Nina Zilli è una piacevole novità del (magro) panorama – non mi riferisco all’underground e affini – della musica italiana, un sorso di vitalità a una “scena” (se possiamo chiamarla cosi…) che sforna ogni anno fenomeni da baraccone, meteore e molto altro. Nina rappresenta la bellissima ed elegante eccezione alla regola.
Un onesto EP (omonimo) è il suo biglietto da visita. Bello, troppo bello. Eppure lascia l’amaro in bocca per via del minutaggio (tutti gli EP, come i singoli, lasciano questa sensazione). Questo però te lo perdoniamo Nina. Sette tracce vestite di diversi colori accesi: pop cristallino, morbido reggae, sensuale (o carnale?) ska. Sette tracce che formato la cornice di un concept rivolto all’amore: quello sciolto nella malinconia (Come il sole), quello che lascia l’agrodolce in gola (L’inferno); quello che fa male ed è “come un taglio nel sale” (50mila, in compagnia di Giuliano “King” Palma); quello al passo con i tempi dell’Iphone (Tutto bene); quello da cantare a squarciagola per la troppa felicità (L’amore verrà, cover “all’italiana” di You Can’t Hurry Love, hit delle The Supremes). C’è la necessità di trascrivere l’intera tracklist, ma ci limitiamo a queste premesse.
Nina Zilli è pronta per essere incoronata come la (nuova) regina della musica italiana contemporanea.
Marco “C’est Disco” Gargiulo per Mag-Music
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