Toukiden 2: Recensione

Toukiden 2. Gli Oni di Omega Force tornano con un sequel ambizioso. La nostra recensione!

  • Nome completo – Toukiden 2
  • Piattaforme – PS4, PSvita, PC
  • Producer – Koei Tecmo
  • Developer – Omega Force
  • Distribuzione – Digitale/Disco/Cartuccia
  • Data di uscita – 24 Marzo 2017
  • Versione testataPS4

Forse iniziamo ad essere estremamente ripetitivi, ma in Giappone si sta davvero muovendo qualcosa in questo periodo. Un periodo più che mai florido di uscite, di cui stiamo abbondantemente discutendo sul sito con le nostre recensioni.

A meno di una settimana dalla pubblicazione della nostra recensione di NieR: Automata e prima ancora Nioh, oggi siamo qui per parlarvi di quello che ormai possiamo considerare un nuovo franchise, su cui siamo certi Koei Tecmo investirà tantissimo nel prossimo futuro.

Stiamo parlando di Toukiden, esperimento ad opera di Omega Force approdato ormai qualche anno fa sul mercato, rivelatosi una gustosa alternativa più “user friendly” all’ormai stranoto Monster Hunter di Capcom ambientata però in un Giappone feudale popolato dagli Oni,  creature appartenenti alla mitologia orientale giapponese.

Se la creatura di Capcom sembra ormai essersi comodamente adagiata sui grossi numeri ostentando qualsiasi revisione alle meccaniche, Omega Force con il suo Toukiden ha giocato d’azzardo realizzando un qualcosa di molto simile, ma allo stesso tempo distante dei mostroni della casa di Osaka.

Mentre la saga di Monster Hunter ha sempre prediletto un livello di difficoltà basato sull’esperienza del giocatore e del suo progressivo apprendimento delle complesse meccaniche di gioco relative alla caccia, in Toukiden vi è innanzitutto la voglia di stimolare anche i neofiti del genere, proponendo una curva di apprendimento decisamente alleggerita, ma in generale un gameplay di fatto più basilare e votato all’azione.

L’idea era sostanzialmente di giocare un clone di Monster Hunter più accessibile, ma con qualche idea fresca di mezzo, e una componente narrativa molto marcata.

A circa tre anni distanza dal più che discreto successo di quel Toukiden, Omega Force adesso ci riprova con un sequel ambizioso che riconferma di fatto il potenziale di questa IP, che sembra aver trovato finalmente una sua più precisa identità.

Ecco la nostra recensione di Toukiden 2!

La caccia agli Oni riparte!

Subito dopo aver creato il nostro “Slayer” e scelto una delle numerose classi, il titolo ci getta da subito nell’azione con quella che sembra essere una furiosa battaglia con una sanguinaria orda di Oni. Durante lo scontro con le creature, ben mascherato da tutorial, Omega Force riconferma da subito il suo interesse nel puntare ancora una volta sul fattore narrativo.

E’ così quindi che, nel bel mezzo della battaglia, un gigantesco Oni risucchierà in un varco spaziotemporale il nostro avatar proiettandolo ben 10 anni nel futuro, in un villaggio chiamato Mahoroba. Qui il silenzioso protagonista farà la conoscenza della Professoressa e il suo simpatico aiutante, un piccolo automa meccanico dotato di una propria intelligenza.

[adsense]

Questi due curiosi personaggi si riveleranno un valido aiuto per il nostro smarrito protagonista, il quale scoprirà ben presto di essere una sorta di “anomalia temporale” che rischia di essere cancellata dalla linea temporale. Per quanto si tratti di una premessa non proprio originale diventa un curioso escamotage per creare una componente narrativa comunque più solida del solito.

Non è un caso infatti che diversamente da altri titoli di questo calibro le prime ore di gioco saranno intervallate da una grossa quantità di testi su schermo quanto mai inedita per il genere.

Il cast di comprimari che popolano il villaggio di Mahoroba è ricco di sfaccettature, e proprio come avveniva nel primo capitolo gli sviluppatori cercano di invogliare il giocatore ad instaurare un rapporto di dialogo con loro completando quest dedicate volte ad approfondirne la personalità.

