Uncharted: L’Eredità Perduta – Recensione

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Non un DLC, ma un capitolo nuovo vero e proprio. Ecco la nostra recensione di Uncharted: L’Eredità Perduta

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  • Nome completoUncharted: L’Eredità Perduta
  • PiattaformePS4
  • Producer – Sony Interactive Entertainment
  • DeveloperNaughty Dog
  • Distribuzione – Retail/Digitale
  • Data di uscita – 22 Agosto 2017
  • Genere – Avventura/Action
  • Versione testataPS4

Quando nel 2007 Naughty Dog si è affacciata su Playstation 3 con Uncharted ha timidamente iniziato un percorso formativo a tutto tondo che a 10 anni di distanza ha consolidato la software house fra le migliori dell’ultimo decennio per creatività e l’impegno manicale profuso nello sviluppo delle sue IP.

The Last of Us ha maturato quell’approccio costruito con trilogia di Nathan Drake su Playstation 3, e l’anno scorso Uncharted 4 ha chiuso una delle parentesi più importanti per la recente storia dei videogochi con un capitolo d’addio sontuoso. Eppure oggi siamo di nuovo qui, di nuovo a parlare della splendida creatura di Nautghy Dog, ma con una grande differenza: Nathan Drake per la prima volta non è il protagonista.

Ecco che il coraggio di Naughty Dog riemerge ancora una volta, quella voglia di osare e puntare sempre in alto che ha contraddistinto gli sviluppatori californiani esplode di prepotenza con Uncharted: L’Eredità Perduta. Si abbandonano Nathan e Sully, e questa volta si punta sul carattere femminile forte proponendo un duo davvero impossibile come Chloe Frazer e Nadine Ross. Da comprimarie, ecco che i due personaggi assumono il ruolo di protagoniste assolute, in una storia dove si incrociano amicizie, fiducia, e redenzioni personali.

Un racconto fatto con lo stampino del cinema d’azione moderno, ma che ancora una volta raccoglie l’eredità passata di Naughty Dog, tingendola di rosa per l’occasione. E sapete cosa? Anche senza Nathan tutto funziona dannatamente bene!

Uncharted? Anche senza Nathan funziona!

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Uncharted: L’Eredità Perduta si pone come uno spin-off/sequel di Uncharted 4. Le protagoniste questa volta sono Chloe e Nadine, la prima comparsa in Uncharted 2 e 3, e la seconda comparsa in Uncharted 4.

In quella che rappresenta una delicata alleanza dove il tradimento di una delle due parti è dietro l’angolo, le due donne sono alla ricerca della Zanna di Ganesh, un preziosissimo tesoro il cui valore ha attirato anche l’attenzione di Asav, un guerrafondaio a dire il vero poco carismatico e stereotipato che rasenta il più classico dei cliché nel cinema d’azione.

Pur ponendosi come un sequel del precedente capitolo, parliamo di un gioco completamente standalone dove la sceneggiatura si concentra sullo sviluppo delle due protagoniste, rendendo le vicende di Nathan Drake un semplie passaparola di cui a noi giocatori interessa relativamente poco. Chloe e Nadine sono l’anima e il cuore della storia, e il loro fascino è come una freccia di cupido scoccata dritto al cuore: è impossibile non amarle, il loro burrascoso conflitto spezzato dalle battute di Chloe crea una coppia femminile estremamente funzionale.



E trattandosi di due personaggi non propriamente nuovi, ma reduci di vecchie avventure, il giocoforza di Nautghy Dog nella loro scrittura permette di addentrarsi maggioramente nella loro personalità per svicerare il loro passato tirando in ballo tra il lustro e il busco citazioni e riferimenti al passato della serie. Proprio come The Last of Us e il precedente Uncharted, sono le interazione fra i personaggi l’elemento migliore del gioco, e questo capitolo non fa affatto eccezione.

Uncharted 4.5

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Per quanto sia scontato definirlo Uncharted 4.5, l’Eredità Perduta si può considerare proprio un mezzo sequel anche in termini tecnici e di gameplay.

