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Gioele Valenti è fatto così. Meno tormentato di un Mark Kozelek, tendente al visionario quanto un Nick Drake, mandante di impulsi che si dirigono tutti verso la creatura di cui egli stesso è il cuore: Herself, già con la Jestrai, ed oggi con la DeAmbula Records. giunta al quarto ed omonimo lavoro in studio, dove l’istinto autodidatta viene spartito assieme al violoncellista Aldo Ammirata e ad ospiti come Amaury Cambuzat e Marco Campitelli. Introspezione e pacatezza si assecondano l’uno con l’altro, nel primo caso con episodi come Here We Are e i due movimenti di Tempus fugit, il contatto con la natura in contrasto con un improvviso bisogno di stare con se stessi e basta, nel secondo con stralci di vita intimisti (Strangler Who’s Me, Passed Away) e connessi al mondo esterno, come Violence Is for Leaders e Sugar Free Punk Rock. Non esigue, rispetto a queste, sono la vena realista e rumorista che emerge da Outside the Church e il ritrovamento di voci che paiono rincorrersi davanti ad un forte incedere di batteria, come in una ruota panoramica impazzita (Luna park). Una scelta che ha un che di vintage per quello che merita di essere ritenuto un ritorno di fiamma, da non perdere di vista!
Gustavo Tagliaferri per Mag-Music
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