Gundam Thunderbolt 2×02: Recensione

Più azione, ma anche l’inizio di nuove relazioni nel secondo episodio della seconda stagione di Gundam Thunderbolt

Dopo un primo episodio preparatorio nel quale sono stati presentati i nuovi personaggi, e abbiamo avuto modo di rivedere anche i pochi reduci sopravvissuti agli eventi della prima violentissima stagione, con questo secondo episodio la seconda stagione Gundam Thunderbolt toglie il velo a quello che sarà il motore trainante degli eventi a cui sono legati i destini della Federazione e Zeon.

Si iniziano ad esplorare le news entry, in particolare il personaggio dell’affascinante Bianca Carlyle, asso federale che a bordo del suo Guncannon Aqua è un po’ la grande protagonista dell’intero episodio, ma non passa inosservato allo spettatore la sua personalità vivace, come la passione del jazz oppure l’abitudine di tatuarsi su tutto il suo corpo i marchi che simboleggiano le campagne militari a cui ha preso parte in passato per non dimenticarsi dei suoi commilitoni.

Ma è la sua passione verso la musica jazz che attira ovviamente da subito l’attenzione del tenente Io Flemming, il cui rapporto con Bianca in questo episodio getta le basi per una nuova amicizia di cui possiamo intuire facilmente gli esiti.

Mentre la prima parte vede la nascita di una nuova relazione, nella seconda metà dell’episodio la Spartan giunge nell’Oceano Antartico con l’obiettivo di dare la caccia all’Alleanza dei Mari del Sud…

Una setta religiosa legata alla Federazione autoproclamatasi indipendente ed in possesso del Reuse P Device ottenuto dai resti dello Psycho Zaku. Ovviamente raggiungere l’obiettivo non sarà altrettanto semplice, e dovranno presto confrontarsi con alcuni reduci di Zeon, tra i quali emergono il Maggior Phillip Kaufman, un pilota deciso a vendicarsi della federazione per la morte di suo figlio e di sua moglie; e Bull, un pilota di mobile armor appassionato di baseball che purtroppo andrà incontro ad un tragico destino proprio verso l’epilogo dell’episodio.

Diversamente dalla premiere questa volta l’azione domina la scena, con sequenze spettacolari tra le quali spicca soprattutto lo scontro nell’oceano fra l’Atlas Gundam e il Grublo, impreziosito da una bella citazione al passato. Ma come di consueto Thunderbolt non rinnega anche la violenza visiva, che gioca con i piccoli dettagli rendendo come sempre le dipartite dei personaggi molto strazianti, senza però lanciarsi in futili celebrazioni, fatta eccezione per gli ultimi drammatici minuti dove la regia “esalta” con pochi passaggi il necessario per incutere nello spettatore un senso di opprimente disagio.

Dove invece l’episodio si rivela meno convincente è proprio sulla parte di scrittura dei personaggi. Fatta eccezione per il rapporto tra Io e Bianca, personaggi come Phillip Kaufman o Bull vengono appena sfiorati, ma in questo frangente non basta qualche sequenza per permetterci di empatizzare a sufficienza con loro. Nonostante tutto però Kaufman ha tutte le carte in regola per non essere un personaggio di contorno destinato alla macelleria dei prossimi episodi, ma una nuova potenziale nemesi per l’equipaggio della Spartan.

Immancabile come sempre la colonna sonora, che anche in questo episodio assolve al suo scopo con la breve sequenza in flashback che si intervalla ai colpi di tastiera e batteria di Io e Bianca. Ma ciò che colpisce soprattutto emotivamente è la cover giapponese Feeling Good ben piazzata per accompagnare il drammatico epilogo nel quale l’equipaggio della Spartan piange i suoi caduti.

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