Se c’è un fenomeno di cui ancora oggi fatichiamo a capirne effettivamente il successo viste le sue meccaniche non proprio adatte a tutti, questo è sicuramente Minecraft. Parliamo di un successo talmente stratosferico da aver attirato anche i piani alti di Microsoft che nel 2014 ha sborsato la bellezza di 2,5 miliardi di dollari per acquistare lo sviluppatore Mojang e relativo brand.
Negli anni in tanti hanno cercato di emularne il successo proponendo dei pessimi cloni, alcuni persino cinesi o coreani, ma i risultati non hanno mai soddisfatto le aspettative, rendendo a tutto tondo Minecraft l’editor game per eccellenza dove non esistono limiti alla creatività. Semplice e intuitivo, ma non per questo adatto a un certo tipo di pubblico che vuole anche altro, una sfida, personaggi carismatici o almeno definibili tali.
Square Enix quindi prova a sfidare apertamente il fenomeno di Minecraft, sfruttando un suo brand di punta che ancora oggi riscuote un grande successo in patria, e che nell’ultimo periodo l’azienda sta rilanciando anche sulle piattaforme Playstation dopo un lungo sodalizio con mamma Nintendo. Stiamo parlando ovviamente di Dragon Quest, la leggendaria e colorata saga di JRPG che il prossimo anno dovrebbe giungere al suo undicesimo episodio.
Nata nel 1985, la saga di Dragon Quest ha visto un susseguirsi di episodi principali intervallati ogni tanto da spin-off peculiari come l’esperienza in prima persona ideata per Wii, un board game cross-over con l’altrettanta nota saga di Final Fantasy, fino a giungere sui lidi attuali più frequentati dai videogiocatori casual, gli smartphone. Dopo l’incarnazione Musou sviluppata in collaborazione con Koei Tecmo, Square Enix prova adesso a emulare il successo di Minecraft riproponendo le medesime meccaniche, ma caratterizzate da uno stile completamente differente più simile alla serie di Dragon Quest per personaggi, atmosfere e ovviamente anche il gameplay. Sarà riuscita quindi Square Enix a creare questa improbabile, quanto interessante fusione di elementi? Scopritelo con la nostra recensione di Dragon Quest Builders!
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Addentrarsi nella trama di Dragon Quest Builders sarebbe solo uno spreco prezioso di righe, quindi è meglio farla breve. La vicenda è ambientata a Alefgard, luogo che i giocatori storici di Dragon Quest sicuramente ricorderanno, poiché parliamo proprio del primo leggendario episodio principale. In Dragon Quest Builders però i giocatori vivono una sorta di “what if” dove il malvagio Dragonlord è riuscito a sottomettere l’intero regno gettandolo nel più totale sconforto trasformandolo in una desolata terra arida popolata esclusivamente da mostri. Il giocatore, o in questo caso l’Eroe, porta il marchio del Costruttore, un dono unico capace di dare al suo portatore la capacità di ricostruire Alefgard e salvarla dalla presa di potere di Dragonlord.
Dopo le breve premesse iniziali che ci introducono sostanzialmente le basi dell’avventura, ci ritroveremo da subito in uno sconfinato mondo Sandbox blocchettoso dove il nostro protagonista avrà il compito di ridare vita alle città consumate dalle forze oscure. L’avventura si divide in vari capitoli, in ognuno di essi dovremmo costruire una città portando a termine le varie quest proposte dai cittadini, che un passo alla volta si addentreranno nelle accoglienti mura delle nostre costruzioni.
Il gioco funziona in modo piuttosto semplice, e inizialmente si dovrà ricostruire un campo base/città iniziale da cui poi prenderanno il via le numerose quest da portare a termine. L’obiettivo principale, che sarà poi il modus operandi per muoversi in questo gioco, è la necessità primaria di raccogliere i minerali distruggendo i vari blocchi dello scenario. Ogni materiale potrà poi essere craftato tramite degli appositi banchi da lavoro. La piccola città da cui inizierà la nostra avventura, sarà un vero e proprio gigantesco tutorial nel quale il giocatore potrà cimentarsi nella costruzione di abitazioni, oggetti e armi. Mano a mano che la città crescerà, nuovi cittadini si presenteranno alle sue porte, mentre alcuni NPC speciali potranno essere reclutati solo attraverso delle quest dedicate.
