Dragon Ball Fusions: Recensione

Dragon Ball Fusions arriva finalmente in occidente con il suo carico di fan-service. Ecco la nostra recensione!

  • Nome completo Dragon Ball Fusions
  • Piattaforme Nintendo 3DS/New  3DS
  • Producer – Bandai Namco
  • Developer – Ganbarion
  • Distribuzione – Digitale/Cartuccia
  • Data di uscita – 17 Febbraio 2017

Ganbarion è una software giapponese che negli ultimi anni abbiamo imparato a conoscere per i suoi (non proprio esaltanti) lavori basati sulla licenza del manga/anime di One Piece. Titoli tutto sommato carini, ma sempre molti dimenticabili.

Supportata ancora una volta da Bandai, Ganbarion ci riprova con la licenza di Dragon Ball, realizzando questa volta un titolo decisamente ambiguo per Nintendo 3DS a metà tra il tattico, il JRPG e il picchiaduro, intitolato Dragon Ball Fusions. Se i primi due elementi possono facilmente essere collocati sullo stesso piano, discorso più complesso invece per il picchiaduro.

Negli ultimi tempi siamo stati viziati da Dragon Ball Xenoverse con i suoi elementi MMORPG, ma per ovvie ragioni un titolo del genere difficilmente riesci a contestualizzarlo su una piccola console portatile, per altro dalle capacità hardware comunque limitate come il 3DS.

Ganbarion ha così pensato di creare un videogioco le cui meccaniche potessero sposarsi perfettamente con l’ambito del gaming portatile, trasformando il Dragon Ball frenetico e spettacolare che abbiamo sempre amato in un vero e proprio tattico a squadre con alcune idee molto brillanti, e una carica di fan service estrema curata proprio dallo stesso Akira Toriyama, creatore del manga e qui sceneggiatore della storia originale proposta da Dragon Ball Fusions.

Una fusione è per sempre

Dragon Ball Fusions è una storia originale ambientata nel multiverso di Dragon Ball che il buon ToriyamaToyotaro hanno introdotto nella nuova serie animata di Dragon Ball Super. Ci troviamo però in un futuro molto distante da questi avvenimenti, presumibilmente nel medesimo in cui sono ambientati i giochi di Dragon Ball Xenoverse, a sua volta costola del defunto Dragon Ball Online.

I protagonisti principali sono Tekka (la cui razza e sesso potranno essere scelti all’inizio del gioco), e Pinich, i quali invocheranno il Drago Shenron per organizzare il più grande torneo di arti marziali di sempre. Il loro desiderio tuttavia aprirà diverse faglie dimensionali in tutto il multiverso, portando alla nascita del Torneo Mondiale spazio-temporale dove centinai di lottatori provenienti da ogni angolo degli universi potranno scontrarsi.

Il plot, che ribadiamo essere scritto dallo stesso Toriyama, è un concentrato di fan-service dove i desideri di qualsiasi fan diventano finalmente realtà. L’elemento portate della storia sarà poi anche la “Fusions” stessa che fa da titolo alla produzione.

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In questo universo la celebre tecnica della fusione metamor sarà il principale fulcro degli avvenimenti più bizzarri, ma anche quel pretesto utile a soddisfare una volta per tutte chi è cresciuto con l’universo di Toriyama immaginando le fusioni più disparate fra i suoi personaggi. Grazie ad un bracciale creato da Bulma, Tekka e tutti gli altri personaggi di Dragon Ball potranno fondersi fra di loro utilizzando la tecnica metamor (detta EX-Fusion) per un tempo indeterminato, emulando di conseguenza l’effetto degli orecchini Potara. (ironicamente depotenziati proprio nella serie di Dragon Ball Super)

Carta, sasso e forbici

Il gameplay di Dragon Ball Fusions ricorda per certi versi quello di “Legacy of Goku”, bisognerà formare un party composto da cinque lottatori ed esplorare una mappa ricca di nemici da sconfiggere, punti di interesse da visitare e quest primarie e secondarie da portare a termine. Le mappe di gioco sono predisposte come una sorta di torre divisa in sette piani da scalare, sulla cui cima ci sarà poi l’arena del Torneo Mondiale ad attenderci.

