più dettagliatamente più avanti, per ora ci concentreremo sui contenuti.

Wings of Freedom è composto da due sole modalità di gioco: la prima si chiama Attack Mode, ovvero la campagna principale che riprende fedelmente tutta la prima stagione della serie animata. Nonostante venga comunque riassunta, la storia viene riportata con estrema fedeltà all’opera originale grazie alla presenza di numerose cutscene realizzate in CG oppure con l’engine del gioco. In totale abbiamo quattro capitoli, ognuno composto da una serie di missioni intervallate da vari hub centrali dove il personaggio di turno, obbligatoriamente scelto dal gioco, potrà discutere con i vari NPC oppure potenziare le varie parti d’equipaggiamento relative al Dispositivo per la Manovra Tridimensionale, aprendo a una serie di sotto-menù legati alla gestione delle risorse e dei materiali accumulati nel corso del gioco. Il potenziamento dell’equipaggiamento o la costruzione di esso è abbastanza intuitivo e potrà essere effettuato tramite i materiali raccolti durante le missioni principali o secondarie proposte dal gioco, e ottenibili alla fine di ognuna di esse oppure uccidendo i giganti. Ovviamente Omega Force si è presa qualche libertà in più, e quindi sono presenti anche delle armi del tutto inedite, tipo delle doppie katane.

Una volta terminata la campagna principale, che si chiuderà con lo scontro fra Annie ed Eren nelle mura, sarà possibile anche procedere oltre gli eventi narrati nella prima stagione grazie a una serie di missioni speciali che andranno sbloccate completando le attività relegate alla seconda modalità principale del gioco, la Expedition mode. In questa modalità, accessibile anche direttamente dalla Attack Mode, è possibile affrontare una serie di missioni secondarie denominate Survey Mission, sia online che offline, nelle quali si dovranno completare incarichi di vario genere che spaziano dalla raccolta di materiali fino all’uccisione di un numero preciso di Titani sulla mappa. All’atto pratico è proprio la Expedition Mode il vero cuore di A.O.T, poiché la campagna principale presenta una durata piuttosto esigua di circa cinque ore, anche se per essere completata al 100% sarà comunque necessario terminare alcune attività nella Expedition. In pratica entrambe le modalità sono complementari. Se si vuole scoprire qualche anticipazione sulla possibile seconda stagione della serie animata allora si dovrà per forza di cose giocare anche la Expedition. Per rendere l’esperienza ancora più articolata e longeva sono presenti anche una decina di personaggi giocabili, che come in un RPG tipico guadagneranno punti esperienza per salire di livello e sbloccare delle abilità passive che favoriscono gli scontri, agevolando in alcune occasioni anche la manovra 3D.

Scontro fra Titani

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I contenuti per intrattenersi ore e ore non mancano affatto, ma come se la cava il gioco quando bisogna mettere le mani sul pad? Di solito Omega Force è nota soprattutto per il genere Musou, quei giochi dove il giocatore deve affrontare orde infinite di nemici compiendo un button mashing ossessivo sul controller per dare vita alle combo più improponibili. Il problema dei Musou è che mancano delle meccaniche consistenti dietro, sono probabilmente i titoli più basilari sulla piazza, e se in Giappone vendono bene ottenendo per chissà quale motivo anche delle ovazioni da parte della critica, in occidente invece sono visti come dei titoli mediocri e ripetitivi. Riprendere una formula del genere per un videogioco di Attack on Titan sarebbe stato impossibile, e quindi Omega Force ha studiato un gameplay del tutto nuovo che comunque non rinnega alcune contaminazioni dal genere Musou.

Innanzitutto le dimensioni delle varie mappe sono gigantesche, ma questa volta però la situazione è completamente ribaltata rispetto ai Musou classici. I Titani adesso rappresentano i guerrieri invincibili, mentre al giocatore è relegato il compito di essere la formica, che in teoria dovrebbe essere facilmente schiacciata. Per replicare la manovra 3D nel gioco, gli sviluppatori hanno tratto spunto, forse anche involontariamente dai vecchi videogiochi di Spider-Man open world. Tramite la pressione del tasto X e l’analogico sinistro il personaggio potrà attivare i ganci per oscillare fra le varie strutture, mentre con la pressione del tasto A è possibile dare spinta al movimento attivando il serbatoio del gas. Le mappe, che apparentemente sembrano gigantesche, in poco tempo potranno essere sorvolate senza alcun problema, mentre lo scontro con i titani si risolve sostanzialmente con il tempismo. Gli arti di ogni Titano potranno essere agganciati con il lock-on premendo l’analogico destro, e una volta che i cavi penetreranno la loro pelle il giocatore potrà oscillare per decidere quando colpire per amputargli le parti del corpo. Anche se difficile da esplicare, in pratica una volta agganciata una parte del corpo partirà una sorta di bullet time (si rallenta il tempo) durante il quale si dovrà premere il tasto Y con il giusto tempismo. Il fallimento dell’attacco potrebbe portare allo stordimento del personaggio per qualche secondo, lasciando di conseguenza la difesa completamente scoperta ai Titani, i cui attacchi possono quasi mettere KO il giocatore in poco tempo, rendendo anche più difficoltoso raggiungere il loro punto debole.

