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Questo lavoro mette in luce tutto il valore della Church of Ra, collettivo di artisti belgi votati all’esplorazione musicale attraverso un approccio multiculturale e innovativo.
I The Black Heart Rebellion si dimostrano all’altezza compiendo un piccolo miracolo musicale.
Già noti per l’album “Monologue“, datato 2008, il quintetto belga è riuscito ad ampliare gli orizzonti della loro produzione con l’intento di far tesoro di quanto sperimentato con il precedente disco, e aumentare enormemente la verticalità dei brani pubblicati. Tale sforzo ha generato un modello di musicalità mistico-introspettiva di grande potenza evocativa, un piccolo lago crepuscolare la cui profondità si avvicina agli abissi degli oceani.
Tutto l’album sembra appartenere a una realtà lontana ma in grado di richiamare alla nostra coscienza degli archetipi profondamente connaturati alla nostra identità, facendo vibrare le corde più profonde dell’animo umano di nostalgia e inquietudine.
Il chitarrista Goethals, capace di far galleggiare il proprio strumento tra incertezza e convinzione, ci offre quella fitta coltre di nebbia da cui è avvolto “Har Nevo“. Il merito di tale atmosfera dark è da attribuire a Verhoye e Bryon che, padroneggiando con maestria basso elettrico e percussioni, hanno scandito il tempo di un’era indefinita e misteriosa con grande tecnica e apparente semplicità
Come accennato, “Har Nevo”, più che un album, potrebbe esser definito come un’esperienza realizzatasi in tempi arcaici e luoghi remoti, avvolti dal fumo d’incenso e dal mistero dell’ignoto, tra migrazioni di popoli in deserti sconfinati, paure e speranze.
Sofferenza e preghiera, in questo lavoro, trovano una connotazione esistenziale, esaltate dall’esplorazione meticolosa di una natura musicale primitiva ma profondamente elegante e ricercata. La traccia di apertura ne è un esempio chiarissimo, tra percussioni tribali, rumori silvani e l’affanno di Abramo, conteso tra peccato e redenzione, che ci invita ad affrontare questo lungo e faticoso viaggio verso la salvezza del nostro corpo e della nostra anima.
Adrian Nadir Petrachi
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