Il lungometraggio è tratto dalla novel fantasy dell’americana Mary Norton The Borrower Arietty.
La storia inizia con l’arrivo di un ragazzo a casa dell’anziana zia, si percepisce da subito la tristezza composta che, avvolge il protagonista. Il giovane si ritrova da subito immerso nella natura, una casa, quella dell’anziana donna molto accogliente. La prima scena subito dopo l’arivvo del ragazzo e’ quella di un gatto alle prese con qualcosa nascosta in un cespuglio. Lo stesso gatto poi viene attaccato da un corvo piuttosto combattivo ed è qui che il giovane interviene cercando di aiutarlo. In quello stesso momento dalle foglie del piccolo cespuglio compare una piccolissima figura umana alta quanto il palmo di una mano, ma e’ questione di pochissimi secondi e scompare nel nulla.
La storia si sposta poi proprio sulla piccolissima figura in fuga che porta con se alcune foglie e un fiore che regalera’ poi a sua madre. La protagonista Arietty cerca di sfuggire dalle grinfie del gatto e ci riesce…le immagini portano poi verso casa di questa piccolissima figura, Arietty appunto. Una casa ricavata in una cassa sotto alcune travi di legno, in seguito si capira’ che la stessa casetta della famiglia in miniatura è collocata proprio sotto il pavimento di uno stanzino all’ interno della casa.
Famiglia molto accogliente quella di Arietty, sopratuto la mamma, personaggio piuttosto divertente, il papa’ della giovane invece e’ di solito alle prese con escursioni all’interno dell’enorme casa per procurarsi il necessario per vivere…ed e’ proprio quando Arietty si aggiungera’ all’escursione del papa’ per andare alla ricerca di un po’ di zucchero che, inizieranno una serie di eventi che fanno del film, per come e’ strutturato e per la bellezza delle sequenze, un’altra degna opera dello Studio Ghibli.
Angelo Di Pino per cartoonMag
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