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Twin Peaks, riassumibile in un’entità conosciuta come Bob, e Robocop. Quando c’è da continuare un ciclo iniziato precedentemente con The Elephant Man e Tetsuo viene naturale mettere momentaneamente da parte il suo lato contorto, fatto di sinergie carnal-meccaniche prossime a corti circuiti e malattie corporali, spostandosi verso la mente e il raziocinio, l’impossessamento dei corpi e la consapevolezza delle proprie azioni. È qui che, per il secondo split a tiratura limitata di casa Subsound, agiscono altre due band da sempre permeate da un alone di fitto mistero, MoRkObOt e Vanessa Van Basten. Se i tre messaggeri abbandonano momentaneamente le recenti sfumature heavy proponendo una Cockputer che è un minestrone tra drum’n’bass, noise, math-rock e il ritorno al drone con cui sono venuti felicemente alla luce, il duo genovese, nel giro di nove minuti, sforna una Start to run che lascia ben intendere nuovamente la sua natura post-rock, in un crescendo tanto in fatto di atmosfere, calme e movimentate, quanto in un cantato che non è mai sottotono con il contesto generale. Ed è una volta che c’è da rivedere a modo proprio i rispettivi brani che si raggiunge lo zenith, costituito da un mondo parallelo dove nel momento in cui l’una si tramuta in una sinfonia ambient fatta di distorsioni e percussioni metalliche, inserirsi nel contesto psichedelico, suburbano, tipico di un marasma dinanzi al quale non ci si può che trovare a proprio agio, della seconda, che non perde di certo il suo spirito originario, è immediato e finisce per donare tante soddisfazioni. Uno scambio di ruoli che dà gran lustro a questo secondo atto splittico, forse ancora più gustoso del precedente.
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