[adsense]
Restando saldamente ancorati a quell’immaginario senza tempo prodotto dagli anni ‘60, quello delle colonne sonore di Morricone, delle spiagge roventi e diciamolo: della spensieratezza fine a se stessa, i Fitness Forever sfornano un altro ottimo disco che segue la falsa riga del loro esordio “Personal Trainer” datato 2009. La compagine campana, distribuita dalla spagnola Elefant Records, si catapulta di nuovo indietro nel tempo per riportarci dal passato quell’epoca che per un breve periodo è stata, almeno per noi italiani, pura e semplice vacanza.
La presenza di ritmiche funky prodotte da un basso sempre tirato e presente e di archi arrangiati per non soffocare le melodie, ma per enfatizzarle in talora malinconici altre volte raffinati arrangiamenti, fa di questo “Cosmos” un naturale seguito e una nuova solida prova.
L’incipit di Piano Fender Blues è un perfetto antipasto sonoro del sound del disco, con un connubio di fiati ed archi tale da creare proprio quella perfetta atmosfera retrò. Si parte da lì per questo viaggio a ritroso alla riscoperta di un tempo che fu, fatto di storie e racconti: dalle peripezie de Il cane Ciuff, passando per il primo singolo Lui, continuando con la romantica Vederti distante.
Ecco, forse la poca ricercatezza (forse voluta) dei testi, potrebbe indispettire gli “italianisti” più accaniti, quelli convinti che per fare belle canzoni servano testi complessi o quanto meno pregni di contenuti. Ma non è il caso dei Fitness Forever, che scelgono tematiche e metriche semplici e spesso volutamente iperscanzonate. Scelta che si sposa perfettamente con il loro sound, e che serve soprattutto per enfatizzare la musica, che è maggiormente votata al ballo da spiaggia, senza per questo disdegnare attimi di calma e di “compostezza sonora”.
Si arriva poi alla canzone che dà il titolo all’album, quella Cosmos che musicalmente (ma in particolar modo per quel che riguarda il relativo videoclip), rappresenta in pieno la ricerca che è alla base dell’idea Fitness Forever, in bilico tra Celentano e Moroder.
Chiude l’album l’unico attimo di vera malinconia: Mare, un brano che porta con sé quella sensazione di fine estate…
Nicola De Amicis
[adsense]
0 comments