Inizialmente gli strumenti a disposizione del giocatore per l’edificazione saranno minimali, ma basteranno per costruire piccoli edifici. Ogni stanza, per essere definita tale necessiterà di alcuni beni interni, oltre alle porte si dovranno inserire dei letti, qualche torcia per illuminarla, e infine un baule un cui inserire i materiali raccolti. I materiali presenti nel gioco sono davvero numerosi, quindi la presenza di questi bauletti in cui inserire il raccolto diventerà fondamentale per gestire le risorse a propria disposizione, e inoltre sarà altrettanto utile anche ai cittadini quando inizieranno a craftare oggetti di proprio pugno. Altro elemento cardine, o quasi essenziale, è la necessità di trovare o cucinare del cibo. Esattamente come i progetti di lavoro, i cittadini chiederanno spesso e volentieri al giocatore delle quest secondarie che ci inviteranno a combinare più cibi diversi per realizzare nuove ricette con cui sfamare la città. Oltre a trattarsi di un bene di prima necessità, servirà anche a saziare l’indicatore “Fame” del giocatore stesso. Chiude infine la presenza di un ciclo giorno e notte, che come tale ci obbligherà a dosare le nostre scorrazzatine in giro, perché nel momento in cui calerà la notte oltre alla visuale meno chiara, le creature diventano decisamente più pericolose, mettendo in seria difficoltà il giocatore. La morte consegue la perdita di alcuni materiali, e fortunatamente per ovviare alle lunghe passeggiate che potrebbero portarci in territori popolati da mostri sempre più pericolosi, Square Enix ha ben pensato di introdurre anche un viaggio rapido, attraverso un comodo utensile ottenibile tramite il crafting di alcune piume.
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Come avrete notato però, le differenze rispetto a Minecraft non mancano, e nonostante la struttura appaia più lineare rispetto alla creatura di Mojang, i motivi sono da ritrovarsi nella seconda parte del gameplay di Dragon Quest Builders. Possiamo infatti identificare in questo gioco ben due anime distanti ma complementari, da una parte troviamo il farming e il crafting, mentre dall’altra si staglia con tutta la sua imponenza la natura da RPG classica di Dragon Quest. Sono due tipologie che convivono nello stesso mondo, e che quindi si adattano fra di loro per costruire un gameplay a tratti unico. Per quanto l’esperienza di editing appai più lineare e meno “libera” rispetto a un Minecraft, il gioco presenta un sostanzioso impianto ruolistico tipicamente giapponese fatto di quest, mostri da eliminare e un regno da salvare. In sostanza, è una variante di Minecraft dove la costruzione è una parte complementare del prodotto, e non l’unica, e come tale si adatta.
Oltre alla lunga campagna single player è poi presente anche una modalità multiplayer, palesemente meno prominente, e che lascia chiaramente intendere l’interesse di Square Enix verso un prodotto votato al Single Player. Nella modalità “Multiplayer” i giocatori potranno costruire un proprio mondo liberamente e condividerlo con gli altri. Difficile parlare di una community forte al momento, perché proprio come ribadito poco sopra, l’esperienza più appagante di Dragon Quest Builders è data proprio dal comparto single player dove l’editing si sposa perfettamente alla natura action/RPG della saga principale.
Avendo provato in precedenza una demo di Dragon Quest Builders già su Playstation VITA, bisogna dire che l’impatto con questa versione Playstation 4 ci ha sicuramente resi soddisfatti del lavoro compiuto da Square Enix sull’ottimizzazione del codice. Mentre su Playstation VITA infatti abbiamo un framerate tendente ai 30 fotogrammi al secondo, su Playstation 4 invece la produzione spicca in fluidità grazie ai 60 fotogrammi al secondo. Graficamente si vede la natura cross-gen del titolo ( in Giappone è uscito anche su PS3), ma grazie agli splendidi disegni di Akira Toriyama, ormai un vero marchio di fabbrica per la serie di Dragon Quest, le lacune grafiche del titolo passano subito in secondo piano. Ottimo anche il comparto sonoro, che riprende esattamente tutti i brani più iconici di Dragon Quest, incluso il tema del game-over.
Dragon Quest Builders è un piccolo esperimento che riesce nel suo intento. Square Enix prende il concept alla base di Minecraft, ma lo modella sulla base di un JRPG classico e immortale come Dragon Quest. Il risultato è un titolo assolutamente unico nel suo genere, capace di fondere due mondi lontanissimi in un solo ecosistema di gioco sempre coerente con se stesso e nei confronti del giocatore. La dispersione, amata e odiata, di Minecraft viene chiaramente messa da parte in favore di una struttura più lineare e pensata esclusivamente per il single player, ma il risultato soddisfa le aspettative diventando un acquisto obbligatorio per i fan di Dragon Quest e per coloro che vogliono provare una solida alternativa a Minecraft.
VOTO: 8,0
🙂
-Le atmosfere di Dragon Quest-
-Due gameplay in perfetta sintonia-
-Longevità stellare-
🙁
-multiplayer abbozzato-
-Alcuni non apprezzeranno la linearità-
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