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Voltare pagina, capire quando è il momento di abbandonare tutto, ma non certo staccarsi da se stessi. Prendere in mano le redini della situazione e cominciare ad agire per conto proprio, scevri di qualsiasi difficoltà. Da soli, ma non soli. Anzi, con una formazione a tre, che vede l’uscita (momentanea?) della tastierista Licia Missori. È una nuova aria quella che si respira dalle parti di Spiral69, creatura che vede il suo deus ex machina in Riccardo Sabetti, una svolta che, dopo “Ghosts in My Eyes“, sembra portare alla luce il lato più sensibile del nostro, e trova la sua conferma in “Alone“, mini-album che funge da primo capitolo di un percorso che vedrà la sua continuazione in un futuro prossimo. Un tragitto dove la new wave che tanto è di casa ai nostri è sempre in primo piano, sia dalle parti di una You’re Mine che potrebbe essere una Lullaby cureiana suonata dagli ultimi Depeche Mode che da una When the Angels Leave dalle basi rockeggianti, fino ad una Cruel sofferta e soffusa, con tanto di tromba atta a dargli un tocco di decadenza, ma non mancano esperimenti ostici ed al contempo trascinanti, come il limbo tra electro-dance, EBM e persino trance di We’ll Find Each Other in the Dark, e soprattutto delle vere e proprie ballate, come nel caso di una Naked intensa, per certi versi struggente, e una Rose fatta di reminescenze a metà tra il neo-folk e le atmosfere di colleghi illustri come gli Spiritual Front, forse i momenti di maggiore rilievo di un lavoro che nella sua interezza non delude le aspettative e consegna un Sabetti che in quanto ad ispirazione dimostra nuovamente di non avere nulla da meno di diversi musicisti d’oltreoceano. Aspettando la relativa seconda parte.
Gustavo Tagliaferri
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