Gundam Thunderbolt 2×03: Recensione

Episodio di passaggio per questa seconda stagione di Gundam Thunderbolt

Al suo terzo e penultimo episodio, la seconda stagione di Gundam Thunderbolt conferma le sue buone intenzione, ma delude. Cercare di bissare, o addirittura superare in qualità la precedente stagione sta diventando un compito sempre più difficile per Sunrise.

18 minuti iniziano ad essere stretti nell’ottica di quello che vuole essere a tutti gli effetti un racconto su due piani narrativi differenti. L’episodio si apre infatti con una serie di sequenze apparentemente solari dove vediamo Karla e Daryl alle prese con una giornata da civili comuni.

Quella che però sembra l’uscita tra due giovani fidanzati, viene come al solito deturpata dall’ombra di una Guerra di un Anno che ha segnato la vita dei due ragazzi. A causa del trauma subito durante l’epilogo della prima stagione, il cervello della ragazza ha spazzato via tutti i suoi ricordi lasciando appesi ad un filo solo quelli della sua infanzia. Per cercare di curare la malattia di Karla, a Daryl è stato affidato l’incarico da tutore.

Da subito ci vengono rinfacciati con disinvoltura dei temi più che mai attuali, ma vengono altrettanto affrontati con troppa freddezza e velocità questi passaggi.

Dopo questa piccola parentesi iniziale l’episodio di Gundam Thunderbolt inizierà a spostarsi sulla Spartan. Da qui apprendiamo che dopo l’incontro con i reduci di Zeon avvenuto nello scorso episodio il Gundam Atlas e il Guncannon Aqua sono stati danneggiati e non potranno scendere in battaglia nel breve tempo. La regia entra di nuovo in gioco, accompagnata come sempre da una colonna sonora apprezzabile, per spostare l’attenzione sulla squadra di unità Acquy guidate da Daryl Lorenz per invadere i territori dell’Alleanza dei Mari del Sud.

Fino alla fine dell’episodio si ha quindi a che fare con una regia che alterna gli avvenimenti in parallelo delle due storie.

Da un lato abbiamo un gruppo di MS che cerca di infiltrarsi nel territorio nemico, e dall’altra troviamo la Spartan alle prese con le riparazioni. In entrambi i casi siamo spettatori di due storie che per tutta la durata dell’episodio poggiano il piede sull’acceleratore premendolo solo negli istanti finali con il ritorno di una rediviva Claudia.

Per riallacciarci al discorso con cui abbiamo aperto l’articolo, è palese la difficoltà degli autori nel comprimere tutte le storyline di questa seconda stagione. Se nel secondo episodio la storia di Daryl era stata messa in secondo piano, questa volta vi è il tentativo di inseguire entrambi i percorsi narrativi, ma questo si traduce in una fastidiosa velocizzazione degli eventi. Di alto livello come sempre la colonna sonora, ma come già avvenuto nei precedenti episodi fatica ad imporsi passando sempre in secondo piano.

Come dicevamo, questo è il tipico episodio di preparazione in vista del season finale, e come tale punta relativamente poco anche sull’azione, più statica e meno spettacolare date le location. Molto interessanti invece sono le varianti degli Acguy, capaci finalmente di ridare giustizia a questo bistrattasissimo Mobile Suit, che con gli anni è diventato una vera parodia.

Una seconda stagione meno brillante per ora, che a causa del poco minutaggio a disposizione sta faticando nel dare giustizia alla seconda metà del manga da cui è tratto. Avremo un giorno il piacere di conoscere la famiglia Flemming?

Ci aspettiamo grandi cose a questo punto dal season finale, ma siamo anche consci che molte cose finiranno inevitabilmente per essere lasciato in sospeso ed esplorate nella terza confermatissima stagione.

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