A Plague Tale: Innocence – fuga dal Medioevo della Morte Nera

La famiglia De Rune è chiamata a sopravvivere all’inferno europeo. Ecco la nostra recensione di A Plague Tale: Innocence

  • Nome completo – A Plague Tale: Innocence
  • Piattaforme – Windows, PS4, Xbox One
  • Developer – Asobo Studio
  • Publisher – Focus Home Interactive
  • Distribuzione – Digitale, Retail
  • Data di uscita – 14 Maggio 2019
  • Genere – Avventura Dinamica
  • Versione testata  PS4

A metà del Trecento la Peste Nera investì l’Europa come un torrente inarrestabile, mietendo vittime senza che potesse essere efficacemente contenuta. É in questo periodo buio della storia europea, in pieno corso della Guerra dei Cent’anni, che avvengono le vicende della famiglia De Rune; dopo un attacco da parte dei templari ai possedimenti della famiglia i due protagonisti, Amicia e Hugo, sono costretti a fuggire, lasciandosi alle spalle tutto pur di salvare sé stessi.

Di ratti e uomini

La storia che si snocciola ruota intorno al grande male, che viene reinterpretato in maniera catastrofica sotto forma di orde di famelici topi e di una strana formazione biologica attorno alle loro tane. Il tutto si confà al tono dark fantasy che prende piede dopo la metà, anche e soprattutto perché la personalità del titolo si dimostra sia per il sapiente uso degli animali – vivi e morti – che per lo spessore etico e comportamentale degli uomini. A Plague Tale vuole dimostrare come un’avventura medievale si sviluppi in maniera pseudo-realistica, con scelte stilistiche che ben descrivono la Francia trecentesca ed i suoi abitanti, spietati verso una giovane ragazza ed un bambino praticamente indifeso. A completare il quadro, la sanguinaria Inquisizione si dimostrerà sempre più crudele nel perseguire i pr

 

opri controversi obiettivi, spesso involvendo i De Rune nelle proprie macchinazioni. Il culmine degli atti converge poi nel finale, che si concentra sui toni oscuri e fantastici dell’opera per poi sbocciare in una conclusione davvero adeguata, che permette all’intera narrazione di lasciare il segno. Sicuramente, uno dei punti forti del titolo.

Attraverso la vecchia Europa

Come si introduce tuttavia in un’avventura dinamica una componente ludica interessante? Bastano delle IA mediocri, dei numeri di elementi su schermo ed alcuni puzzle a gratificare la storia? Ebbene, la risposta è sì.
A Plague Tale: Innocence ci dimostra che i mezzi vanno usati nel modo corretto, e che la varietà è ciò che rende un titolo fruibile. Se la geniale meccanica dei topi si espande progressivamente con l’ampliamento dell’equipaggiamento di Amicia, risulta molto convincente la profonda differenza tra le situazioni dei vari capitoli, che mascherano la linearità del gameplay rendendolo, di fatto, mai scontato. Le migliorie, poi, sono state progettate per essere degli investimenti a lungo termine, in cui si deve optare su come gestire le limitate risorse di cui si dispone per ricavare il massimo dal proseguimento, dovendo avere anche la scelta fra una via sicura ma costosa od una rischiosa ma più remunerativa. Anche l’utilizzo tattico della luce è un elemento che determina in enorme parte l’efficacia delle proprie azioni, potendo effettivamente decidere quale approccio tentare per superare determinate incombenze. Non tutto si rivela sempre preciso, ma il lavoro alla base è davvero ben riuscito tanto da glissare su qualche inciampo che, tutto sommato, non mina l’esperienza di gioco.

La grottesca piaga

A livello tecnico, invece, il titolo di Asobo Studios si difende in maniera egregia soprattutto nella poesia delle sue scene, che raggiungono livelli piuttosto alti in determinati ambienti e cutscene. Il team ha realizzato dei lavori meravigliosi, tanto a livello sonoro – con OST davvero memorabili – quanto in quello del colpo d’occhio, spesso secondario ma che impone una pausa anche solo per ammirarlo. Nonostante tutto, però, A Plague Tale: Innocence soffre molto a livello di texture ed animazioni, che appaiono spesso troppo abbozzate per essere davvero espressive. Sarebbe stato possibile fare un lavoro migliore, ma c’è da dire che per un prodotto low budget il risultato è assolutamente soddisfacente, in grado di regalare delle perle di livello con la tecnologia che propone. Se l’opera ha delle ombre, dunque, è soltanto perché dimostra di avere tutte le carte in regola per brillare anche senza doversi affidare esclusivamente ai dettagli tecnici, ma semplicemente ad una visione d’insieme che funzioni per ciò che si propone come target.



Commento finale

A Plague Tale: Innocence è un titolo che merita di essere vissuto, soprattutto se si è amanti dei Secoli Bui e della narrazione della tragedia della Peste. Il pathos che riesce a trasmettere è convincente e, sebbene gli orpelli dark fantasy contribuiscano a romanzare la storia, sono anche un tramite efficace che permette alla trama di brillare davvero, risultando interessante e coinvolgente. Gli inciampi sono presenti, ma la magia di un’opera ben strutturata è il poter essere ricordata per le sue bellezze che travolgono senza alcuna difficoltà le macchiette, consegnando un prodotto che è valido in ogni aspetto. La Morte Nera ritorna a mietere vittime, ma stavolta nei cuori di coloro che si approcciano alle vicende di Amicia e Hugo.

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