Battlefield 1: Recensione

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  • Nome completo Battlefield 1
  • Piattaforme Playstation 4/Xbox One/PC
  • Producer – Electronic Arts
  • Developer – DICE
  • Distribuzione – Digitale/disco
  • Data di uscita – 21 Ottobre 2016
  • Versione testata – PS4

Dopo aver approfondito al massimo la guerra moderna, e dopo la toccata e fuga dal mondo degli inseguimenti tra polizia e criminali, DICE torna indietro di un secolo, alla prima guerra mondiale. Se da un lato tanto basta a promettere uno sparatutto originale e diverso dal solito, è importante ricordare che parliamo di un evento storico importante e delicato, e che va dunque trattato in un certo modo. Inoltre ci sono stati da subito dubbi riguardanti il gameplay storico della serie, basato su una moltitudine di armi, modifiche e veicoli ancora non esistenti nei primi decenni del secolo scorso. Dunque, per quanto osannato prima ancora della sua uscita, Battlefield 1 ci ha lasciati con molte paure. Ma è arrivato il momento di imbracciare le armi e tuffarci nel passato, e scoprire se DICE ha svolto il suo lavoro come si deve.

La guerra che avrebbe posto fine a tutte le guerre

Fin dal primo momento dopo l’avvio del gioco è chiara la serietà con cui Battlefield 1 affronta i temi relativi alla guerra mondiale: siamo gettati senza preavviso nel mezzo di una battaglia cruda, dalle tinte grigie e cineree in cui siamo costretti a morire, ripetutamente, mentre delle scritte su sfondo nero ci narrano quel che c’è da sapere sul dove e quando, e sulla terribile verità della guerra in cui ci siamo immersi.

La campagna di Battlefied 1 non è una singola storia, ma un insieme di mini-campagne che ci portano dalle città francesi fino ai deserti dell’Arabia, saltando avanti e indietro tra il 1914 e il 1918. Ogni storia ha i suoi protagonisti ed è inframezzata da filmati di ottima qualità. Aggiungendo l’alto livello di scrittura, le musiche epiche e un’eccezionale varietà nel gameplay, è inutile girarci attorno: il singleplayer di Battlefield 1 è emozionante come un film, storia dopo storia, protagonista dopo protagonista, nonostante le “storie di guerra” siano solo sei, e sia facile esaurirle in meno di una decina di ore.

Ogni storia di guerra si concentra su un diverso aspetto del gioco: in una saremo quasi tutto il tempo al comando di un aereo da combattimento, in un’altra guideremo un carro armato tra le linee nemiche. In un certo senso, l’intera campagna fa da enorme (e piacevolissimo) addestramento per quel che sarà il multiplayer.

Conflitto globale… online

Il multiplayer è il fulcro di Battlefield 1, e come sempre offre mappe ampissime che permettono un gameplay equilibrato per ogni classe di soldato presente. Alle modalità classiche si aggiungono le nuove Operazioni, nelle quali i giocatori rivivono eventi reali della prima guerra mondiale, battaglie su larga scala che, proprio come nella modalità Corsa, richiedono agli attaccanti di conquistare la mappa un po’ per volta, e ai difensori di ucciderli fino a fargli terminare i ticket per il respawn. Le Operazioni, però, sono di gran lunga più lunghe, e si protraggono per più di una mappa, arrivando a dare la sensazione di una vera e propria battaglia, in cui è facile trovarsi a cambiare più volte classe per adattarsi al modo in cui si svolge il conflitto.

Ci sono trincee e bunker, e un po’ la differenza si sente, ma in fondo il gameplay è sempre quello che conosciamo. La vera differenza tra Battlefield 1 e i titoli precedenti sta nelle singole armi, più ingombranti e affascinanti del solito, che però si portano dietro una grossa pecca: quella di non essere quasi per niente modificabili. I vari livelli di zoom e le decorazioni estetiche non sono infatti abbastanza per far dimenticare i numerosi gadget e accessori a cui ci aveva abituato la guerra moderna, e, per quanto ciò sia chiaramente dovuto alla scelta del setting, è pur sempre un passo indietro in termini di personalizzazione.

Per chi vuole combattere

In Battlefield 1 non è solo degli accessori che si sente la mancanza, ma anche di qualche contenuto in più, nonostante la presenza di collezionabili e di una schermata apposita per personalizzare il proprio soldato. Già dal menu lo si capisce: siamo subito invitati a tuffarci in un server, o, se proprio non vogliamo giocare online, ci sono le sei storie di guerra. In questo titolo più che negli altri si sente la mancanza di qualche altra modalità, considerando la brevità del single-player e la natura di base sempre uguale del multiplayer, pur disponendo di diverse mappe e modalità.

D’altra parte, se vediamo il gioco come puramente competitivo, si può quasi dire che non si poteva chieder di meglio; stiano attenti i giocatori troppo attratti dal tempo in cui è ambientato, però, poiché la campagna dura poco, e una volta immersi nella competizione del multiplayer, tra 1916 e 2016, in Battlefield, la differenza è solo di facciata.

Questo è Battlefield 1: un multiplayer vasto e pieno di possibilità, di strategie, di obiettivi da conquistare e da difendere. Nulla a cui gli appassionati della saga non siano abituati, solo con un sapore tutto nuovo, che tuttavia per alcuni potrebbe non essere abbastanza da giustificare l’acquisto. Se si è disposti a passar sopra alla brevità del singleplayer, tuttavia, questo è davvero una perla, piena di emozioni che raramente un gioco di questo tipo riesce a trasmettere.

Commento finale

Battlefield 1 si presenta come una variante, più che un’evoluzione, dei precedenti titoli, introducendo ambientazioni affascinanti e di ampio interesse, e lo fa con un dettaglio grafico spaventoso e una colonna sonora grandiosa. Le storie che compongono la campagna sono imperdibili ed emozionanti, e tuttavia troppo poche per un gioco così importante, per un tema così grande come la prima guerra mondiale. Il multiplayer è la fetta maggiore del gioco: offre battaglie ancora più grandi e centinaia di strategie, anche se si presenta come meno personalizzabile del solito. C’è da dire però che anche solo poter giocare battaglie tra il Regno d’Italia e l’Impero Austro-ungarico è di per sé un grosso pregio per il titolo DICE.

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