Gundam Thunderbolt 2×04: Recensione

Meno memorabile, ma più ambiziosa. Ecco la nostra recensione della seconda stagione di Gundam Thunderbolt

Tra alti e bassi anche la seconda stagione di Gundam Thunderbolt si conclude, lasciando tanti punti interrogativi sui futuri sviluppi. Un season finale non tanto imprevedibile, che riprende esattamente dall’epilogo dello scorso episodio. Il racconto quindi avanza seguendo le gesta della Spartan, finita sotto l’attacco dall’Alleanza dei Mari del Sud, e in parallelo quello del gruppo di reduci zeoniani guidati da Daryl Lorenz.

Episodio decisamente frenetico, nel quale il grande protagonista finisce per essere soprattutto Io Flemming, deciso a salvare Carla dalle grinfie dell’Alleanza. Per tutto l’episodio assistiamo a spettacolari sequenze d’azione, sempre ben animate e accompagnate da un commento musicale.

Tuttavia non si respira l’aria di un vero season finale, e questo permette di riallacciarci ad un discorso che abbiamo già affrontato nelle precedenti recensioni.

Questa seconda stagione, così come il manga da cui è tratto, si staccano bruscamente dal primo segmento della storia ambientata sul finire della Guerra di un Anno. Quel piccolo racconto spaziale aveva una sua precisa identità, una propria cifra stilistica capace di rendere la musica una componente fondamentale della sceneggiatura.

In questa seconda stagione la musica finisce per essere più marginale, incapace di emozionare come la prima volta. Manca proprio il pathos, e la dilatazione della storia non aiuta sicuramente gli autori nell’adattamento animato. Il poco minutaggio a disposizione, e il formato dei quattro episodi impediscono a questa seconda stagione di galvanizzare gli spettatori come la precedente. Si è consci di essere parte di un quadro narrativo più grande, ma il roster raddoppiato del cast non aiuta nella fruizione. Troppi personaggi, pochi episodi e troppi avvenimenti ricevono poco adeguato spazio.

La rivelazione finale che chiude questa stagione manca del giusto tempismo, si denota una certa fretta nel metterla in scena, e il risultato è solo un grande colpo di scena che poteva essere gestito molto meglio. Crea indubbiamente curiosità, perché è funzionale allo scopo del cliffhanger, ma mancano tutti gli strumenti adeguati alla sceneggiatura per dare la giusta carica alla sequenza.

Se dovessimo identificare questa seconda stagione il termine adeguato è “intermezzo”. Una sorta di lungo intermezzo dove gli autori fanno i conti con la prima stagione, cercando di distaccarsene per veicolare i personaggi principali verso uno snodo narrativo più grande e ambizioso. Un racconto diverso nell’impostazione, più canonico e affine allo standard di Gundam, dove c’è poco spazio per la poetica e la dualità affrontate nella prima stagione.

Commento finale

Meno memorabile, e anche dimenticabile rispetto alla prima, questa seconda stagione di Gundam Thunderbolt si chiude con una rivelazione assolutamente promettente in vista dei prossimi episodi. Il season finale purtroppo non aiuta, e non si assume le responsabilità di un tale peso, servendo sul piatto una rivelazione scottante e basta.

Una stagione di passaggio, dove viene messa tanta carne al fuoco, e introdotti numerosi personaggi importanti che finiscono per essere un mero orpello a causa della quantità spropositata di elementi da gestire in così poco tempo, e in così pochi episodi. Si poteva gestire meglio? Forse avevamo noi troppe aspettative dopo la prima indimenticabile stagione? In entrambi i casi la nostra risposta è “Forse si”.

Nota: Il voto vale per l’intera stagione.

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