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Che l’Islanda sia terra di sorprese musicali, non c’è più da stupirsi, ormai. Quel che stupisce, invece, è la delicatezza di quest’album d’esordio al femminile che è “We Sink”.
Radici ben salde nella realtà Seabear, che nel 2010 ha partorito la piccola perla “We Built a Fire”, la giovane islandese Sóley decide di proseguire l’avventura solista già avviata con l’EP “Theater Island” e raccontare il mondo visto da dietro i suoi occhialoni, sotto l’ala protettrice della storica etichetta Morr Music.
Il risultato è un pop l’aereo e impalpabile centrato sulla particolarità della voce della polistrumentista, a tratti sussurrata, a tratti stridula e un po’ infantile. Le atmosfere ricreate sono magiche, una sorta di viaggio in punta di piedi nel paese delle meraviglie, fra tastiere incantate come carillon a corda, chitarre e percussioni che fanno capolino qui e là e testi fiabeschi; per una volta, i paragoni più calzanti sembrano rintracciabili sul suolo italico, fra le composizioni fatate di Carlot-ta e la voce zuccherosa di Denise.
L’unico rischio a cui è esposto l’album è, tutto sommato, quello di appiattirsi dopo qualche ascolto e dopo i primi tre brani (I’ll Drown, Smashed Birds e Pretty Face), malgrado comunque non manchino, fra le restanti dieci tracce, pezzi meritevoli come About Your Funeral.
Annachiara Casimo
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