[adsense]
Io sono un divoratore di fumetti e cartoni animati, nato nel 1981 (quindi ho vissuto una golden age in questo senso) e la mia musica tuttora è influenzata pesantemente dalle opere che mi hanno cresciuto. Da ragazzino piansi per il sacrificio di Shiryu contro Shura del Capricorno, tanto da spingermi nel 2009 a scrivere La pienezza del dragone. Ancora oggi Saint Seiya è uno dei miei anime preferiti, assieme a Gundam 0079, Conan il ragazzo del futuro e Capitan Harlock. Vedevo Harlock la sera verso le 18, quando mio padre tornava da lavoro e ho associato le due figure mentalmente, tanto da identificare mio padre in lui, come una specie di eroe. Ero attratto dalla drammaticità ed epicità delle opere giapponesi. Già fin da piccolo He-Man, i Flinstones, Tom & Jerry mi davano idea di una frivolezza che non riuscivo ad apprezzare. I miei eroi erano tormentati, spesso solitari, afflitti da una montagna di problemi e per questo ogni loro vittoria ai miei occhi appariva immensa. Ma al di la delle serie del passato, alle quali devo molto, il mio cartone animato preferito (e il Maestro mi perdoni per la definizione riduttiva) è Princess Mononoke di Hayao Miyazaki. Ispirato da questo capolavoro ho scritto La danza degli spiriti nel mio disco ZETA. Mi sono sposato sostituendo la marcia nuziale con il Mononoke Hime. In quel film c’è tutto. Ti insegna il rifiuto nei confronti della guerra. Ti mostra che la verità va cercata e verificata coi propri occhi. Ti insegna che per quanto la vita sia ingiusta, vendetta e odio possono essere superati. E lo fa con una maturità e una dolcezza disarmanti che solo Hayao possiede. L’emozione che mi provoca è talmente forte che l’avrò visto più 40 volte senza mai stancarmi.
a cura di Marco e Christian Gargiulo
#cartonidannati, la nostra personale indagine nel mondo della musica tricolore. Ai musicisti italiani piacciono i cartoni animati giapponesi? Quali? Perchè? Hanno influenzato la loro visione artistica? Scopriamolo insieme!
[adsense]
0 comments