La rassegna stampa delle notizie di oggi dall’Italia.
Prosegue l’emergenza incendi boschivi nel Canavese, nelle valli Orco e Chiusella. A Locana i fronti di fuoco sono due: il primo è diretto verso l’area del Parco nazionale del Gran Paradiso, in località Montepiano, il secondo verso il territorio del Comune di Sparone, nei pressi delle borgate Nose e Calsazio che in nottata sono state lambite dalle fiamme.
Valentino Talluto, il trentenne romano accusato di aver contagiato con l’Hiv 32 persone tra cui molte sue ex partner, è stato condannato a 24 anni di carcere. Lo hanno deciso i giudici della III Corte di d’Assise di Roma dopo oltre 10 ore di camera di consiglio. Caduto il reato di epidemia dolosa: secondo i giudici Talluto è responsabile delle sole lesioni gravissime nei confronti delle sue ex.
L’Italia incassa la prima promozione in 15 anni. L’agenzia Standard & Poor’s rivede al rialzo la propria valutazione sul Belpaese: era dal 17 giugno del 2002 che non accadeva. A fronte di una ripresa economica che accelera anche grazie alle riforme e un sistema bancario più solido, l’Italia non è più “sorvegliato speciale”: Standard & Poor’s alza il rating a ‘BBB/A-2’ da ‘BBB-/A-3’. L’outlook è stabile.
E’ morto all’ospedale di Bergamo, nonostante i tentativi fatti per salvargli la vita, il bambino di 8 anni caduto accidentalmente nel Naviglio Grande di Turbigo (Milano), mentre andava in bicicletta. Il bambino, di origine pachistana, era caduto in acqua verso le 17.15 ed era stato recuperato in corrispondenza di una chiusa alle 18.30, a oltre un chilometro di distanza.
Intorno alle 3 di stanotte tre uomini sono evasi dal carcere dell’isola di Favignana, sembra dopo aver segato le sbarre. La notizia è stata confermata dalla direzione del penitenziario. Il sindacato Sappe giudica quanto accaduto “un evento irresponsabile e gravissimo, per il quale sono già in corso le operazioni di polizia dei nostri agenti per la cattura degli evasi.
Le hanno asportato il seno per un sospetto tumore e per tre anni ha vissuto nel terrore di non essere guarita. In realtà, non era mai stata malata. È la storia di una 47enne di Chioggia (Venezia), vittima di un duplice errore: il primo commesso dal laboratorio nell’analisi dei tessuti e il secondo dai dottori dell’ospedale di Chioggia. Dopo una causa durata cinque anni, la donna ha vinto: la sentenza del Tribunale civile di Venezia ha condannato l’Ausl 14 di Chioggia e il laboratorio a risarcirla per le lesioni subite a causa dei gravi sbagli, addebitando alla prima una responsabilità dell’80%. Lo riporta Il Gazzettino.
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