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Fauna e flora. Una fanciulla dalla voce duttile e versatile che, allontanandosi momentaneamente dall’ambiente urbano, trova nella fitta vegetazione lo sfondo più consono per una nuova avventura, attraverso cui dare i natali a canzoni che possano essere l’adeguata continuazione di quell’esordio solista che risponde al nome di “Riffa”. È questa la dimensione in cui Libera Velo, una vita passata da sempre in compagnia dei 24 Grana, sembra sentirsi maggiormente a suo agio, vedendosi portata per la costruzione di un luogo da cui tracciare ogni singola attività, di stampo così artigianale eppure così naturale, scala ed abitazione allo stesso tempo. La sopravvivenza che passa attraverso un apparente isolamento. “Rizoma contro albero“, appunto. Nuove piante in procinto di crescere, di farsi più forti, tutt’uno con la propria persona. E con qualche amico in più.
Così le dieci tracce che ne risultano potrebbero essere il resoconto di quella scoperta dietro l’altra effettuata nel corso dell’avventura: c’è l’immancabile pop, presente tanto nella sua forma basilare in Questo mio essere brillante e di fiducia piena e Mi piace il suo vestito quanto nella veste bossanova di Zenzero 6, specchio di storie di scontri e di amori, ma anche un pizzico di folk, maggiormente riscontrabile nel grido di piccole limitrofe tribù Puca, più che nel bel duetto con Dario Sansone dei Foja Con te me la prendo. O il rock dietro cui si celano gli ululati misteriosi di Memo bizzarra, quelli dei lupi alla rincorsa nella notte, forse la stessa nel cui corso una Selene, un po’ Cappuccetto Rosso un po’ Alice, si muove nel bosco cercando di percorrere la strada giusta, sulle note di Demiurga, giocando giocando, quasi stesse risuonando una ninna nanna. Riuscita solo in parte, purtroppo, è la riscoperta del blues vecchio stampo, perché se nel tocco d’autore di The Wise Child, complice Pietro De Cristofaro dei Songs For Ulan, si vede davvero riuscita, lo è di meno nella slideggiante Il Punctum, con Claudio Domestico degli Gnut, ma soprattutto nella ripresa dai toni caraibici di Jimmy’s Blues di Laura Dukes, non abbastanza incisiva, quasi un fiore appassito rispetto al resto.
Ciò nonostante “Rizoma contro albero” è una buonissima dimostrazione di come sia possibile costruire un rifugio resistente, una pianta che è il risultato di un raccolto abbastanza fruttuoso, e alla cui presenza non si fa mancare di ammirazione un talento come quello della stessa Libera Velo, sempre in evidenza, nel suo essere protagonista di un viaggio che prosegue per la sua strada.
Gustavo Tagliaferri
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