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Quando si ha un po’ di gavetta sulle spalle è giusto che prima o poi a ripagare da questa ci sia la possibilità di dare vita al proprio esordio, senza costruzioni mediatiche di alcun tipo. I romani I Mostri non fanno alcuna eccezione, essendo in attività da diversi anni, ed è con “La gente muore di fame” che tirano fuori nove canzoni di sano rock dove, tra tendenze reggae (Che Italia è?), ska (1982) e persino surf (Camilla), le luci dei riflettori vanno tutte sulla loro città, sugli abitanti, sulle avventure e disavventure, come in un quaderno le cui memorie vengono udite dai più grazie alla voce di Pietro Di Dionisio. Dal giro di Piazza Trilussa fino alle Cento lame (i Fratellis visti e rivoltati come un pedalino) nei paraggi, dalla paura per il futuro (Scusa se) alla conseguente disoccupazione, una delle cause (Noi non facciamo niente), mentre, con un beat tra i Clash e i Franz Ferdinand più interessanti, risuona la frase “questa è la mia città”, dichiarazione d’intenti e apertura d’opera. Un’opera gradevolissima con la quale I Mostri riescono dove i più blasonati Ministri hanno tristemente fallito. Ucciderli? Sono ben altre le presenze di cui sbarazzarsi, come da title-track!
Gustavo Tagliaferri per Mag-Music
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