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“Il passato è una brutta bestia. Manca il coraggio di guardarlo dritto in faccia, per bene, come si deve. A volte si tende la mano verso di esso, per tentare di raggiungerne un pezzettino, ma il bastardo pare svanire, è sempre inafferrabile. Il sentimento nei suoi confronti è quindi duplice, un po’ come per tutte le cose, e a un certo punto c’è da decidere: se volergli bene, oppure no. Al passato. Noi abbiamo deciso che gli vogliamo bene. Esce la ristampa del nostro primo disco“. È così che i Velvet Score introducono la ristampa del loro primo disco, “Youth“. La band fiorentina, nata nel 1999, ha finora dato vita a tre dischi e se nel 2004 ha rilasciato il primo, a distanza di dieci anni lo festeggia con una ristampa per la Black Candy Records (anch’essa al decimo anno di attività).
Arpeggi di chitarra che in qualche modo traspirano quella fase così delicata della vita, giovinezza che inciampa nei sogni e nell’illusione, in quell’atmosfera di velato malessere amplificata dalla voce quasi biascicata in Back to the Painter’s Brush (il cui effetto potrebbe anche infastidire). In un’estate quasi inafferrabile dove il giorno e la notte si rincorrono, – e, senza la cognizione del tempo, si scambiano il sole con la luna – irrequieti stati d’animo si rivelano alla ricerca di serenità. Sette tracce originali più un brano inedito (The Ant), atmosfere dark, The Cure, Death Cab for Cutie, Sigur Ròs, Sonic Youth e gioventù.
Una band che già agli esordi tirava fuori il suo talento, racimolando buoni consensi per questo disco che “risuona” a dieci anni di distanza con una dose di malinconia in più. Chissà se, oggi più di allora, otterrà un maggior apprezzamento. Auguri ai Velvet Score e alla Black Candy!
Carmelina Casamassa
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