Nome completo – Rise of Tomb Raider: 20 Years Celebration
Piattaforme – Playstation 4
Producer – Square Enix
Developer – Crystal Dynamics
Distribuzione – Digitale/disco
Data di uscita – 11 Ottobre 2016
A circa un anno esatto dalla sua uscita su Xbox One e quasi un anno da quella PC, Rise of Tomb Raider, il sequel dell’acclamato reboot delle avventure di Lara Croft sviluppato da Crystal Dynamics arriva finalmente su Playstation 4 con un pacchetto completo che include tutti i DLC già usciti nel corso del 2016, più qualche nuovo contenuto inedito pensato per celebrare il 20° Anniversario dell’archeologa più sexy e spericolata dei videogiochi,
Non ci dilungheremo tantissimo sul gioco base ma sull’insieme, anche perché in questo porting per Playstation 4 l’ottimo action-adventure realizzato da Crystal Dynamics è completamente identico al passato, riuscendo a un anno di stanza ancora a impressionare per realizzazione tecnica e per la bravura del team di sviluppo nel saper fare tesoro dei feedback accolti con il suo prequel. Rise of Tom Raider prosegue infatti le avventura di una Lara più umana, un personaggio fallibile, ma coraggioso, una donna che dopo mille avversità cerca di non demordere anche quando gli eventi sembrano contro di lei. Crystal Dynamics ridona luce alla figura femminile, facendo tabula rasa del sessismo nei videogiochi, argomento trito e ritrito ormai da anni, e sui cui puntualmente si cerca sempre di generare delle polemiche. Noi ci dissociamo dal generare una polemica, e prendiamo Rise of Tomb Raider per quello che è, un prodotto maturo che prosegue le vicende di una ricercatrice che nel primo episodio “reboot” decostruiva il mito della Lara Croft infallibile per dare la possibilità al giocatore di vivere in prima persona l’avventura che l’avrebbe poi trasformata nella donna avventurosa che noi tutti siamo abituati a conoscere.
In questa nuova avventura Lara cerca di redimere il nome della famiglia Croft partendo verso la Siberia, alla ricerca della leggendaria Fonte Divina, che si dice possa donare l’immortalità e curare ogni malessere. Il viaggio non andrà esattamente come previsto e ben presto l’archeologa dovrà mettere in gioco tutte le sue abilità apprese in passato per sopravvivere a una vera avventura mortale nelle fredde lande siberiane.
Il gameplay di Rise of Tomb Raider è quindi il medesimo del primo episodio, ma ne rappresenta anche l’evoluzione giusta e sensata. Se l’Uncharted di Naughty Dog è sempre stato definito la copia al maschile di Tomb Raider, con questo capitolo i pregiudizi del pubblico si invertono sensibilmente, ma Crystal Dynamics come ogni altro sviluppatore non ha copiato a freddo il gameplay dell’esclusiva Sony, ne ha ripreso alcuni tratti distintivi come la spettacolarità delle sequenza cinematiche o le fasi esplorative, ma ha stratificato il tutto apportando una propria revisione a quelle meccaniche. Se il primo episodio quindi sembra a molti un deja vu di Uncharted, con Rise of Tomb Raider troviamo un tocco in più personalità da parte degli sviluppatori nella loro creatura volto a garantire un’esperienza di gioco completamente unica e ben differente dalle avventure di Nathan Drake.
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La struttura del gioco è quella di un sandbox diviso in più sezioni diverse, difficile definirlo un vero e proprio open world, parliamo più che altro di una mappa relativamente grossa che fungerà da “parco giochi”. Ogni zona potrà essere esplorata in lungo e in largo alla ricerca di collezionabili come documenti o reperti storici, mentre l’elemento principale da raccogliere in giro saranno le risorse per la sopravvivenza per costruire l’equipaggiamento in dotazione e potenziamenti. Nel corso dell’avventura principale, che potrà essere portata a termine tranquillamente in una decina di ore abbondanti, ci saranno anche altre numerose attività collaterali che arricchiscono il pacchetto di contenuti, a sua volta espansi in questa edizione da altrettanti contenuti inediti di cui parleremo più avanti.
Ogni area presenterà inoltre dei segreti da scovare come grotte o Tombe, luoghi del tutto opzionali dove però la componente action del gioco viene messa in secondo piano per lasciare spazio alle fasi platform del titolo, che rendono l’esperienza di gioco più variegata strizzando anche l’occhio al passato della saga. A sporcare un quadro perfetto fatto di crafting, esplorazione e collezionismo ci pensano purtroppo le fasi action più concitate del gioco, che in diverse occasioni lasciano un po’ a desiderare a causa di un rinculo delle armi da fuoco nullo e una mobilità a tratti legnosa, che cozza invece con le animazioni fluidissime di Lara e l’interazione con lo scenario presenti durante i momento di “calma”.