Le meccaniche di gioco riprendono a tutto tondo il precedente episodio, abbiamo una struttura esplorativa delle mappe piuttosto lineare al cui interno si celano i consueti tesori da collezionare. Questa volta però gli sviluppatori hanno limato alcuni aspetti, introducendo nelle prime ore dell’avventura una grande mappa liberamente esplorabile a bordo della jeep, che nasconde segreti come 11 medaglioni utili a sboccare “un piccolo” ma utile vantaggio nella vostra caccia al tesoro.

Questa struttura esplorativa più aperta era stata già introdotta nel precedente capitolo, ma questa volta la sensazione che abbiamo avuto è che risulti più funzionale e concentrata senza disperdere troppo l’attenzione. Sull’apposita mappa inoltre Chloe segnerà i vari punti scoperti, proprio come se fosse un sandbox.

Abbiamo poi le immancabili fasi shooter, prominenti anche in questo capitolo, e caratterizzate anche da alcune boss fight piuttosto impegnative se giocate ad un livello di difficoltà Medio. Anche in questo frangente, il numero di nemici impiegato per queste fasi si rivela più soddisfacente, facendo levitare sensibilmente il livello di sfida. E parlando sempre di sfida, anche sul fronte degli enigmi questa volta il gioco non scherza, presentandone alcuni particolarmente impegnativi che consistono nella manipolazione di ombre, corse contro il tempo e altri che giocano sullo spostamento delle piattaforme. Come sempre però, il loro design è soddisfacente e funzionale per il gameplay, e in molte occasioni si rivelano dei minigiochi perfetti per spezzare gli intensi ritmi dell’azione di gioco.

Non si respira aria di rivoluzione, ma è la metodologia di sviluppo e l’impegno di Naughty Dog che rendono divertente e appagante un gameplay che di base si presenta a suo modo essenziale.

Per quanto rguarda la longevità parliamo invece di circa 8/9 ore, e allo stato attuale abbiamo raggiunto solo il 64% dei tesori raccolti nel gioco. Nel disco sono comunque presenti chicche interessanti che consistono nella modalità multiplayer già introdotta in Uncharted 4, nuove skin per i personaggi, e una Modalità Sopravvivenza. Nel nostro caso, abbiamo scaricato il gioco grazie al codice fornitoci da Sony, e abbiamo notato che è possibile impostare una precedenza scegliendo se dare priorità al download della campagna single player oppure quella multigiocatore. Nel complesso parliamo di circa 50 Gb di dati, le medesime dimensioni di Uncharted 4 quindi.

Comparto tecnico

Nulla da dire anche sull’aspetto tecnico del gioco, lievemente ritoccato per il meglio sul fronte della fisica, ma anche sulle animazioni contestuali all’ambiente dei personaggi, rese ancora più naturali. Per il resto abbiamo un titolo che riprende la medesima estetica in termini di engine del precedente episodio, anche se condensa su schermo una quantità di esplosioni davvero impressionante senza cedere il fianco a cali di framerate. L’ultimo capitolo della storia in particolare è un condesanto di esplosioni, corse, e sparatorie che rappresentano il punto più alto mai raggiunto dalla serie.

Da questo punto di vista possiamo dire senza troppi indugi che Uncharted: L’Eredità Perduta è una vera meraviglia per gli occhi.

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Commento finale

Non è un DLC, ma un vero e proprio capitolo inedito. Uncharted: L’Eredità Perduta rappresenta il coraggio di una software house che ha deciso di mettere da parte Nathan per lasciare spazio ai suoi comprimari. 

L’Eredità Perduta si regge sulle proprie gambe da solo grazie al carisma delle sue protagoniste, vive di momenti che estremizzano il cinema hollywoodiano, ma anche di altri più intimi e particolari che elevano la potenza narrativa e dell’intrattenimento che può offrire un videogioco. Non sappiamo se questo rappresenterà l’ultima avventura della serie, ma questo capitolo in particolare dimostra che il franchise può ancora espandersi senza necessariamente affidarsi al carisma di Nathan Drake. 

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