Gears 5: pesticida a base di polvere da sparo

The Coalition cerca di evolvere la serie di Gears of War. Ci sarà riuscita? Ecco la nostra recensione di Gears 5!

  • Piattaforme PC, Xbox
  • Developer The Coalition
  • Publisher Microsoft Game Studios
  • Distribuzione Digitale e fisica
  • Data di uscita 5 Settembre 2019
  • Genere – TPS

È complicato mantenere alta la qualità di una serie quando si inizia a perdere il conto dei titoli che vi appartengono; Gears of War, dopotutto, è stato rilasciato ben 13 anni fa. The Coalition si è cimentata ancora una volta nell’impresa, ed è riuscita a non deludere le aspettative, presentando un prodotto sì radicato nelle sue origini ma con notevoli innovazioni.

Gli ingranaggi

Forte di meccaniche solide e di un gameplay inconfondibile, Gears 5 mostra sin dai primi momenti l’eredità dei giochi che l’hanno preceduto. Cuore di ogni incontro è infatti la gestione intelligente della copertura, un tratto caratterizzante del sistema sin dagli esordi, che è stato reso ancora più fluido, più rifinito. A questo perfezionamento ben si affianca l’introduzione di una rudimentale ma interessante meccanica di stealth: è presente infatti la possibilità di avvicinarsi cautamente al nemico e neutralizzarlo prima che riesca a rendersi conto di essere sotto attacco.

Alla lista delle armi ormai care ai fan si aggiungono nuovi modelli, ognuno graficamente unico e dal feel invidiabile e la riduzione nelle dimensioni dei caricatori incoraggia il giocatore a sperimentare con tutte le opzioni che gli vengono offerte.

La IA migliorata abbinata a nemici inediti schierati tra le fila dello Sciame —  come i Warden, assaltatori corpo a corpo temibili — carica gli scontri di tensione e mette alla prova le capacità strategiche e i riflessi del giocatore. Le boss fight raggiungono il picco della spettacolarità e con l’aumentare della difficoltà presentano una sfida notevole a cui consegue grande soddisfazione.

La scacchiera

La campagna in single player — della durata di circa 20 ore — esplora per la prima volta, in due degli atti, l’espansione della prospettiva di gioco; non si può parlare propriamente di open-world in senso stretto, ma di passaggi più ampi che però mantengono la linearità delle missioni. In due dei quattro atti sarà infatti possibile spostarsi liberamente tra le dune rosse di Vasgar e alle gelide pendici del Monte Kadar, alla ricerca di collezionabili e componenti da applicare al nostro robotico compagno Jack.

È proprio con questi potenziamenti che The Coalition introduce timidamente anche un’altra innovazione, che sembra aggrapparsi tenuamente agli elementi di un RPG. Dedicando sufficiente attenzione a questi miglioramenti opzionali, Jack potrà diventare un alleato di supporto estremamente valido, per la prima volta nella serie.



Seppure si tratti di ambienti desolati e a tratti vuoti, è facile perdersi nell’esplorazione di queste aree immense e spettacolari, che hanno permesso agli sviluppatori di esprimere tutto il loro estro creativo. Sono la pausa che bilancia perfettamente l’azione sfrenata tra cui vengono incastrati, e funzionano perfettamente; il giocatore sarà libero di esplorare per tutto il tempo che desidera, occupandosi degli obiettivi secondari a suo piacere mentre si immerge in ambientazioni finemente curate.

I pezzi

Anche il tono del gioco è diverso dai precedenti, alternando momenti di grande serietà e profondità dei temi trattati a una ironia più o meno sottile e spesso rivolta anche agli elementi più stravaganti del gioco stesso. I personaggi sono ben scritti, il progresso della trama ha un ritmo incalzante ma non frettoloso, e la protagonista è profondamente legata a quella che è, con tutta la probabilità, la storia migliore ideata finora per un Gears.

Kait Diaz prende il posto di JD — e per fortuna: si tratta di un personaggio molto più carismatico e interessante, e il fatto che si tratti del primo volto femminile protagonista della saga la rende un’ulteriore innovazione molto ben riuscita.

Kait sembra legata a doppio filo alla trama: il ruolo di personaggio chiave è chiaro già dall’inizio — quando ancora non si vestono i suoi panni — per via della presenza insistente dello Sciame nei suoi sogni. Non si può dire sia la più originale delle idee, ma è più che sufficiente a fornire una motivazione valida — sicuramente più valida del semplice ereditare il ruolo di protagonista dal proprio padre.

Il multiplayer

Ma dopo i titoli di coda l’offerta di gioco a disposizione è ancora ampia. Gears 5 include le modalità PvE Orda e Fuga, oltre ovviamente alla modalità PvP. Un’aggiunta interessante a quest’ultima è la categoria Arcade, affiancata alla modalità classica, inclusa per facilitare l’approccio dei nuovi giocatori alla sfida evitando che i veterani della saga approfittino troppo della loro inferiore esperienza.

L’Orda è fortunatamente priva delle loot box che l’avevano caratterizzata in Gears 4 — loot box che non si limitavano a contenere elementi puramente cosmetici ma erano quasi fondamentali per procedere — e suddivide gli eroi in classi — similarmente a Overwatch — dotandoli di abilità uniche che rendono più interessante e divertente la modalità. Tali meccaniche si estendono anche alla modalità Fuga, che dispone persino di un editor di mappe per permettere ai giocatori di creare, condividere e scaricare dungeon personalizzati. Insomma, i contenuti post-single player non mancano: Gears 5 offre qualcosa per tutti gli appassionati del genere.

Commento finale

Gears 5 si arrocca sul gameplay già solido caratteristico della saga, migliorandolo, e introduce cambiamenti ancora in fase sperimentale, che però permettono al gioco di godere di una ventata di aria fresca senza dover rinunciare a quelle caratteristiche che sono ormai divenute proprie della serie. The Coalition è riuscita in questo modo a ritagliarsi degli spazi per collaudare ciò che si dimostra promettente senza alienare i fan storici della saga, per procedere con passo moderato ma deciso. Un titolo decisamente imperdibile.



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