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Generalmente è difficile che un gruppo o un artista pioniere, dopo i grandi fasti che l’hanno consacrato alla storia, riesca a ripetersi nell’impresa di pubblicare un capolavoro o quanto meno un buon album. Soprattutto con l’avanzare degli anni, quando l’estro creativo sembra affievolirsi e l’originalità rimanere legata al passato. Per fortuna Tom G. Warrior pare essere una piacevole eccezione alla norma e, a parte il passo falso – o caduta libera? – di “Cold Lake”, ha sempre dimostrato grande inventiva e personalità.
È evidente che i suoi Triptykon siano una diretta emanazione dei Celtic Frost, specialmente di quelli della breve reunion – e sia i disegni di H.R. Giger in copertina, che i titoli in greco dovrebbero quantomeno confermare questa linea di continuità. Mentre “Eparistera Daimones” rimaneva particolarmente legato a “Monotheist”, “Melana Chasmata” sembra quasi ripercorrere i vari stadi della carriera dei Celtic Frost, senza per fortuna abbandonarsi a inutili e anacronistiche dietrologie. Ascoltando il singolo Breathing si nota certamente un tocco thrash che ricorda i pionieri svizzeri degli inizi; altre parti dell’album, invece, come Aurorae e In the Sleep of Death rimangono ancora legate più agli stilemi dell’ultimo album del vecchio gruppo di Zurigo. Il tocco e l’impronta malvagia di Tom G. Warrior rimangono quindi sempre quelli: l’oscuro e profondo suono della chitarra e la voce – talvolta estremamente straziante e altre volte altrettanto epica – non si possono cambiare.
Sebbene potrebbe quasi venire da pensare che egli si sia messo semplicemente a collezionare attimi artistici dei migliori Celtic Frost, pare tuttavia chiaro che coi Triptykon sia avvenuto un profondo processo di rimeditazione, rielaborazione e ulteriore maturazione. Processo ancora più strabiliante se paragonato all’inevitabile decadenza che tanti altri artisti storici, oramai dediti ad imitare se stessi e pure di qualche anno più giovani – Metallica, Testament, Annihilator, Kreator, Slayer sono solo pochi esempi – sono andati in contro.
Edoardo Giardina
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