Sniper – Ghost Warrior 3: Recensione

Sniper – Ghost Warrior 3. Il terzo capitolo di cecchinaggio sviluppato da CI Games si presenta come un Open World ambientato nella Georgia

  • Nome completo – Sniper: Ghost Warrior 3
  • Piattaforme – Playstation 4/Xbox One/PC
  • Producer – CI Games
  • Developer – CI Games
  • Distribuzione – Digitale/disco
  • Data di uscita – 25 Aprile 2017
  • Versione testata – PS4

Il titolo prova ad avvicinarsi in parte a titoli di successo come gli ultimi Far Cry, e in parte a guadagnarsi un’identità propria, grazie a un’approfondita balistica, numerose opzioni tattiche e soprattutto un’atmosfera suggestiva. Ma il gioco in sé vale abbastanza da ritagliarsi un posto tra i nomi importanti?

Un cecchino in cerca del fratello

Esploreremo la Georgia nei panni di Jonathan North, che oltre a dover compiere un’importante missione politica per conto degli Stati Uniti, è in cerca del fratello scomparso. Così inizia la storia in quattro atti di Sniper – Ghost Warrior 3, un susseguirsi di incarichi interessanti e con protagonisti personaggi che in fondo fanno il loro lavoro.

A favorire l’immedesimazione del giocatore ci pensano gli ambienti, che spaziano da ampie foreste a piccole città e basi militari, sempre mantenendo il loro fascino un po’ rurale, e un comparto musicale azzeccato.

Sebbene la mappa non sia grandissima, sono disponibili numerose missioni secondari, non troppo varie ma sempre stimolanti per la natura stessa del gioco, che in generale offre un buon livello di sfida, grazie a una certa attenzione al realismo: basteranno infatti pochi proiettili per morire, o non equipaggiarsi correttamente per essere costretti ad abbandonare una missione.

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Il suddetto realismo stona però quando cerchiamo di rompere gli schemi che “il gioco si aspetta” (che è proprio quello che dovremmo poter fare in un open world come questo), poiché l’intelligenza dei nemici è spesso pessima, al punto che gravi errori tattici possono esserci perdonati, mentre azioni stealth curate alla perfezione possono saltare in aria per i motivi più futili.

A ognuno il suo… in teoria

Uno degli aspetti più interessanti di questo terzo Sniper: Ghost Warrior è la possibilità di scegliere il proprio approccio alle missioni, e di spendere i punti esperienza ottenuti per potenziare abilità appartenenti a tre stili diversi: Cecchino, Fantasma o Guerriero (appunto, “Sniper, Ghost, Warrior”).

Questa scelta si rivela vincente sulla carta, e gratificante nelle prime ore di gioco, ma diventa via via più difficile allontanarsi dalla strada del cecchinaggio solo per provare approcci diversi, in particolare quello del guerriero, che oltre a rendere l’esperienza tremendamente più ostica, ne mette in risalto tutti i difetti.

Come cecchini infatti dovremo muoverci tra le alture, trovare la nostra posizione, mandare il nostro drone a marcare i nemici, studiare i loro movimenti e poi sparare.

E non è così semplice: quali munizioni dobbiamo usare? Quanto ci vorrà perché il silenziatore diventi inutilizzabile? Dove tira il vento, quanto è distante il nemico? Tutte queste domande diventano automatiche prima di ogni tiro, e la complessità di alcune missioni renderà necessaria un’approfondita esplorazione del luogo, resa più interessante da una specie di modalità di concentrazione che ci permette di vedere appigli e altri elementi utili nello scenario.

Una fase importante di ogni missione si svolge prima ancora di lasciare il rifugio, nel quale possiamo equipaggiarci e accedere al sistema di crafting e modifica delle armi, altri elementi ben riusciti che regalano profondità in più e rendono l’esperienza diversa per ogni giocatore.

Se però vogliamo imbracciare un mitra, o la pistola silenziata, nulla ci impedisce di farlo: nascondersi nell’ombra, aggirare telecamere o correre e sparare lanciando granate sono tutti approcci che il gioco mette a nostra disposizione, ma non riescono a convincerci. A conti fatti, poco male: dopotutto quel che ci aspettavamo da questo titolo era proprio un’ottima esperienza di cecchinaggio.

Osservare ogni dettaglio

Da buon gioco sui cecchini, Sniper: Ghost Warrior ci insegna e ricorda che non dovremmo mai prendere una decisione prima di aver osservato attentamente ogni cosa. Ebbene, è difficile non fare lo stesso quando lo si valuta come gioco, poiché tanti sono i dettagli che saltano all’occhio.

Il gioco si presenta visivamente come un buon prodotto, ma con tante sbavature, soprattutto nei modelli dei personaggi.

Il CryEngine svolge invece un ottimo lavoro di illuminazione e di resa degli ambienti, fermo restando che la maggior parte delle texture sembrano provenire da titoli della scorsa generazione.

Tante altre “macchie” si trovano qua e là, come in alcuni movimenti del personaggio, nel macchinoso sistema di guida, o nella scrittura stessa, spesso condita di dialoghi privi di profondità e situazioni scontate.

Più importante è il problema del caricamento iniziale: ogni volta che deciderete di giocare a Sniper – Ghost Warrior 3, trovatevi qualcosa da leggere, perché prima di scendere sul campo vi aspettano quasi dieci minuti di nulla. Se non altro la musica è buona, ma è comunque frustrante sentirla finire e ricominciare, a ricordarci quanto stia durando il caricamento.

Altre volte andiamo incontro a bug di vario tipo, o addirittura a freeze che (nel caso del sottoscritto) hanno causato il non corretto spegnimento della console e conseguente corruzione dei dati d’installazione di altri giochi.

Un altro avviso importante è quello di non giocare assolutamente senza aver installato la patch: nella versione nuda e pura il gioco si presenta in condizioni peggiori di un’alpha, con continui problemi di ogni tipo, rallentamenti e problemi che avrebbero reso il titolo non classificabile. Fortunatamente è stato quasi tutto risolto subito.

Vi lascio al commento finale…

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Commento finale

Sniper: Ghost Warrior 3 è certamente un titolo più interessante  di quanto ci si sarebbe aspettati a seguito dei primi due capitoli. Ci catapulta in un ambiente affascinante e immersivo, accompagnati da una storia che, sebbene non troppo degna di nota, si fa apprezzare e seguire con piacere. L’open world e la cura delle meccaniche di cecchinaggio sono le vere chicche del gioco, insieme a tutte le opzioni di personalizzazione delle armi e alla necessità di gestire le proprie risorse. Sappiate però che andate incontro a un titolo con molte idee male implementate, come i diversi stili di combattimento e l’intelligenza dei nemici, e che in generale non vi farà rimanere a bocca aperta né per la grafica né per la spettacolarità. Si tratta di un titolo silenzioso, che può passare inosservato per molti, e che tuttavia centra con piacevole precisione il suo obiettivo principale. Proprio come un cecchino.

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