Lavori in corso. Del resto cos’è la carriera di un’artista se non un perenne cantiere in cui si cerca di costruire l’opera perfetta?
Dopo “Orfeo” arriva “Lola”, secondo EP di Rodolfo Montuoro che rappresenta un’altra tappa di avvicinamento al suo primo disco previsto per il 2010, “Nacht”.
“Lola” è il secondo episodio di quella che lo stesso autore definisce “un’epopea rock dedicata alle mitologie della notte”.
Un work in progress che mai, come in questo caso si può definire interattivo.
Le quattro tracce che compongono il mini album (Lola, Per incantamento, Labirynth e Mondi e popoli) nascono da sensazioni e suggestioni suggerite anche dalle impressioni che il suo predecessore ha scatenato in rete.
Si avvertono echi di Battiato (per l’ermetismo dei testi, la ricerca di soluzioni originali e citazioni colte) e di Branduardi (nel modo di cantare).
Ma il risultato che ne consegue non è una mera scopiazzatura di cose già sentite ma una sorta di guida che ci accompagna in atmosfere sognanti, effimere e illusorie come solo la notte sa regalarci.
Un tappeto di suoni che sfuggono a qualsiasi catalogazione passando dal pop al rock con sapienti spruzzatine di elettronica.
Risultato reso possibile non solo dalla bontà delle composizioni ma anche dalla squadra di musicisti di cui Montuoro si è circondato. Giuseppe e Gennaro Scarpato alle chitarre, synth e percussioni (nonché curatori della produzione artistica), Naomi Berril al violoncello e Carlo Romagnoli al basso.
Alla fine dell’ascolto c’è quasi un rammarico perché neanche il tempo di entrare in questo mondo suadente che il tutto è già finito.
Cosa resta quindi? La promessa di un qualcosa che verrà? O l’illusione di un’esperienza che, seppur piacevole resterà unica?
Giovanni Caiazzo per Mag-Music
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