Monster Hunter incontro l’open world

La struttura di gioco, a prima occhiata, è sempre la medesima del precedente episodio. Tuttavia, come dicevamo in apertura, Toukiden 2 cerca di assumere finalmente una propria identità per elevarsi dalla massa di cloni indistinti della creatura di Capcom.

Mahoroba è il classico hub centrale composto da NPC che metteranno a propria disposizione i classici servizi come: il fabbro, il bancone delle quest, beni utili di consumo, o cittadini in difficoltà pronti a proporre delle piccole missioni secondarie.

Vi è però una grossa differenza. Superando l’enorme portone del villaggio non ci saranno caricamenti pronti a trasportarvi in una mappa di gioco dedicata, ma un vero e proprio open world tutto interconnesso popolato da mostri, piccoli accampamenti e quest da completare.

Definirlo un vero open world forse è una parola grossa, si tratta più che altro di più mappe legate tra loro nelle quali il giocatore può muoversi in piena libertà senza sottostare ai tempi di caricamenti. Da questo punto di vista il titolo evidenzia una sua peculiarità, ma dall’altra resta comunque limitato senza poter osare a causa della natività portatile del progetto.

Il mondo in cui ci si muove è scarno, e la presenza della versione PSvita non ha permesso al team di osare come forse avrebbe voluto, perché vi sono indubbiamente alcune intuizioni di gameplay furbescamente ripescate da altri open world più occidentali.

La vecchia visuale attivabile con il tasto R3 per evidenziare gli HP degli Oni adesso funge anche da rivelatore di tracce per seguire un bersaglio. Molte quest sono state realizzate implementando un sistema di indagine appena abbozzato nel quale dovremo seguire degli indizi ben evidenziati per raggiungere una determinata location.

Durante il nostro lungo test siamo giunti però alla conclusione più plausibile di tutte: l’open world (detto anche Otherworld) è una mossa astuta per allungare il brodo, tale da rendere anche fin troppo dispersivo l’avanzamento tra una zona e l’altra delle mappe, che ribadiamo essere tutte ben oleate fra loro.

Come se non bastasse ogni settore della mappa andrà purificato dal “Miasma“, una particolare spora nociva generata dagli Oni, ben nascosti nei dintorni delle pietre di teletrasporto contaminate (di colore viola) per il viaggio rapido. Il Miasma è identificato sullo schermo da un indicatore circolare, che una volta riempitosi causerà la morte del giocatore.

Prima di cimentarsi nell’esplorazione di queste zone sarà quindi necessario setacciare l’area circostante e purificare le pietre del teletrasporto incriminate. Inoltre una volta purificate queste permetteranno per l’appunto di muoversi tra i vari punti già purificati in precedenza.

In generale abbiamo trovato l’aggiunta di questi elementi futili, utili appunto per dare un senso alla natura open world di un titolo che forse avrebbe funzionato anche adottando una struttura più classica e lineare. E’ sicuramente apprezzabile il tentativo di provarci, ma con l’hardware limitato di PSvita questa particolare forma di open world non ottiene il meritato spazio.

Fortunatamente all’open world seguono comunque altre idee di gameplay applicate al combat system che funzionano invece molto meglio di quanto ci aspettatissimo.

Se già il primo Toukiden si distingueva dalla massa di cloni per un tipo d’azione molto più dinamica e veloce, Omega Force ha ben pensato di aggiungere ulteriore pepe al combat system introducendo la “Demon Hand“, un vero e proprio braccio demoniaco con cui è possibile afferrare gli arti degli Oni per strapparli via oppure utilizzarlo come slancio sul nemico e infierire su di lui con un potente colpo assestato dall’alto.

Le armi particolarmente utili e che ben si sposano con la Demon Hand sono le lance e la lama frusta, entrambe capaci di infliggere potenti danni da medio e lungo raggio.

L’introduzione di questa particolare tecnica segna anche un perfezionamento dei Mitama, gli spiriti dei potenti guerrieri del passato divorati dagli Oni, che nel primo capitolo potevano essere fusi alla propria arma per utilizzare abilità speciali.

