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Guardando Simona Ferrucci non sorge alcun dubbio, anzi, si evince come l’esistenza di ragazze che la new wave non solo la fanno, ma la vivono giorno dopo giorno, non si riduca affatto ad una mera chimera. Aver visto in Mushy un’ideale compagna di avventura, a sua volta, è stato un traguardo da non poco conto, tale da dare le basi ad una band come le Winter Severity Index. E il terreno lasciato dall’EP omonimo sembrerebbe essere il più adatto da ripercorrere alla luce di questo “Survival Rate“, da vedere come la chiusura definitiva di un cerchio. Quattro (cinque con un remix) momenti in cui si passa da Blue Bird, che potrebbe appartenere ai Cure del periodo “Seventeen Seconds”, ma anche alla Siouxsie maggiormente passionale, in antitesi al freddo mood della cerebrale The Gift, all’ipnotico giro di basso di Woman’s Prayer, momento chill del disco, fatto anche di sapori mistici e persino fantasmi pop alla Depeche Mode, fino ad una Vesperbild, i cui sei minuti fungono da toccasana, tra ritmiche quasi tribali e riff che corrono come brividi lungo la schiena, che finisce per diventare, nelle mani di Luciano Lamanna (Der Noir), una Medusa electro che a mo’ di beats, echi ed ispirazioni trance non pietrifica, ma stordisce positivamente i presenti. Un’ideale “reprise” che non solo chiude l’opera, ma, attendendo sviluppi per l’ormai imminente nuova fase del progetto, contribuisce a far sì che a rimanere in mano siano brani che mai si dissiperanno inutilmente nel tempo.
Gustavo Tagliaferri
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