Le sette zone del gioco sono bloccate da una barriera che andrà distrutta accumulando energia combattendo i vari lottatori in esplorazione. I nemici sono visibili sulla mappa e avranno anche un livello, utile per dare la possibilità al giocatore di scegliere con attenzione dei combattimenti alla portata del proprio party.

Una volta attivato lo scontro il gioco diventerà più simile ad una sorta di JRTS, con una piccola arena in cui saranno predisposte le due squadre di lottatori. Proprio come un JRPG ci sarà poi una barra in stile “Active Time Battle” ad indicare quando potranno svolgere le loro azioni i personaggi.

Ogni personaggio ha a disposizione tre diversi tipi di attacchi, uno di tipo corpo a corpo, attacchi d’aura e infine le mosse speciali che si divideranno in tre sottocategorie. Gli attacchi d’aura e le mosse speciali potranno colpire più aree dell’arena, generando danni multipli sui nemici. Ma la produzione di Gambarion pesca a pieno regime anche dal genere dei tattici nipponici, proponendo un sistema in stile “carta, sasso, forbice”: ogni personaggio potrà essere di tipo Veloce, Forte e Tecnica. Per esempio un combattente di tipo Veloce potrà infliggere molti più danni ad uno di tipo Forte, mentre quest’ultimo a sua volta potrà batterà con più facilità un tipo Tecnica. Come ogni altri titolo di questo genere, avere una squadra composta da più tipi di personaggi diventa indispensabile per affrontare le numerose avversità proposte, la cui difficoltà subirà un leggero rialzo durante le battute finali.

Quando si perfezioneranno attacchi di tipo corpo a corpo si potrà scegliere la direzione dell’attacco con l’analogico della console, e a sua volta il nemico potrebbe parare o meno il colpo. Stesso discorso quando sarà il nemico a colpirci. Ogni attacco inoltre potrà generare delle onde d’urto capaci di scagliare brutalmente fuori dall’arena i personaggi, che oltre a subire danni gli verrà riazzerato il tempo di attesa della barra ATB. A chiudere il cerchio di questo complesso sistema di combattimento ci pensa una barra Ultra che una volta caricata subendo o infliggendo danni ai nemici permetterà di sfoderare due tecnica davvero devastanti denominate Zenkai e Ultrafusion.

Con la prima sarà possibile selezionare uno dei personaggi e sferrare una serie di devastanti combo seguite da una mossa speciale, nella seconda invece il party potrà realizzare una fusione metamor per dare vita ad un potentissimo guerriero capace di azzerare in pochi attacchi gli HP della squadra avversaria. In entrambi i casi comunque, quando si attiverà una delle due abilità il gioco muterà ancora diventando un picchiaduro a tempo i cui danni permetteranno di accumulare energia per sferrare i potenti attacchi finali.

Nel caso della Ultrafusion, l’utilizzo comporta anche dei rischi che rallenteranno l’intero party, rendendo la barra ATB praticamente alla portata della sola squadra nemica per diversi turni. In alcuni casi ci saranno diverse quest secondarie, ma anche alcune principali, che ci obbligheranno a stendere l’intera squadra avversaria con un solo attacco, una sfida di non poco conto.

Il problema principale del sistema di combattimento è la presenza di cutscene volte a spettacolarizzare l’azione dei personaggi, che sono si belle da vedere, ma sulla lunga diventeranno estremamente ripetitive, rendendo l’avanzare degli scontri molto tediosi. Ad affliggere la durata degli scontri ci pensano poi alcune quest rese forzatamente difficile dove le squadre avversarie a volte presenteranno dei potenziatori speciali che rigenerano gli HP di ciascun membro ad ogni turno. Insomma, picchi difficoltà decisamente malcalibrati e imprevedibili.

