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CD/LP – 42, 11 t.
È possibile servirsi delle proprie origini punk e garage come ideale spunto nel momento in cui c’è da effettuare un tuffo negli anni ’60? Evidentemente, rivolgendo lo sguardo ad una Roma Est negli anni dimostratasi molto produttiva, la risposta è presente, e si chiama WOW. Esclamazioni, sorprese, decise sfide in mano a quattro ragazzi, nel nome dell’amore. Perché è Amore quello che, anticipato da un 7″, ha luogo nelle 11 tracce di cotanto full-length d’esordio, dove è la voce di Francesca “China” Cuttica a dare un’idea più che sufficiente del tutto: delle lezioni di Nada (la lenta e cadenzata Dove sei), Mina (La gelosia, quasi uno shoegaze preistorico), se non Patty Pravo (Veleno) ed una Milva omaggiata in una Nessuno di voi resa maggiormente forsennata e galoppante, si fa dovutamente tesoro, favorendo un risultato che è un amalgama avvincente ed affascinante, che non tralascia i Camaleonti di Applausi, a cui un brano come Il vento, ormai un classico, è più che devoto, con il suo incedere allucinato, il germe rock’n’roll situato in una Sospiro donata al gruppo dal collega nipponico Kawamura Gun, il beat nelle sue molteplici concezioni, moderno per la title track, romantico per Non sarà un addio, la languida bossa nova di Tu e la samba psichedelica di Mia cara Lu. Un disco che culla, stordisce e stupisce nel vero senso della parola, lasciandosi dietro il basilare concetto di revisionismo.
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