Valkyria Revolution: Recensione

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Valkyria Revolution arriva in occidente reinventando le meccaniche dei Valkyria Chronicles. Ecco la nostra recensione!

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  • Nome completo – Valkyria Revolution
  • Piattaforme – PlayStation 4, Xbox One, PSvita
  • Producer – SEGA
  • Developer – Media Vision
  • Distribuzione – Digitale / Disco
  • Data di uscita – 30 Giugno 2017 
  • Genere – Action RPG/Strategico
  • Versione testata – PS4

Uscito nel lontano 2008 su Playstation 3, Valkyria Chronicles diventò in pochissimo tempo uno dei titoli più importanti della tiepida lineaup della console Sony.

Acclamato da critica e pubblico, e diventato successivamente un cult recentemente approdato su Playstation 4 con una remaster HD, il titolo di SEGA proponeva un rivoluzionario gameplay a metà tra il genere tattico e il gioco di ruolo grazie al BLiTZ system (Battle of Live Tactical Zones).

Ma oltre al gameplay, ciò che ha contribuito a rendere popolare questa saga composta da ben tre episodi principali (gli ultimi due per PSP) è anche il suo setting storico ambientato in una versione alternativa dell’Europa di inizio ‘900. Una location peculiare, reinterpretata in salsa steampunk che fa da sfondo ad una lunga e sanguinaria guerra fra i vari territori.

Nonostante una fanbase comunque molto piccola, SEGA ha cercato di costituire un vero e proprio franchise espandendo i propri giochi con nuovi manga e serie animate. L’ultima di queste “ramificazioni” è proprio uno spin-off che porta il titolo di Valkyria Revolution, e oggi siamo qui per parlarvene con la nostra recensione.

Non è il Valkyria che conosciamo

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Chiariamo le note essenziali: Valkyria Revolution non è un sequel dei primi tre capitoli, ma uno spin-off ambientato in un mondo parallelo da cui SEGA intende chiaramente sviluppare un secondo franchise parallelo per contrastare la nicchia di fan che vantano i Chronicles.

Questa “piccola” differenza si traduce in un nuovo approccio al gameplay, che riprende le meccaniche strategiche dei tre predecessori ma le applica in modo marginale all’ecosistema di gioco per abbracciare un ritmo più rapido e rendere l’azione più prominente.

A sviluppare il titolo è questa volta è lo studio Media Vision (già dietro l’ottimo Valkyria Chronicles III), che ha cercato di reinventare le basi della serie in modi più o meno interessanti. Non tutto funziona perfettamente, ma di questo ne parleremo con l’avanzare dell’analisi.

Le vicende di Valkyria Revolution si articolano su due assi temporali parallele in questa Europa alternativa che mescola elementi dell’Europa Rivoluzionaria e altri più fantasy.

La prima, ambientata negli anni ’50 vede principalmente protagonisti uno studente e la sua insegnante alle prese con il racconto della Guerra di Liberazione, le cui vicende rappresentano a loro volta quelle che vivremo in prima persona nei panni del protagonista  Amleth 100 anni prima.

Il progetto di Media Vision dimostra da subito di voler puntare tutte le sue carte migliori sulla storia, raccontata con estrema attenzione e ricca di intrecci narrativi capaci di rendere vive e impresse nella mente le vicende fantapolitiche del Regno di Jutland.

Una cura talmente maniacale da sfociare per forza di cose in lunghe cutscene e tanti dialoghi che tradiscono la natura nipponica dei personaggi. Non è la fiera dei cliché, ma in alcuni momenti la maturità della storia cozza con i comportamenti e i ruoli di alcuni personaggi.

Azione, strategia e… azione?

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Per quanto riguarda il gameplay vero e proprio, il giocatore potrà avventurarsi con la propria squadra in missioni secondarie e primarie. Nei panni della squadra Anti-Valkyria dovremmo prendere parte ai vari conflitti che stanno popolando l’Europa.

Una volta scesi in campo emergeranno da subito le grandi differenze rispetto alla saga principale.

I personaggi potranno essere controllati direttamente e muoversi liberamente negli scenari e utilizzare quando possibile le coperture. Principalmente il focus è l’impiego delle armi bianche, ma è presente una pausa tattica in cui è possibile sfruttare le armi da fuoco secondarie come fucili e granate, oppure le abilità speciali.