Cattura, allena e… fondi

Oltre al profondo sistema di combattimento, Dragon Ball Fusions vuole cercare di fare breccia anche nel cuore dei collezionisti e gli appassionati di Pokémon dando la possibilità ai giocatori di catturare anche i lottatori della squadra nemica identificati da una stellina. Per “catturare” uno dei personaggi avversari bisognerà persuaderlo mettendolo K.O con la tecnica dello Zenkai. Anche in questo frangente il gioco però finisce per essere leggermente stressante e ripetitivo, visto che fallendo l’attacco bisognerà ricaricare di nuovo la barra cercando magari di accumulare o infliggere danni. Insomma, da questo punto di vista avremmo preferito qualcosa di più immediato, considerando anche l’importanza di questa feature, utile per accrescere la propria squadra con l’avanzare della progressione.

Il titolo dalla sua propone un roster composto da oltre 1000 differenti personaggi da collezionare, molti completamente originali, e altri invece provenienti dall’universo di Dragon Ball. Fatta eccezione per Tekka, che potrà utilizzare la tecnica EX-Fusion con tutti i personaggi, gli altri lottatori avranno fusioni già predisposte che potranno concretizzarsi solo rispettando una serie di requisti speciali. E vi assicuriamo che il numero di varianti ideato dagli sviluppatori è davvero impressionante.

Per sbloccare altri personaggi più rari a volte sarà necessario completare anche alcune quest secondarie, le quali daranno vita a curiosi “what if” fatti di alleanze e scontri improbabili. Contenutisticamente Dragon Ball Fusions è davvero imponente, 50 ore di gioco sono il minimo sindacale per sbloccare almeno la metà dei personaggi.

Anche le quest secondarie sono molto molto classiche, e spesso ci obbligheranno ad esplorare la mappa alla ricerca di oggetti, ma il più delle volte saranno un pretesto per arrotondare una formula di gioco di sua già molto ripetitiva.

E’ presente poi una modalità online nella quale è possibile scambiare mosse o affrontare altri giocatori. Trattandosi di una modalità che sarà implementata nei prossimi giorni negli Stati Uniti e la versione qui recensita arriverà in Europa solo il 17 Febbraio, si potrà parlare della sua effettiva utilità solo dopo il day one. Resta comunque un piatto stuzzicante per chi vuole mettere alla prova la propria squadra una volta terminata la storia principale.

Il mondo di Dragon Ball a portata di mano

Davvero riuscito invece il comparto tecnico di Dragon Ball Fusions, capace di proporre una modellazione poligonale davvero all’altezza dell’hardware di riferimento. Gli scenari appaiono invece scialbi e appena discreti, ma in un titolo di questo genere svolgono adeguatamente il loro ruolo.

Il meglio del comparto grafico possiamo poi ritrovarlo nelle spettacolari scene d’intermezzo o le sequenze d’attacco in cui vediamo le mosse dei personaggi in azione. Tra l’altro per arginare i limiti della console gli sviluppatori hanno sapientemente dosato elementi 3D e 2D, un mix perfettamente funzionale.

Come ormai prassi, a far storcere il naso è invece la localizzazione italiana, approssimativa in molti frangenti e caratterizzata da numerosi “orrori” grammaticali. Il doppiaggio invece è affidato completamente alle voci nipponiche originali dell’anime.

Vi lascio al commento finale…

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Commento finale

Dragon Ball Fusions si presenta come l’ennesima produzione su licenza realizzata a misura di fan, ma non osa più di tanto e si adagia sugli allori senza sbalordire. 

Alcune imperfezioni nei ritmi del gioco rendono l’esperienza spesso lenta, a volte frustrante, ma generalmente molto ripetitiva. Un gran peccato viste le buone basi seminate da Ganbarion, sicuramente pronte a germogliare in un futuro sequel.

Ma Dragon Ball Fusions svolge comunque egregiamente il suo lavoro, realizzando i sogni di quei fan che hanno sempre immaginato alcuni scontri e fusioni irrealizzabili nell’universo canonico di Dragon Ball.

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