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CD/LP – Jolly Roger, 9 t.
Litanies from the Woods è l’album di debutto dei Witchwood, e nonostante un periodo di attività di appena un anno tale lavoro denota, a livello di maturazione, delle sonorità fuori dal comune. La formazione vede Riccardo Dal Pane alla voce, Andrea Palli alle percussioni e Stefano Olivi al reparto tastiere moog e synth – tutti e tre già attivi con i Buttered Bacon Biscuits – Luca Celotti al basso, Samuele Tesori al flauto e Davide Mosca alla chitarra.
La sorpresa di trovarsi di fronte ad un album del genere pertanto è dovuta in parte al processo di affiatamento tra i componenti, ma di certo non basta, c’è senz’altro del talento a far quadrare il tutto. L’album, 78 minuti per nove tracce, è permeato di svariate influenze, dai Led Zeppelin alla PFM, dagli Uriah Heep ai Jethro tull, arrivando a percepire, in maniera tangenziale, i Pain of Salvation del recente periodo. Sonorità di stampo 70’s, attraverso cui ridar vita a quel progressive che ne ha segnato la storia musicale.
Nonostante il sound ormai trito e ritrito di molte band rock di ultima generazione, i Witchwood riescono ad avere una propria identità risultando capaci di esprimere ancora ciò che era rimasto inespresso fino ad ora. L’attitudine compositiva della band risulta notevole, riesce così a trovare la via giusta per trasformare delle semplici note in un affascinante vortice di emozioni. L’ipnotica Shade of Grey ne può essere un chiaro esempio, tale da pervadere con le sue note angosciante, per poi cogliere all’improvviso con la dolce melodia di un flauto, ponte levatoio verso un vero e proprio rituale sabbatico dove anime danzanti ballano attorno ad un fuoco, per poi vedere svanire tutto, ma quando l’incantesimo sembra svanire ci si sente nuovamente rapiti, procrastinando ulteriormente il ritorno alla la realtà.
Un lavoro che regala emozioni nella sua interezza, portando l’ascoltatore ad abituarsi ai ripetuti brividi che percorreranno la sua schiena.
Andrea Salvioni
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