Come dicevamo prima, in questa edizione 20 Years Celebration sono presenti, oltre ai contenuti del Season Pass originale, anche nuove succose aggiunte che comprendono cinque nuove skin speciali, due nuove sfide per la modalità Spedizioni che comprendono una sopravvivenza estrema pensata per due giocatori in co-op online, e poi una orientata all’action puro con tinte horror chiamata Incubo di Lara, dove la protagonista dovrà esplorare il Maniero dei Croft facendosi strada fa zombie e mostri di vario genere.
E proprio il Maniero dei Croft è protagonista indiscusso della nuova gustosa espansione intitolata “Blood Ties“, una mini-avventura nella quale Lara dovrà cercare il testamento redatto da sua padre per impedire che l’imponente villa, ormai diroccata e abbandonata a se stessa, finisca nelle mani di suo zio. Questo contenuto inedito, dalla durata di circa 2 ore buone, è un viaggio nel passato di Lara, un modo da parte degli autori di celebrare il 20° anniversario della protagonista sacrificando del tutto il gameplay in favore della risoluzione di un grosso enigma basato sulla ricerca di collezionabili. In tutto ciò troveremo registrazioni, easter egg di tutto punto per i fan (si, c’è anche quella del maggiordomo nella cella frigorifera) che ripercorrono l’infanzia di Lara e il suo rapporto con i genitori. Si tratta di una storia breve ma assolutamente intima che farà la felicità di tutti gli aficionados di lunga data. Una volta terminato potrà poi essere tranquillamente rigiocata andando alla ricerca dei vari collezionabili extra, a cui se ne aggiungeranno di nuovi una volta completata l’avventura principale.
E’ inoltre presente anche la possibilità di sfruttare il Playstation VR, disponibile da oggi nei negozi italiani, ma in quel caso non abbiamo purtroppo avuto modo di approfondire, sperando che in futuro ci sia questa possibilità.
Pur non raggiungendo i medesimi livelli qualitativi di Uncharted 4, Rise of Tomb Raider si dimostra un titolo di invidiabile qualità così come su Xbox anche su Playstation 4. La parte più riuscita del pacchetto tecnico è senza ombra di dubbio proprio la realizzazione del parco animazioni, come l’interazione con lo scenario sempre contestuale, e l’impressionante resa del volto dei personaggi. Altrettanto eccezionale anche il motion capture di Lara, le cui espressioni traducono in modo coerente al giocatore i suoi sentimenti. Vista la presenza di numerosi effetti ambientali, una luce dinamica e uno scenario esplorabile senza caricamenti di sorta, la produzione sostiene i 30 fotogrammi al secondo, presentando solo di rado qualche inciampo. Cogliamo l’occasione poi per parlare anche del Baba Yaga: Il Tempio della Strega, uno dei vecchi DLC contenuti già in questo pacchetto che offre una breve visione inedita del gioco dove Lara dovrà avventurarsi in luogo maledetto sui monti siberiani abitato da una vecchia strega. In questo breve contenuto gli sviluppatori hanno cercato di sbizzarrirsi proponendo una fase esplorativa di stampo psichedelico, con spettacolari effetti di luce, e visioni completamente fuori di testa che giocano con la mente della protagonista. Un tratto indubbiamente peculiare per una produzione che può fare del suo comparto tecnico anche un discreto vanto in alcuni campi dove altri purtroppo falliscono.
Rise of Tomb Raider: 20 Years Celebration approda su Playstation 4 proponendo un ricco pacchetto di contenuti al giusto prezzo, facendosi perdonare per questa lunghissima attesa durata la bellezza di 12 mesi. Oltre a consigliarne l’acquisto per l’incredibile mole di contenuti, Rise of Tomb Raider è una di quelle esperienze che vanno comunque vissute sulla propria “pelle” se amate gli action-adventure. Il lavoro di Crystal Dynamics funziona, e riporta definitivamente in auge una saga che negli ultimi anni era solo l’ombra di se stessa. Mettete da parte i pregiudizi e fate vostra questa ennesima spericolata avventura dell’archeologa più famosa dei videogiochi. Tanti auguri Laura!
🙂
-L’edizione definitiva con tutti i DLC-
-Blood Ties è un grande omaggio ai fan storici-
-Le nuove modalità offrono tante ore di gioco extra-
-Anche a mesi di distanza il lavoro di Crystal Dynamics è quasi impeccabile-
🙁
-Le sparatorie e le fasi stealth restano la parte debole del gioco-
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