COME UN FULMINE A CIEL SERENO.
Eins, zwei, drei, avant-garde! O forse no?
E’ chiaro che liquidare in due righe un genere come l’avant-garde sarebbe quantomeno stupido, per non dire ingiusto, dal momento che si ha a che fare con qualcosa che ha tante sfaccettature, qualcosa la cui struttura non è affatto un insieme di suoni atrofici e privi di forma e dimensione, ma, al contrario, porta alla nascita di dimensioni musicali non prive di fascino e di varietà. E questo lo sanno bene personaggi come Devin Townshend, Mikael Akerfeldt e Mike Patton. E non solo loro.
Ma qui, per essere precisi, non si parla proprio di avant-garde. Eppure è come se ci si fosse vicini. Si ha sempre a che fare con “musica rumorosa”.
E allora che cosa c’è da dire?
Beh, immaginatevi, all’interno di una casa a primo acchito ordinata, confortevole e di bell’aspetto, una stanza buia pesta, apparentemente cadente, che nasconde tante cose, alcune quasi inimmaginabili.
Cosa c’è in questa stanza? Una Sacher Torte, Grandmaster Flash, le opere di Giacomo Leopardi, i cowboys, Steve Sylvester, dei documenti composti tramite il linguaggio Pascal, le “pioggie dorate”. Di tutto e di più, evidentemente. A dare un ulteriore tocco sono delle mura che vanno dal rosso sangue a un nero di matrice darkeggiante. E s’intravede anche una scritta: “Luca Cavina and Paolo Mongardi were here“. Il disegno di un fulmine simboleggia la firma. Chi è stato?
Ecco. Questo è Zeus!. Ma “Zeus!” non è solo fulmini e saette, è un manifesto di strumenti in movimento, basso e batteria che s’inseguono con uno scopo ben preciso (tanto da riecheggiare persino i giapponesi Boredoms), intervallati da alcune urla non molto lontane dal Patton più estremo. Tutto ciò pare essere ben evidente con i suoi quaranta minuti scarsi forsennati e frenetici.
Anche questa è l’Italia aggressiva. Ma la frenesia degli Zeus!, a cavallo tra rulli cavalcanti di tamburi (Steve Sylvester Saves) e matrimoni funk-metal (Suckertorte), e proprio da lì capace di rievocare il sopracitato avant-garde, si distacca dal Grand Guignol a base di thriller e horror della creatura Bologna Violenta, nata per mano di Nicola Manzan, mentre si avvicina maggiormente al percorso intrapreso da quel trio romano meglio noto come Zu. Tanto che verrebbe pure da pensare che Zeus! sia una specie di Zu senza sassofoni, trombe e John Zorn, ma con altri elementi in comune, tra cui, oltre al sopracitato Patton, un certo Giulio Ragno Favero, che in Golden Metal Shower mostra la sua indole da macchina macinante con un assolo di chitarra molto ma molto heavy che si scontra con un altro ad opera di Andrea Mosconi. Entrambi sono in bella compagnia: c’è Enrico Gabrielli, che si porta con sé il glockenspiel e le tastiere al suono di Ate U, e c’è anche Valerio Canè (già con i Mariposa, e di recente come collaboratore dal vivo con gli Afterhours) che, tra Grandmaster Flash (rinominato Grindmaster Flash, e il titolo dice tutto) e Koprofiev, si scatena con il suo fidato theremin.
Niente male, per essere un’idea di due musicisti che militano anche in progetti come Calibro 35 e Il Genio. Un’idea il cui genere non è facilmente definibile.
Qualcuno ha parlato di reminescenze grindcore aleggianti per tutto il disco. Può essere. Anche se non fosse così, Cavina e Mongardi darebbero una birra a certe realtà “estreme” maggiormente blasonate qui da noi.
E che birra!
Gustavo Tagliaferri per Mag-Music
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