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“Comme un flux” segna il ritorno sulle scene dopo quasi quattro anni dei Pitch, gruppo di Ravenna guidato da Alessandra Gismondi (attiva anche con i Vessel e gli Schonwald). Abbiamo raggiunto via email Alessandra e abbiamo parlato del nuovo album, della danza, della Vox Pop… e di Selen.
– Si legge nel comunicato stampa: “Alessandra trae ispirazione dall’arte della danza, in quanto ballerina fin dall’infanzia”. Ti va di raccontarci il tuo percorso artistico?
– In poche parole sono stata ballerina fin dall’infanzia ed ho successivamente insegnato danza fino a qualche anno fa. Ho cercato di conciliare gli impegni tra la danza e la musica fino al punto in cui mi sono dovuta decidere ed ho abbandonato la danza per dedicarmi completamente alla musica. Al momento ho all’attivo tre progetti musicali: Pitch, Schonwald e Vessel, ma ho in procinto una collaborazione come bassista per il prossimo tour di Hanin Elias ex cantante Atari Teenage Riot, storica band di Berlino.
– “Comme un flux” è un disco più immediato del precedente, più pop. Sei d’accordo?
– È vero, decisamente un disco pop: nato in studio di registrazione di getto, più immediato e meno “ragionato” di “A violent dinner” che ha avuto una gestazione più lunga dovuta al fatto che avevo da poco riunito la band con nuovi musicisti ed era il mio ritorno sulle scene dopo sette anni.
Le melodie sono scaturite con un’immediatezza incredibile subito dopo aver registrato le basi musicali ed hanno un’impronta molto pop anche perché abbiamo lavorato su suoni di chitarra puliti; l’aggiunta successiva di organi, pianoforte e drum-machine hanno contribuito ad ammorbidire e dare calore-colore all’intero disco.
– “Comme un flux” esce grazie alla sinergia di due etichette, la lussemburghese Pocket Heaven Records e l’italiana DeAmbula Records. Com’è lavorare con loro? E la statunitense Savage Jaw Records, la quale ha pubblicato il vostro penultimo lavoro nel 2007, che fine ha fatto?
– Quando lavori con amici, è molto semplice e gradevole fare un album.
Robert di Pocket Heaven e Marco di DeAmbula ci hanno sempre sostenuto durante il nostro percorso di realizzazione dell’album e questa non è cosa da poco al giorno d’oggi!
Non abbiamo più notizie di Savage da un paio di anni e credo che non esista più come etichetta.
– È la vostra seconda prova (la terza se si conta il primissimo EP omonimo del gruppo) in lingua inglese. Tornerete mai a scrivere in italiano, come nei primi due album?
– No, credo di no.
– Parlando ancora dell’italiano, in una compilation del 2008 edita dall’etichetta Danze Moderne (“Danze moderne vol.1”) sono presenti due pezzi in italiano (Mezzanotte fluorescente e Colazione da Sisley). Risalivano alle session dei primi album o sono stati registrati per l’occasione?
– Erano brani datati inizio 2000, registrati ma inediti. Quando Carlo di Danze Moderne ci ha proposto di far parte della compilation è stata cosa gradita e abbiamo accettato volentieri in quanto diversamente non sarebbero mai entrati a far parte di nessun album.
– Ti capita mai di riascoltare i primi due album dei Pitch usciti negli anni ’90, cioè “Bambina atomica” e “Velluto”? Che cosa ne pensi di quei dischi dopo tanto tempo?
– Difficilmente riascolto i miei album ma penso che a distanza di anni abbiano ancora un loro fascino e un loro perché, sono molto affezionata a quei due album perché fanno parte del mio percorso.
– Un ricordo della Vox Pop (etichetta che nei ’90 pubblicò “Bambina atomica”, esordio dei Pitch prodotto da Manuel Agnelli, ndr).
– Il ricordo piu’ bello è stato quando Carlo Albertoli e Manuel Agnelli mi hanno contattato telefonicamente per invitarmi a collaborare con Vox Pop proponendomi di realizzare l’album d’esordio prodotto dallo stesso Manuel.
– Sul fronte live, nel corso di questo 2011, sarai impegnata non solo con i Pitch ma anche con i tuoi progetti paralleli: Schonwald e Vessel. Discograficamente parlando, quando vedranno la luce le nuove produzioni di questi progetti?
– Al momento sono molto concentrata su Pitch e quindi non so esattamente dirti quando e come verranno pubblicati i prossimi lavori, un passo alla volta!
– Una piccola curiosità: come ci finì Selen nel video della canzone Neil Young?
– Io e Selen ci conosciamo fin da ragazzine perché abbiamo frequentato la stessa scuola di danza classica, successivamente ci siamo riavvicinate in palestra, dove io insegnavo, gli proposi la partecipazione al videoclip e lei semplicemente accettò.
Foto di Paolo Zauli
Marco “C’est Disco” Gargiulo per Mag-Music
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