Musica onnipresente dal primo a ventiduesimo minuto, con le incredibili sequenze che dicono più di mille parole, e una regia ancora una volta capace di esaltare l’azione e il ritmo stesso della colonna sonora sempre incalzante.
Insomma, nulla è cambiato. Gundam Thunderbolt riprende la sua corsa dopo una prima stagione perfetta, che forse andava anche bene così com’era senza necessariamente un proseguo, riproponendoci ancora una volta il suo tratto distintivo capace di differenziarla da qualsiasi altro prodotto animato visto negli ultimi anni.
Corredata da una potenza visiva che viaggia a braccetto con la sua regia, l’adattamento animato dell’opera di Yasuo Ohtagaki torna con una premiere più movimentata del previsto che rimaneggia il primo capitolo del manga che apre la seconda parte della storia per condensare in venti minuti un prologo efficiente.
Questa seconda stagione si apre infatti in mediares, con la Federazione ormai prossima alla conquista della fortezza di A Bao A Qu, nel mentre una sequela di spettacolari sequenze d’azione scorrono lo schermo, lasciando alla regia il compito di veicolare una narrazione che come sempre si muove su una scrittura dei dialoghi quasi ridotto all’osso. Ma con astuzia le riprese sottolineano certi personaggi inediti, avvertendoci che saranno la chiave di eventi futuri.
E poi ecco irrompere sullo schermo la brutalità di una guerra che non risparmia nessuno, un tema molto ricorrente in Gundam Thunderbolt. Sappiamo che nel bel mezzo di quel brutale conflitto Amuro Ray e Char Aznable si ritrovarono per la loro ultima resa dei conti, tuttavia bastano poche sequenze in cui vediamo la Federazione raccattare le vittime del conflitto e bruciare i loro corpi per renderci conto della grande realtà della guerra. Non vi è pietà nel mostrare truculente morti, Thunderbolt vuole essere angosciante, sbatte in faccia allo spettatore una sincera realtà dei fatti.
Subito dopo questo flashback si ritorna al presente, siamo nell’anno UC 00.80 ed ecco che ritroviamo Daryl Lorenz sulla Terra, che sembra aver finalmente coronato il proprio desiderio di poter mettere piede su una spiaggia soleggiata accompagnato dalla sua consueta radio.
Una desidero solo apparentemente realizzato, poiché scopriremo di li a poco essere ancora un soldato pienamente attivo sul campo che assieme ai reduci di Zeon combatte la cosiddetta “guerra del silenzio” contro una Federazione altrettanto pronta a rispondere come ben si evince dalla spettacolare sequenza di chiusura in cui entra in scena il Gundam Atlas.
Un Gundam decisamente “fuori tempo” per il periodo in cui è attivo, ma indubbiamente peculiare, seguito dall’immancabile nave da battaglia di classe Pegasus, la Spartan. Chi c’è ovviamente alla guida del nuovo Gundam? Un Io Flemming pronto a vendicarsi della sconfitta subita nel finale della prima stagione contro il cecchino più abile di Zeon, Daryl Lorenz.
E’ così quindi che in questo apparente scenario di pace la Federazione e Zeon consumano una guerra mai davvero conclusa, combattuta da soldati fedeli alla propria bandiera, e altri invece che trovano un retrogusto di piacere nel mietere vittime, magari ascoltando musica jazz per darsi la giusta carica.
La premiere di questa seconda stagione di Gundam Thunderbolt funziona esattamente come ogni altro episodio di questo genere: prepara il terreno per i nuovi avvenimenti, introduce nuovi personaggi, e ci tiene soprattutto a rimarcare una sua personalità ben costruita con la prima stagione.
Considerando che il secondo arco narrativo del manga è da molti considerato debole e più “canonico” rispetto alla prima parte, sarà interessante vedere come gli autori cercheranno di scrollarsi di dosso il fantasma di una prima stagione semplicemente perfetta.
Ciò che interessa al momento è scoprire soprattutto come saranno funzionali allo sviluppo della vicenda le due nuove new entry, Bianca Carlyle per la Federazione, e Billy Hickam per Zeon. Due piloti che potrebbero rivelarsi davvero centrali in questo silenzioso conflitto sulla Terra.
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