In Toukiden 2 il loro funzionamento viene sostanzialmente ampliato e adesso sarà possibile crearsi un vero e proprio set di Mitama da equipaggiare alle armi, armature e infine alla Demon Hand.

Questi non solo garantiscono skill passive e attive, ma conferiscono alla Demon Hand anche delle abilità inedite attivabili durante gli scontri che consistono nell’evocazione di alleati, danni o altri effetti.

Le variabili sono davvero numerose, e come se non bastasse adesso ogni Mitama ha un albero di abilità dedicate che si potranno sbloccare con il loro avanzare di livello. Più farete affidamento sui Mitama, più esperienza essi guadagneranno insomma.

Considerando che i Mitama si suddividono a loro volta in classi che aumentano la difesa, l’attacco, la velocità, essi giocano un ruolo cruciale nello sviluppo del proprio Slayer, ma effettivamente donano anche più personalità al sistema di combattimento.

Prima di congedarci e passare al comparto tecnico apriamo e chiudiamo una piccola parentesi sul crafting e le missioni. La creazione delle armi/armature è rimasta più o meno simile al passato, con l’eccezione che adesso è possibile raffinare ulteriormente ogni componente/arma potenziandone alcune specifiche statistiche, ma siamo comunque distanti dalla profondità raggiunta ad oggi da un Monster Hunter. Gli effetti di armi e armatura hanno un impatto minore sull’intero ecosistema di gioco.

Per quanto riguarda la qualità delle missioni abbiamo quelle principali che sono indubbiamente più elaborate, ma consistono comunque nella ricerca di un bersaglio da eliminare. Poi abbiamo le “Joint operations“, eventi randomici a cui potremo prendere parte durante l’esplorazione della mappa per aiutare altri Slayer in difficoltà.

Sono poi presenti piccoli incarichi secondari più tipicamente da MMO che consistono nella raccolta di oggetti, materiali o l’uccisione di un determinato numero di Oni. Insomma nulla di particolarmente complesso, ma che ribadiamo ancora una volta, sposarsi forse meglio con una filosofia di gioco “on the road” e meno su console fissa.

Anche la componente multiplayer online adesso ha subito un degno power up che ben sfrutta la struttura aperta del gioco per permettere fino a quattro giocatori di concedersi a lunghe sessioni di caccia e completare incarichi in tutta tranquillità. La presenza di emote permette di simulare una sorta di MMORPG.

Nuovi Oni

Dal punto di vista tecnico Toukiden 2 non brilla affatto, colpa della sua natura che come abbiamo già ribadito più volte, nasce prima di tutto su Playstation VITA.

Gli scenari sono poveri, presentando spesso delle texture piatte potenziate da una risoluzione in alta definizione che fatica a nascondere i limiti della resa visiva. Fortunatamente per quanto concerne la fluidità il titolo sfoggia un solido framerate ancorato ai 30 fotogrammi al secondo.

Discreta la direzione artistica, che da forse il meglio di se sulla realizzazione degli Oni, qui ancora una volta realizzati ispirandosi alla cultura orientale, ma con qualche inedita spruzzatina occidentale di mezzo per donare ulteriore spessore al parco mostri composto ora da esseri più vicini ai draghi o anche lupi dall’aspetto demoniaco.

Le creature sono spesso enormi, e caratterizzate da una piccola trasformazione che li rende più aggressivi quando i loro arti vengono amputati.

Vi lasciamo al commento finale…

[adsense][adsense]

Commento finale

Toukiden 2 è un sequel più che degno, voglioso di sperimentare con il genere come pochi altri hanno fatto fino ad oggi.

Piccoli accorgimenti e nuove introduzioni, alcune anche futili, donano ancora più spessore ad una produzione che sembra aver trovato finalmente il suo sentiero per staccarsi dal “big” del genere. Con Toukiden 2 i neofiti, ma anche i veterani, hanno la possibilità di sperimentare qualcosa di fresco in un genere che ormai sembra essersi snaturato, fatto di cloni tutti uguali e spesso di qualità scadente.

Amata e odiata per i suoi ripetitivi Dinasty Warriors, Omega Force da, ironia della sorte, una svolta interessante al genere degli hunter game.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.