Quando invece si ha a che fare con scenari completamente aperti dove mancano le strutture, il giocatore potrà spostarsi grazie ai cavalli e avvicinare i Titani per avviare la manovra 3D. Senza girarci troppo intorno possiamo dire che il gameplay di A.O.T riflette pedissequamente quello della serie animata, anche se nonostante la spettacolarità alcuni potrebbero comunque trovarlo a loro modo noioso, visto che parliamo a tutti gli effetti di un sistema di combattimento basato su dei quick time event invisibili, per tanto resta l’unica strada possibile da percorrere se si vuole trasporre in un videogioco il complesso meccanismo della manovra 3D. Quello che invece risulta il piatto più deludente è proprio l’intelligenza artificiale, anche a difficoltà Normale i giganti non mostrano infatti sintomi di grande aggressività nei confronti del giocatore, fatta eccezione invece per quelli Anomali, talmente stupidi da dare involontariamente filo da torcere incastrandosi in alcuni punti della mappa dove a volte diventa tedioso colpirli al loro punto debole.

Dove il gioco è sicuramente più ricco rispetto a un Musou comunque sta nella struttura vera e propria delle missioni. Durante l’esplorazione si potranno reclutare fino a tre compagni di squadra sparsi per la mappa, ognuno caratterizzato da un grado che ne rispecchia la sua effettiva utilità in battaglia. Per esempio un party composto da quattro personaggi risulta funzionale quando si utilizza Armin, capace di coordinare attacchi congiunti semplicemente mirando un determinato Titano. Altri personaggi potranno invece essere reclutati terminando delle missioni secondarie che compariranno randomicamente sulla mappa, i quali chiederanno supporto sparando un segnale che sulla mappa sarà indicato con un punto esclamativo che potrà essere di colore viola oppure verde. Come scritto poco sopra, alcuni personaggi sono dotati di abilità peculiari, Levi e Mikasa possono concatenare più attacchi ai vari arti dei Titani, mentre Eren può invece assumere la forma di Titano per pochi secondi, trasformando il gameplay in un vero e proprio fighting game a scorrimento, dove emerge tutta la brutalità che contraddistingue la serie animata. La voglia di creare un gameplay decisamente più variegato del solito è percettibile, e ci sembra difficile negare tutti questi buoni propositi, soprattutto se si analizza il portfolio dello sviluppatore, dove fatte rare eccezioni, è composto per lo più da una serie di titoli su licenza che ricalcano per filo e per segno ogni aspetto dei Musou tipici come Dynasty Warriors e Samurai Warriors. Dal nostro canto speriamo che A.O.T: Wings of Freedom non sia una semplice eccezione alla regola, ma un nuovo inizio.

Anime, manga o videogioco?

A.O.T. Wings of Freedom

Dal punto di vista tecnico A.O.T Wings of Freedom rappresenta il primo vero videogioco di Omega Force sviluppato prima su Playstation 4 e poi portato su altre piattaforme. Pur non impressionando il gioco presenta un pregevolissimo engine in cel shading che ricorda tantissimo proprio la serie animata, e questo si riflette anche nella fedeltà narrativa riposta nell’opera, con scene d’intermezzo che riprendono determinati eventi perfettamente analoghi a quelli visti nella serie animata o sulle tavole del manga. Essendoci meno materiale da adattare questo ha senza dubbio favorito gli sviluppatori. Ad aiutare inoltre ci pensa anche il doppiaggio, che presenta le medesime voci nipponiche ascoltate nella serie animata, mentre la nota dolente è rappresenta invece dal comparto sonoro, completamente originale (il nuovo tema è comunque epico come dovrebbe) ma che a causa dei problemi con le licenze vede l’assenza degli ormai iconici brani realizzati da Hiroyuki Sawano.

Sul piano tecnico vero e proprio troviamo comunque qualche bug grafico sparso qua e la che ogni tanto si presenta sullo schermo, oppure qualche momento di confusione generale causato dalla manovra 3D, che tende a bloccarsi in alcuni punti a causa della telecamera non sempre precisa. Poco incisivi anche gli scenari, una massa di poligoni messi insieme distruttibili che offrono poco e nulla a tutto il resto, un marchio di fabbrica che si può appunto ritrovare anche nei Musou.

Commento finale

A.O.T Wings of Freedom è l’eccezione alla regola che ci piace. E’ un titolo divertente, frenetico e spettacolare che tutti gli appassionati dell’opera dovrebbero provare. Omega Force si è impegnata a tutto tondo per concretizzare un sistema di combattimento che fino a qualche anno fa si credeva impossibile da trasporre in un videogioco, e noi non possiamo che applaudire al lavoro certosino compiuto dal team, che ci regala probabilmente l’adattamento su licenza più fedele e riuscito che abbia mai sviluppato nel corso di questi anni. Potete tranquillamente mettere da parte i vostri dubbi, con Wings of Freedom potrete finalmente vivere in prima persona lo scontro con i Giganti narrati nell’opera di Isayama!

VOTO: 8.5

🙂

-Gameplay spettacolare e appagante-

-Trasposizione fedele dell’opera-

-Gli elementi RPG si sposano bene con la gestione delle risorse-

-La narrazione si spinge leggermente oltre la prima stagione-

-Longevità elevata-

🙁

-Qualche problemino con la telecamera-

-Solo in lingua Inglese-

-Non c’è molta varietà nelle missioni-

-IA insulsa-

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