Come dicevamo in apertura però, l’enfasi questa volta punta i riflettori sull’azione rendendo la strategia più marginale e quasi accessoria rispetto al resto grazie al nuovo sistema di combattimento denominato LeGION. Non parliamo di azione frenetica, ogni attacco sferrato consumerà temporaneamente una barra apposita che impiegherà qualche secondo per ricaricarsi, mentre l’esecuzione delle tecniche magiche richiede un costo in termini di punti PR. Quello con cui abbiamo a che fare è quindi un action-RPG a tutti gli effetti.

E proprio per quanto riguarda le magie, queste non solo si riveleranno delle tecniche potenti, ma avranno anche funzionalità “aggiuntive” capaci di influenzare il morale delle unità nemiche generando degli status alterati che possono comprendere: paralisi e panico.

L’avanzamento della storia viene intervallato da un HUB diviso in micro-aree che permettono di gestire l’equipaggiamento, investire risorse nel crafting di nuovi abiti, e sviluppare i propri rapporti con i compagni d’arme o seguire le news dal fronte.

Completando le missioni inoltre si ricaveranno pietre speciali chiamate Ragnite per potenziare il proprio plotone attingendo da un sistema di level up profondo e ben ramificato che permette di personalizzare con dedizione le classi per ogni membro della squadra e sbloccare le loro abilità passive.

L’impegno profuso nella costruzione di questo sistema, palesemente ripreso dalla mai dimenticata sferografia di Final Fantasy X, purtroppo risulta assai marginale proprio come la componente strategica del titolo.

L’idea generale è che gli sviluppatori non siano stati capaci di bilanciare le due anime del titolo, un peccato considerando la presenza di un director come Takeshi Ozawa che aveva già lavorato ai tre precedenti episodi.

Detto ciò però, il sistema di combattimento è capace di regalare comunque delle soddisfazioni. Da segnalare quella che invece è l’inevitabile sorte di titoli appartenenti a questo genere: le missioni non si differenziano tantissimo tra di loro e ci richiederanno spesso e volentieri di eliminare tutte le truppe nemiche degli avamposti o di conquistare le varie basi. Le Free Mission secondarie sono sicuramente quelle più soggette alla ripetizione, diversamente invece da quelle Storia più articolate e lunghe, ma nel complesso possiamo dire che il quest system non brilla tantissimo per la sua varietà. Il livello di difficoltà è spesso tarato verso il basso, quindi non aspettatevi un livello di sfida estenuante.

GOUACHE

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Dal punto di vista tecnico bisogna confrontarsi con un dato di fatto importante: Valkyria Revolution non è solo un titolo per PS4 e Xbox One, ma gira anche su Playstation VITA, e quindi gli sviluppatori si sono dovuti scontrare con i limiti della piccola console Sony. Limiti che hanno influenzato anche le versioni maggiori, impedendo agli sviluppatori di premere l’acceleratore e sfruttare a dovere gli hardware delle due console principali. Tuttavia non vogliamo farne un dramma, il titolo di Media Vision sa comunque difendersi discretamente grazie al nuovo GOUACHE engine, una versione potenziata del precedente CANVAS adottato con i primi tre episodi.

Il motore in questione adotta un cell shading particolare delineato da colori più caldi e vivi rispetto alle precedenti incarnazioni, proprio per evidenziarne le differenze stilistiche. Lodevole è invece il comparto sonoro affidato a Yasunori Mitsuda, e tra i brani più riusciti del titolo è impossibile non citare il tema principale “Azure Revolution”, affidato alla splendida voce di Sarah Àlainn.

Piccola nota a margine: il titolo presenta una localizzazione di audio e testi in lingua Inglese, con la possibilità di selezionare il doppiaggio in lingua giapponese.

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Commento finale

Valkyria Revolution è un action-RPG che funziona, e cerca di prendere le dovute distanze dalla serie principale per seminare delle basi inedite indirizzate ad una fetta di pubblico molto più ampia. I cultori della saga probabilmente resteranno delusi, ma ci sono talmente tanti altri elementi in comune che sarebbe quasi un delitto consigliarlo solo agli appassionati di action RPG. Le vicende del plotone Anti-Valkyria meritano di essere vissute e apprezzate anche dai fan storici.

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